Il procedimento di spesa nella PA

Il procedimento di spesa è stabilito dalle leggi di contabilità degli anni ’20:
1. impegno, atto contabile che deve essere adottato al momento della stipula di una obbligazione passiva.
L’impegno riguarda una somma corrispondente ad una parte dello stanziamento del bilancio e sta ad indicare che tale parte non è più disponibile per sostenere altre spese.
2. liquidazione, non sempre, al momento in cui si procede all’impegno si può avere la certezza dell’importo che occorrerà per estinguere l’obbligazione.
In tali casi l’effettivo ammontare della somma da pagare risulterà dalla liquidazione che avverrà a prestazione ultimata.
3. ordine o mandato di pagamento, viene dato dall’amministrazione a colui che svolge le funzioni di tesoriere, cioè il soggetto che custodisce i soldi che deve essere diverso dal soggetto competente a decidere la spesa.
Il mandato deve avere per oggetto la somma di denaro risultante dalla liquidazione e comunque non superiore all’impegno iniziale.
4. pagamento, la concreta consegna del denaro da parte della P.A. può avvenire in vari modi: in contanti, con assegno, con accredito su conto corrente bancario, ecc… sono considerati validi anche i pagamenti per via telematica.
In caso di ritardi nel pagamento, anche per motivi procedurali e di controllo, la P.A. è tenuta al pagamento degli interessi moratori.
Il denaro pubblico non è parte del demanio ma, in quanto viene utilizzato a scopi di interesse generale, viene considerato facente parte del patrimonio indisponibile dello Stato.
Una deroga al regime di bene patrimoniale indisponibile si ha in quanto il denaro pubblico è sottoponibili ad esecuzione forzata come avviene per i beni patrimoniali disponibili dello Stato.
Tuttavia la legge ha stabilito che tale possibilità non è concessa per somme di denaro destinate a scopi particolari.