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Funzioni delle sanzioni punitive: prevenzione speciale


La retribuzione innalza la figura del reo recuperando la sua soggettività perdita nella prevenzione generale.
Ma ciò avviene a livello astratto, cioè non si elaborano metodi punitivi in cui il soggetto reo mantenga la sua dignità di uomo, ma ci si limita a dettare precetti astratti.
Più nel concreto arriva la prevenzione speciale, cioè quei metodi rivolti direttamente al reo atti a prevenire che esso commetta altri reati.
Questi metodi sono la rieducazione e l’espiazione, entrambi i quali devono comunque convivere in una situazione di punizione in cui si trova il reo e in un ambito di laicità:
- rieducazione, frutto del positivismo scientifico e del solidarismo politico-sociale, dal primo mira a raggiungere una rieducazione tramite metodi scientifici come fisici, psichici, psichiatrici, dal secondo mira a consentire al reo un reinserimento nella società senza che venga abbandonato.
Le tecniche rieducative sono terapie scientifiche in grado di entrare nella personalità umana, settori in grande sviluppo;
- espiazione, mentre nella rieducazione il reo deve solo sottostare a terapie atte a riformare la sua personalità, nell’espiazione il reo deve giungere autonomamente, attraverso l’afflizione della pena, ad un risorgimento spirituale.
Tramite la propria sofferenza il reo deve capire ciò che è male e capire l’errore da esso commesso.
Le tecniche espiative non sono universali e variano da soggetto a soggetto.
I rapporti tra rieducazione ed espiazione con la pena sono diverse: per la prima la pena non occorre sia affllittiva ma serve solo nei limiti di strutturazione di un trattamento di recupero sociale, per la seconda l’afflittività della pena è necessaria per giungere alla consapevolezza del bene e del male.

Tratto da DIRITTO PENALE: PRINCIPI E DISCIPLINA di Stefano Civitelli
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