Malcontento per il costo della vita in Italia. Giolitti, Don Sturzo e Gramsci
Dal 1919 al 1922 si aggiungerà poi il malcontento anche dei ceti medi per via dell'aumento del costo della vita.
In Italia fino al 1918-19 c'è una monarchia costituzionale, parlamentare con una camera dei deputati elettiva e un senato di nomina regia, fino al 1922 quando si realizza il colpo di Stato.
Tra la fine della guerra mondiale e gli anni immediatamente successivi iniziano ad affermarsi i partiti di massa: il Partito Popolare Italiano è del 1919 Fondato da Don Luigi Sturzo, che poi diventerà la Dc. È il primo partito cattolico. Già alla fine del 1800 c'è il partito socialista italiano. Alle elezioni successive ottengono un ampio consenso, finisce così il periodo della destra e sinistra storiche, guidate dai ceti politici. Lo stesso Giolitti aveva governato appoggiandosi di volta in volta alla destra e la sinistra. Era un sistema politico guidato dal censo.
Nel tempo c'era stata la riforma elettorale che aveva aperto il suffragio maschile, per cui operai e contadini votavano per il partito socialista oppure per il partito popolare.
Però alle elezioni del 1919 non si afferma una maggioranza netta che possa governare, così in questi anni chi governa è debole e spesso privo di maggioranza parlamentare incapace di gestire le crisi in atto, tanto che venne anche richiamato Giolitti anche ormai mentalmente e politicamente stanco per cercare di dipanare la situazione.
Gli operai per dare più forza alle loro rivendicazioni iniziano ad occupare le fabbriche, spesso anche in forma violenta, e i governi in carica non riuscivano a dare risposte.
A Livorno nel 1921 il partito socialista si scinde in due e nasce il partito comunista, con principale esponente Gramsci, che si rifaceva al comunismo sovietico.
In Italia ci sono i primi consigli di fabbrica che in Russia erano i soviet, si materializza lo spettro del comunismo, con la sua rivoluzione. I proprietari quindi si allontanano dai partiti vecchi liberali credendo che non riescano a gestire questa situazione.
Anche nelle campagne i contadini cominciano ad occupare le terre. Gli anni 1919-21 prendono il nome di biennio rosso.
Oltre ai proprietari terrieri e agli industriali hanno paura del comunismo anche il ceto medio e la borghesia, chi ha quindi dei piccoli privilegi.
Continua a leggere:
- Successivo: Mussolini. Fasci combattenti, marcia su Roma e battaglia del grano
- Precedente: Industria e banche in Italia tra le due guerre. Pressione fiscale e costo della vita
Dettagli appunto:
-
Autore:
Barbara Pavoni
[Visita la sua tesi: "L'evoluzione della valutazione nel pubblico impiego"]
- Università: Università Politecnica delle Marche
- Facoltà: Economia
- Docente: Augusto Ciuffetti
Altri appunti correlati:
- Geografia dell’economia mondiale
- Storia delle Relazioni Internazionali - Dal Primo Dopoguerra alla Seconda Guerra Mondiale
- Sociologia Economica
- Storia delle Relazioni Internazionali
- Programma comunitario per la lotta alla criminalità organizzata
Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:
- L'unificazione nella letteratura storico economia del primo e del secondo cinquantenario
- Storia dell'industria aeronautica piemontese e lombarda
- Le agromafie. Risposte normative e consumo consapevole.
- Oltre il romanzo. Alberto Moravia viaggiatore e saggista.
- Il fascismo a Napoli nelle fotografie dell'Istituto Luce
Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.