Elettricità e potere economico in Italia nel 1900. EDISON, SME, ENEL
Elettricità e potere economico
Durante il fascismo un altro settore che sarà molto importante è il settore elettrico che si salderà con il chimico (elettrochimico). Tra gli anni 30-40 e 50-60 si avrà un processo importante di spostamento del potere economico che se prima era nelle mani del siderurgico e banche negli anni 30 è nelle mani del siderurgico.
EDISON, una delle prime società.
SIP, Società Idroelettrica Piemontese che poi sposterà i suoi interessi verso la telefonia e infine la Sade (P.to Marghera) con capitali tedeschi e poi sotto il controllo dell'Iri.
La Sip era la più dinamica, attiva anche nell'Italia meridionale con la SME (Società Meridionale di Elettricità) che tentò l'operazione di una unica grande rete elettrica nazionale ma fallisce perché tutti devono collaborare Sip/Edison/Sade ma i contrasti/strategie non lo consentiranno. Fino però al 2° dopoguerra (anni 60) quando l'Iri darà vita all'ENEL, nazionalizzazione di tutte le imprese elettriche. Poi recentemente l'Enel verrà privatizzata.
Grazie allo sviluppo del settore elettrico, nel fascismo si elettrificò la rete ferroviaria italiana. Nel 1927 il 15% era già fatto, poco ma significativo in Europa. Il progresso è relativo: in Europa la maggior parte del consumo elettrico finiva nelle industrie in Italia molto meno per cui le risorse andavano alle FFSS.
Avanzano anche radio e telefonia e si affermano le utenze private. Eiar 1928 (Rai).
Più arretrata l'Italia nella produzione di materiale elettrico perché rimase forte l'influenza della Germania. La maggiori imprese erano la Siemens e la Tibb, che avevano sedi in Italia. Nel mercato italiano c'era anche la Compagnia Generale Elettricità che era americana (primi televisori). L'industria più importante era l'Ansaldo e la Marelli per il materiale elettrico. Fallisce un tentativo di concentrazione con una piccola azienda. La Edison e le altre industrie crescono negli anni 30 fino a diventare il centro di potere più forte.
Passaggi importanti: la creazione di Porto Marghera (polo industriale alternativo), capacità di entrare nel mercato del sud con la Sme, per la prima volta si insediano dei centri industriali al sud. Il più importante a Pomigliano d'arco che nasce come centro aeronautico industriale (costruiva aerei).
In più Alfa Romeo e Cantieri Riuniti Adriatico, più una raffineria di petrolio a Napoli, e un importante stabilimento chimico con la Montecatini. Parte così uno sviluppo industriale anche al Sud fra Napoli e Pomigliano d'arco.
Il cosiddetto ruralismo del fascismo non è aderente alla realtà quindi
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Dettagli appunto:
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Autore:
Barbara Pavoni
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- Università: Università Politecnica delle Marche
- Facoltà: Economia
- Docente: Augusto Ciuffetti
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