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La Rivoluzione francese e il droit intermédiaire


Tra la prima riunione dell’assemblea nazionale (1789) e la presa del potere da parte di Napoleone (1799), si impose in Francia un diritto rivoluzionario, noto con l’espressione diritto intermedio (droit intermédiaire), che sovvertì nel volgere di pochi anni l’Ancien Régime, sostituendovi la concezione di una società illuminata centrata sull’individuo e sullo Stato.
Vennero dunque aboliti i rapporti che legavano il re ai nobili, al clero e ai giudici; la divisione territoriale in province; il regime fondiario feudale; l’ordine giudiziario; il sistema fiscale; il regime ereditario.
Al tempo stesso, fu dato impulso alla codificazione che l’assemblea costituente aveva fra i suoi espliciti obiettivi.
Un primo progetto di codice fu predisposto da Cambacérès nel 1793, in 697 articoli, ma fu respinto perché troppo complesso; un secondo nel 1794, in 297 articoli, fu anch’esso respinto perché troppo sintetico; un terzo progetto fu infine ripresentato da Cambacérès nel 1796, ma le discussioni su di esso furono interrotte dalla presa del potere da parte di Napoleone nel 1799.

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