Il piccolo imprenditore e la società
La legge fallimentare prevedeva, nell’art. 12, una definizione ad hoc diversa da quella dell’art. 2083 c.c.
Progressivamente questa definizione è stata smantellata, sicché di tale comma è rimasta in vigore solo l’ultima frase secondo cui “in nessun caso sono considerati piccoli imprenditori le società commerciali”.
A seguito di una complicata evoluzione interpretativa, adesso la più recente giurisprudenza ritiene che neppure quest’ultima frase debba ritenersi più in vigore e che pertanto anche le società possano essere esenti da fallimento quando rispettino i requisiti dell’art. 2083 c.c.; in altri termini, che non vi sia incompatibilità tra forma societaria e possibile qualificazione come piccola impresa (nell’ipotesi in cui il lavoro personale dei soci e dei loro familiari sia prevalente nel senso sopra visto rispetto agli altri fattori di produzione).
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Dettagli appunto:
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Autore:
Stefano Civitelli
[Visita la sua tesi: "Danni da mobbing e tutela della persona"]
- Università: Università degli Studi di Firenze
- Facoltà: Giurisprudenza
- Esame: Diritto commerciale, a.a. 2007/2008
- Titolo del libro: Corso di diritto commerciale (vol. 1 e 2)
- Autore del libro: Gaetano Presti e Matteo Rescigno
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