Skip to content

La sentenza come atto a doppia qualificazione

La sentenza come atto a doppia qualificazione


Invero, se la sentenza è un atto di normazione con­creta derivata, evidentemente prima della posizione del comando è necessario acquisire i presupposti dell'accertamento, vale a dire gli elementi che diano al giudice la possibilità di assumere una posizione rispetto alle questioni che ab­biamo visto essere elementi naturali della domanda dell'attore.
E tutte le garan­zie fondamentali del "giusto processo" servono ad assicurare che tale acquisi­zione sia la più attendibile possibile, perché, appunto, il giudice, prima di co­mandare, deve risolvere una questione di fatto ed una questione di diritto: egli deve accertare e, poi, coerentemente all'accertamento, comandare.
Ma allora, con ciò individuiamo un'altra caratteristica della sentenza, che serve a distinguerla dal negozio. Se la sentenza presuppone necessariamente il processo in funzione dell'accertamento, evidentemente la sentenza, punto di ar­rivo di quella concatenazione di atti, normativamente preorganizzata, che chia­miamo processo, è sempre un atto a doppia qualificazione giuridica, ossia valu­tabile in base a due ordini di norme.
Essa è valutabile in virtù delle norme che presiedono direttamente alla sua formazione e, poi, in virtù delle norme che presiedono alla formazione degli atti (processuali) necessariamente antecedenti.


Tratto da PROCEDURA CIVILE di Beatrice Cruccolini
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.