L’impulso di Napoleone alla codificazione del Code Civil
Fu da allora che le vicende relative al codice presero un corso rapido.
Era un impegno che Napoleone aveva particolarmente a cuore: egli nominò subito una nuova Commissione che in soli 4 mesi terminò i lavori.
La Commissione era composta da 4 membri: due erano rappresentanti dei Paesi del nord, a prevalenza di diritto consuetudinario; due erano anche i rappresentanti dei Paesi del sud, a prevalenza di diritto scritto.
Il progetto predisposto dalla Commissione insediata da Napoleone doveva essere approvato da vari organi, fra i quali il Tribunato, dove ancora sedevano alcuni oppositori di Napoleone.
Il Tribunato, infatti, manifestò subito la sua ostilità, rifiutandosi di approvare le prime sezioni del codice e costringendo Napoleone a ritirare il progetto.
Quando Napoleone chiese di nuovo l’approvazione nel 1803, dopo aver rinnovato la composizione del Tribunato, il progetto fu approvato senza alcuna resistenza, con 36 atti normativi poi riuniti in una legge del 1804 sotto il nome di “Code Civil des Français”, che entrò in vigore il 1°Gennaio 1806.
Esso riflette l’esistenza di 3 condizioni fondamentali: un potere politico deciso a volere la codificazione; una scelta rivolta a favore di regole d’insieme di largo respiro a carattere non casistico, non frammentario, non provvisorio; una matura elaborazione di queste regole di insieme ad opera di una dottrina affiatata e prestigiosa.
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Autore:
Stefano Civitelli
[Visita la sua tesi: "Danni da mobbing e tutela della persona"]
- Università: Università degli Studi di Firenze
- Facoltà: Giurisprudenza
- Esame: Sistemi Giuridici Comparati, a.a. 2006/2007
- Titolo del libro: "La tradizione giuridica occidentale" e "Diritto consuetudinario albanese"
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