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L’idea retributiva: il principio della colpevolezza


L’idea retributiva fa sorgere dei principi fondamentali per la responsabilità penale:
Colpevolezza, dato lo stretto legame che, in virtù della retribuzione soggettiva o morale, lega il reo con la pena si vede come sia necessaria la colpevolezza per far scaturire su un soggetto la responsabilità penale.
Solo colui che viola il precetto morale che riconosce l’umanità propria e altrui merita di essere punito.

Le componenti della colpevolezza sono:
- nesso psichico tra fatto e autore, cioè il soggetto deve aver assunto una determinazione psicologica verso il fatto.
Ciò si ha quando il soggetto ha conoscenza delle conseguenze del proprio agire e volontà di compierlo;
- possibilità di determinarsi altrimenti, il soggetto deve aver avuto altre possibilità comportamentali diverse dal comportamento illecito.
Ciò fa rientrare la discussione nella capacità di avere il libero arbitrio delle proprie scelte.
Essendo il libero arbitrio condizione necessaria per la possibilità di determinarsi altrimenti e quindi per essere ritenuti colpevoli di un reati, si ritengono esimenti alla responsabilità penale l’incapacità di intendere o di volere e i vizi della volontà causati da fattori esterni soverchianti.
Si prende come punto di riferimento per verificare il libero arbitrio una condizione di normalità motivazionale.

La colpevolezza entrò in crisi alla fine dell’800, quando regnava il positivismo scientifico.
Questa corrente di pensiero rifiutava tutto ciò che non era scientificamente dimostrabile e quindi caddero tutti quegli aspetti psicologici che reggevano il concetto di colpevolezza.
La crisi si può dividere in due fasi:
1. rifiuto della colpevolezza, concetti come il libero arbitrio, conoscenza e volontà non erano dimostrabili per certo e vennero quindi sostituiti da un concetto di pericolosità sociale valutabile scientificamente nel soggetto che delinque;
2. trasformazione della colpevolezza, la colpevolezza viene staccata dal concetto di retribuzione e fatta ricondurre al concetto di prevenzione generale:
- concezione funzionale, la colpevolezza è l’elemento essenziale per il funzionamento della prevenzione generale sia positiva (senza colpevolezza la pena sarebbe ritenuta non educativa ma ingiusta) che negativa (senza colpevolezza mancherebbero i parametri comportamentali cui discostarsi per evitare la minaccia di pena);
- concezione garantista, la colpevolezza è necessaria per consentire ad ognuno di non essere accusato per un fatto di cui non conosce le conseguenze illecite.
Non si giustifica così l’ignoranza di diritto ma si ritiene necessario che, per essere imputabili, un fatto debba essere collegabile al reo da un nesso di colpevolezza.
    
In questo modo i soggetti sono liberi di determinarsi essendo garantiti verso una incriminazione senza conoscenza di essere nello sbagliato.

Tratto da DIRITTO PENALE: PRINCIPI E DISCIPLINA di Stefano Civitelli
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