Critica alla teoria funzionalista. Haug, Mills, Oppenheimer e McKinlay
Negli anni 60 viene attaccata da due ordini di critiche:
1) Si stanno verificando tendenze che negano la professionalizzazione (Wilensky nega se stesso) non coinvolge tutte le professioni dinamiche e non ha considerato la variabile contesto. Dice che il funzionalismo è buonista.
Haug Deprofessionalizzazione. Perdita del monopolio sulla conoscenza (per aumento dell'istruzione). Perdita della fiducia verso i professionisti.
Mills. Una delle minacce arriva dalla managerializzazione dell'organizzazione.
Oppenheimer. La burocratizzazione dell'attività professionale e questo porta a a forme tipiche del proletariato. Parcellizzazione delle mansioni. Perdita del controllo sul contenuto delle mansioni. Percezione del salario. Contrattazione collettiva.
2) McKinlay. La letteratura si è asservita al potere delle professioni. Le ha definite come gruppi di potere che usano le reti di capitali sociali (famiglie, conoscenze) solidificare la posizione. Ma siamo sicuri che esista una differenza tra professioni e occupazioni?
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Dettagli appunto:
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Autore:
Barbara Pavoni
[Visita la sua tesi: "L'evoluzione della valutazione nel pubblico impiego"]
- Università: Università Politecnica delle Marche
- Facoltà: Economia
- Esame: Sociologia delle aziende pubbliche e sanitarie
- Docente: Maria Giovanna Vicarelli
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