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La flessibilità (o elasticità)


È una caratteristica che ogni impresa deve costantemente possedere per rispondere con tempestività ed efficacia ai cambiamenti ambientali pena la sua stessa sopravvivenza.

Cambiamenti ambientali:
• Sociali -> invecchiamento della popolazione
• Politici -> con diversi governi, diverse leggi
• Concorrenziali -> nuovi concorrenti o vecchi più forti
• Tecnologici -> bisogna adeguarsi (tipo touch screen sui cellulari)
• Della domanda
• Etc.

In altri termini è presupposto indispensabile per apportare in ogni momento e sotto un profilo sia operativo che strategico tutti i cambiamenti imposti dal dinamismo ambientale. Alcuni cambiamenti interesseranno solo il profilo operativo e altri quello strategico e operativo (solo strategico no!).
Cosa dire della flessibilità nell’ambito della pianificazione strategica?

Tale flessibilità:
• Coinvolge l’intera azienda (cioè presente in tutte le componenti, dal vertice ai livelli più bassi)
• È esprimibile come capacità dell’azienda di riformulare obiettivi di lungo e connesse strategie (l’azienda deve essere in grado di cambiare)
• È raggiungibile solo se:
- I piani impostati sono modificabili con una certa facilità (strategia che indica soltanto le linee di massima o strategia strutturata in ogni sua parte ma con possibilità di correzioni)
- Esiste la possibilità di un impiego diverso dalle risorse (passare ad esempio dalla produzione di prodotti di bellezza femminile a quelli maschile)
- Il vertice aziendale intuisce la necessità del cambiamento e vi provvede rapidamente

La flessibilità a livello di pianificazione strategica deve trovare conferma anche in altre variabili quali:

a. La struttura organizzativa che, a seguito di vari fenomeni segnala un’evoluzione: da schemi rigidi a formule più semplici, snelle, più informali, articolate per processi con maggior attenzione all’elemento umano. Un proliferare di organi, di mansioni, di livelli organizzativi non aiuta la flessibilità.


b. La variabile tecnologica che favorisce la flessibilità nella misura in cui rende disponibili impianti:

a. Versatili -> con poche modifiche (chiamate riattrezzaggio, settaggio) possono produrre o più prodotti o tipi diversi dello stesso prodotto)
b. Convertibili -> quegli impianti che possono passare dalla produzione di un bene a un altro con interventi più lunghi, più costosi

c. Le persone che, a contatto con detti impianti, devono anch’essi essere flessibili;
Più in generale,
• Impresa sempre più automatizzata -> compiti nuovi per i dipendenti -> loro continuo aggiornamento ed elasticità mentale
• Per motivare maggiormente i dipendenti, passaggio dalla centralità della mansione all’esaltazione del ruolo sorretta da adeguato coordinamento (autonomia su come svolgere il lavoro)
• Circolo virtuoso:


d. La cultura aziendale disposta a modificare e a modificarsi; ostacoli di natura psicologica e informativa

Tratto da ECONOMIA AZIENDALE di Daniel Tiberi
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