Articolo 4: Dio agisce per le sue creature nel modo più perfetto possibile
Se colui che ama cerca sempre la sua soddisfazione nella perfezione dell’oggetto amato, Dio, che ama le sue creature, non può che agire, per esse, nel modo più perfetto e augurabile possibile. Ricambiare l’amore di Dio significa essere pienamente soddisfatti delle sue opere, senza per questo essere quietisti e attendere a braccia conserte ciò che Dio farà.
La volontà dell’uomo si soddisfa e trova piacere nel momento in cui si identifica con la volontà di Dio. Solo così la nostra volontà può essere buona. L’elemento dell’attività è un elemento fondamentale, per cui l’anima non accetta semplicemente la volontà di Dio, ma coopera, per quanto è in suo potere, nella realizzazione del progetto divino, cercando di indovinare le intenzioni di Dio. Ma quando l’evento ci mostra che Dio non ha voluto presentemente che la nostra buona volontà avesse effetto, non ne segue che Dio non voleva che non facessimo ciò che abbiamo fatto: «al contrario, poiché Egli è il migliore di tutti i padroni, non domanda mai altro che la retta intenzione; spetta poi a lui conoscere l’ora e il luogo adatti a far riuscire i buoni progetti».
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Autore:
Carmine Ferrara
[Visita la sua tesi: "Il problema del male e del nulla nel ''De casu diaboli'' di Anselmo d'Aosta"]
- Università: Università degli Studi di Salerno
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Corso: Filosofia
- Esame: Storia della filosofia
- Docente: Gabriele Perrotti
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