Periodizzazione dell'economia preindustriale
In Europa il sistema economico ruotava attorno all'agricoltura. L'economia preindustriale era fondamentalmente agricola, cioè la maggior parte della popolazione attiva era impiegata nell'agricoltura (circa il 70%) e la maggior parte del pil proveniva dall'agricoltura, che era prevalentemente di sussistenza .
Il rapporto tra questo tipo di agricoltura e il mercato:
Agricoltura di sussistenza: chi fa il contadino riesce a produrre solo ciò che serve a far sopravvivere se stesso e i suoi familiari che non lavorano.
Agricoltura orientata al mercato: chi lavora la terra, oltre a produrre abbastanza per la sua sopravvivenza, produce un surplus da destinare al mercato; più è ampio il surplus minore è la percentuale di popolazione impiegata nell'agricoltura.
Nella età preindustriale i fattori produttivi principali erano la terra e la produttività del lavoro. Quanti più beni alimentari l'agricoltura riesce a produrre tanto più la popolazione cresce. In quest'epoca l'agricoltura era di sussistenza, basata su tecniche primitive, e la popolazione cresceva a fatica.
L'agricoltura di sussistenza ha conseguenze sulla distribuzione geografica della popolazione e la distribuzione della popolazione per settori di attività. Un modello integrale di agricoltura di sussistenza prevede che tutta la popolazione attiva sia impiegata in questo settore.
Il surplus permette di tenere in vita persone che non coltivano la terra ma che, ad esempio, fabbricano manufatti.
Prima dell'anno 1000 la quasi totalità della popolazione era impiegata nell'agricoltura, tranne i pochi appartenenti alla classe dei clerici e dei cavalieri. Dopo l'anno 1000 alcune innovazioni (ad es la rotazione delle colture che da biennale passa a triennale, che permette di coltivare i 2/3 della terra e di avere raccolti diversi; il maggiore utilizzo del ferro per le lame degli aratri, che consentono di scavare solchi più profondi; viene innovato il sistema di aggiogamento selle bestie da tiro, che permette di sfruttare di più il loro lavoro) permettono di aumentare, anche se di poco, la produttività e la produzione del lavoro contadino (→ la produzione è il “quanto” viene prodotto, la produttività è il rapporto tra prodotto e fattori produttivi utilizzati per produrlo; un semplice aumento di produzione potrebbe comunque essere dovuto a un aumento della popolazione e della terra coltivata, pur rimanendo in agricoltura di sussistenza).
L'aumento di produttività implica un aumento del surplus commerciabile e si assiste a un fenomeno dimenticato da secoli, la rinascita dei centri urbani dell'Europa occidentale e si crea il circuito economico fondamentale dell'Europa tra il 1000 e il 1400: il circuito città-campagna. Dalla campagna arrivano i prodotti alimentari, dalla città quelli manufatti. Nonostante ciò questo modello è ancora soggetto al forte rischio della carestia. La carestia portava i contadini o a morire di fame o a spostarsi nelle città, nella speranza che l'amministrazione cittadina avesse scorte di prodotti alimentari e/o che riuscisse a procurarseli da altre fonti.
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Autore:
Silvio Traverso
[Visita la sua tesi: "La Rivoluzione Industriale inglese. Variabili economiche e dibattito storiografico"]
- Università: Università degli studi di Genova
- Facoltà: Economia
- Esame: Storia economica
- Docente: Marco Doria
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