Skip to content

La teoria della identificazione differenziale


Tale teoria afferma, invece, che l’apprendimento del comportamento criminale dipende non tanto dalla priorità, frequenza, intensità, dei contatti interpersonali, cioè dell’associazione con modelli criminali, quanto dalla identificazione del soggetto con tali tipi di modelli criminali.
L’identificazione è un processo di tipo psicoanalitico mediante il quale il soggetto tende inconsciamente a rendersi simile a certi “modelli di identificazione”.
Non richiede necessariamente il contatto interpersonale diretto, poiché il processo identificativo può orientarsi anche verso modelli anche immaginari.
Sicché la suddetta teoria spiegherebbe la criminalità anche di quegli autori di reati, abitualmente inseriti in gruppi non antisociali.
Alla luce del processo di identificazione mutato è l’atteggiamento verso i mezzi di comunicazione impersonali, i mass media: il suddetto meccanismo identificativo giustifica le crescenti preoccupazioni e reazioni nei confronti della proliferazione dei mass media, diffusivi di modelli criminali o antisociali, proposti in termini suggestivi e lusinghieri.
Gli studi psicologici più recenti dimostrano che le tecniche di comunicazione di massa hanno una significativa capacità di influenzamento non tanto sui soggetti normali (nei quali l’identificazione coi modelli negativi si effettuerebbe solo a livello “fantasmatico” ed emotivo, non a quello comportamentale), quanto sui soggetti con anomalie della personalità (suggestionabili, instabili, immaturi, adolescenti).

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo riassunto in versione integrale.