L'equilibrio del mercato del lavoro secondo due possibili soluzioni
PMG x p = W abbiamo supposto che la PMG (Produttività marginale del lavoro) sia decrescente al crescere di N come sostiene la teoria classica. Quindi si è supposto che dati i salari W, se PMG decresce necessariamente al crescere di N, crescono i prezzi e di conseguenza il potere di acquisto dei salari o salario reale.
Secondo degli studiosi questa interpretazione è in contrasto con la teoria del costo pieno relativamente ai prezzi; qui si sostiene che i prezzi crescono al crescere dell'attività economica e con la visione keynesiana del funzionamento del capitalismo. Infatti si sostiene che Keynes diceva che la domanda di lavoro non dipende solo dai salari ma dalla domanda globale.
Davidson sostenne che la curva della PMG si doveva guardare come tale e non come curva della domanda di lavoro, pure perchè Keynes sosteneva che la domanda di lavoro era funzione della domanda globale, della produzione e quindi non variava con il salario ma al variare della domanda globale.
Nd = f(X)
La prima alternativa per trovare l'equilibrio nel mercato del lavoro.
Ns è la curva dell'offerta di lavoro, Nd = f(X) funzione dell'occupazione. PMG ci consente di determinare i prezzi di equilbrio per ogni salario monetario.
PMG x p = W quindi ci ricaviamo i valori di equilibrio di p = W/PMG
Per la seconda alternativa, W/p ci dà il salario reale e PMG; N è la domanda e l'offerta di lavoro; Ns è l'offerta di lavoro, crescente da sinistra a destra, se ipotizziamo un grafico. Come possiamo spiegare l'andamento di PMG: se al crescere della domanda globale di merci cresce l'occupazione N e l'utilizzazione degli impianti? PMG è costante al crescere di N fino alla piena utilizzazione della capacità produttiva esistente ed anche il salario è costante al crescere di N.
I fautori di questa teoria hanno interpretato Keynes dicendo che lui non ha identificato la curva della PMG con la Ns.
Essi sostengono che non è il salario a determinare N di equilibrio ma è l'occupazione di equilibrio che determina il salario reale.
Nella seconda via, nell'equilibrio di sottoccupazione il mercato del lavoro è in disequlibrio e la PMG di equilibrio ci dà la disoccupazione involontaria.
Flessibilità dei salari e piena occupazione.
I keynesiani cercavano di approfondire il discorso della disoccupazione involontaria nel mercato del lavoro in equilibrio, chiedendosi se una flessione del lavoro avrebbe avuto effetti sul livello di occupazione, per giungere poi alla conclusione che di effetti non ve ne sarebbero, a causa della rigidità verso il basso dei salari, anzi se fossero flessibili, la loro diminuzione aggraverebbe la disoccupazione.
Bisogna agire su una delle funzioni di domanda (domanda di moneta) per modificare la PMG: PMG x p =W e quindi arrivare ad un nuovo equilibrio di mercato.
Continua a leggere:
- Precedente: L'equilibrio nel mercato del lavoro secondo l'interpretazione tradizionale della teoria keynesiana
Dettagli appunto:
-
Autore:
Vera Albanese
[Visita la sua tesi: "La revisione delle rimanenze nel bilancio d'esercizio"]
[Visita la sua tesi: "The Audit of Inventories in the Financial Statements"]
- Università: Università degli Studi di Napoli - Federico II
- Facoltà: Giurisprudenza
- Corso: Economia Politica
- Esame: Economia Politica
- Docente: Bruno Jossa
Altri appunti correlati:
- L'inflazione
- Macroeconomia
- Diritto Sindacale
- Diritto del rapporto individuale di lavoro privato
- Segmentazione del mercato del lavoro
Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:
- L'equilibrio del mercato del lavoro nella visione classico/neoclassica e keynesiana. Due visioni a confronto
- Analisi sui tassi d'interesse dei bond governativi
- La disoccupazione involontaria nei modelli imperfettamente concorrenziali
- La curva di Phillips e la disoccupazione di lungo periodo
- L'esorbitante privilegio del dollaro e il suo ruolo nell'egemonia statunitense
Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.