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La Convenzione di Vienna : applicazione del diritto comparato

Ecco allora che si tenta di diffondere norme uguali in tutto il mondo. Tale esigenza è stata affrontata in sede ONU, all'interno di una particolare commissione (UNCITRAL) per il commercio internazionale che ha messo al lavoro un gruppo di esperti per formulare un progetto di convenzione internazionale che introducesse una normativa uniforme con riferimento al contratto di vendita.
Questi esperti sono arrivati alla formulazione di un testo che è stato presentato all'Assemblea dei rappresentanti dei Paesi che fanno parte dell'ONU in occasione di una sessione plenaria avvenuta l'11 aprile 1980 nel palazzo ONU di Vienna (da qui il nome di “convenzione di Vienna”). Ad oggi gli Stati che hanno aderito a tale convenzione sono una sessantina, tra di essi vi sono tutti gli Stati più importanti dal punto di vista commerciale. L'Italia ha aderito nel 1988.
L'adesione comporta l'introduzione nel Paese aderente delle norme previste dalla Convenzione.
Il diritto comparato in questo caso serve perché formulare delle regole da proporre in sede uniforme troppo aderenti ad un'esperienza nazionale significa mettere a repentaglio l'adesione di coloro che hanno ordinamenti diversi, anche solo per un fatto nazionalistico.
Un tentativo di uniformare la disciplina del contratto di vendita internazionale, infatti, è già avvenuto nel 1964 con le due convenzioni dell'Aja, che però proposero una disciplina praticamente uguale a quella italiana. Le adesioni furono 6: l'Italia ed i Paesi ad essa confinanti che avevano più o meno le stesse regole. Tutta l'area anglo-americana non ratificò.
Il diritto comparato, evidenziando quella che sono le somiglianze e le differenze tra gli ordinamenti, dà la possibilità di costruire regole uniformi che in sede convenzionale abbiano maggiori possibilità di essere accettate diffusamente.
Il diritto uniforme: i principi europei di diritto dei contratti
Lo stesso discorso è attualmente in atto con riferimento ai principi europei di diritto dei contratti (PEC). In sede di Unione Europea si sente molto l'esigenza di una disciplina comune in materia di contratto. Una Commissione sta predisponendo una serie di articoli che disciplinano il contratto dalla formazione alla risoluzione.
Questa commissione lavora sulla base del diritto comparato: prima verifica tutte le norme presenti all'interno dell'UE, poi cerca di estrapolare una regola (quella della maggioranza dei Paesi oppure quella più efficace) e la propone come possibile principio comune.
Siamo alla seconda redazione del PEC: il progetto viene presentato come una serie di articoli, ognuno corredato da una lunga nota comparatistica in cui i redattori spiegano come hanno fatto a formulare la regola basandosi sui diversi ordinamenti giuridici.

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