Decadenza dell'Italia nel 1600 e motivazioni
Dopo il 1300 l’Italia esportava manufatti ed importava materie prime.
Nel 1600 inizia ad esportare generi alimentari e semilavorati: grano, olio e seta grezza.
Inizia la decadenza. La causa più conosciuta è la scoperta dell’America ma non solo. C’è anche un problema di capacità di stare sul mercato, la concorrenza di Inghilterra ed Olanda che propongono prezzi più bassi. L’Italia non è più competitiva c’è il declino.
Motivazioni:
Irrigidirsi delle corporazioni: Le corporazioni fissavano i salari, le lavorazioni. Non furono elastiche nel comprendere il cambiamento del mercato cioè che aumentavano gli acquisti da parte di cittadini con meno denaro pertanto occorreva produrre prodotti meno costosi e quindi di qualità meno raffinata. Allora per ovviare si delocalizzava la lavorazione dalla città alle campagne dove le corporazioni non arrivavano e l’attività per i contadini era secondaria, di integrazione del reddito primario agricolo pertanto con pretese inferiori.
Polarizzazione della ricchezza nelle mani di pochi con conseguente uso improduttivo di tale ricchezza nell’acquisto di palazzi, di opere d’arte.
Mentalità aristocratica cioè che occuparsi di attività commerciali era disdicevole. Si dovrebbe vivere di rendita. Anche i mercanti arricchiti tendevano ad immobilizzare e non svolgere più la loro attività. (es. Medici di Firenze).
Assenza di uno Stato Unitario. L’Italia era divisa in staterelli e terreno di conquista
Teatro di guerre, carestie, epidemie. Nel 1300 la peste nera. Le ultime nel 1600 ci furono solo in Italia e Spagna che declinarono.
Crescita demografica con domanda crescente di grano e conseguente aumento del prezzo ed anche del pane (più forte che nel resto d’Europa). Questo incentivò all’investimento nella terra invece che nel mercantile che era più rischioso.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Barbara Pavoni
[Visita la sua tesi: "L'evoluzione della valutazione nel pubblico impiego"]
- Università: Università Politecnica delle Marche
- Facoltà: Economia
- Docente: Augusto Ciuffetti
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