La Germania: sviluppo economico e unificazione politica nel corso dell'800 industriale
All'inizio dell'800 l'Europa è investita dal ciclone delle guerre napoleoniche, che portano con sé 2 fenomeni: da una parte la politica imperiale francese, dall'altra però portano,sotto molti profili, la modernità, e sono veicolo di diffusione, all'interno dell'Europa, di parte delle idee della rivoluzione francese, come la moderna concezione dei diritti individuali dell'uomo, assolutamente incompatibile con la servitù della gleba.
Perché l'arrivo dei soldati napoleonici non fosse vissuto come una liberazione dai contadini prussiani, in quanto avrebbe portato all'eliminazione della servitù della gleba, il governo prussiano si decise a eliminarla nel 1807, prima del loro arrivo (e anche perché era un istituto del passato non più economicamente necessario per via della crescita demografica). In Prussia venne così a formarsi un libero mercato del lavoro.
All'inizio dell'800 la Germania non era ancora unificata, ma frazionata in piccoli stati indipendenti, tra i quali la Prussia era il più forte. Questi stati germanici procedono nel corso dell'800 verso un'unificazione, prima economica che politica.
Diede avvio a questo processo la Prussia stessa, nel 1818, abolendo i dazi interni al paese che ne segmentavano il mercato, e progressivamente stipulando trattati orientati all'unificazione dei mercati con gli altri stati tedeschi, sino a giungere, nel '33, a un'unione doganale che abbatteva tutti i dazi tra gli stati tedeschi, che adottavano inoltre una politica doganale comune per i prodotti esteri (non tedeschi). Queste politiche di liberalizzazione gettarono i presupposti per l'unificazione politica.
In campo economico si cerca di imitare e riprodurre il modello inglese.
L'Inghilterra non riesce a mantenere il monopolio della conoscenze tecniche, sebbene fossero previste pene severe per chi esportasse il know-how (ad es x chi esportava macchinari), in quanto vi erano movimenti di tecnici qualificati che essendo stati in Inghilterra diffondevano nell'Europa la sua cultura industriale.
Il fattore propulsivo del decollo economico tedesco (1830-40) fu la creazione delle linee ferroviarie, che di riflesso portarono a uno sfruttamento sempre più intenso del carbone presente nel bacino minerario della Ruhr. I primi treni furono acquistati all'estero, ma ben presto questa domanda trainò lo sviluppo dell'industria siderurgica e meccanica tedesca, che divenne molto sviluppata soprattutto nel campo dell'industria pesante.
La diffusione delle linee ferroviarie contribuì in maniera decisiva all'unificazione sostanziale del mercato interno.
La Germania vive la sua fase di maturità industriale nel periodo 1870-1914: all'inizio della prima guerra mondiale, per quanto riguarda il fatturato industriale, la Germania aveva superato l'Inghilterra.
L'unificazione politica tedesca si ha nel 1870, in concomitanza con la guerra franco-prussiana: a Versailles, luogo simbolo della Francia, sconfitta in soli 6 mesi, il re di Prussia Guglielmo I viene incoronato Imperatore di Germania (tra l'altro con la guerra franco-prussiana del '70 la Germania si annette le regioni dell'Alsazia e della Lorena [ricca di miniere di ferro] e incamera le riserve auree della banca di Francia).
Negli ultimi decenni dell'800 ha luogo la seconda rivoluzione industriale, e la Germania ne è protagonista. Analizzando i sistemi di istruzione si può sua volta studiare l'economia dello sviluppo [anche se non sempre l'istruzione è determinante → vedi caso inglese → sviluppo grazie ad artigiani-inventori (learning by doing) e manodopera non qualificata]: le innovazione di tardo '800 presuppongono un sapere tecnico-scientifico di alto livello e la Germania da questo punto di vista si pone come paese all'avanguardia, con un ottimo sistema dell'istruzione, specializzato soprattutto nel campo scientifico-tecnologico. Inoltre l'attività di R&S è portata avanti anche da grandi imprese private, soprattutto per quanto riguarda la ricerca applicata, come ad es la Bayer, che da industria tessile diventa chimica e poi farmaceutica (l'aspirina risale alla fine dell'800).
Un altro elemento forte del sistema tedesco è il rapporto tra sistema bancario e sistema industriale: esistevano grandi banche miste che erogavano credito a medio-lungo termine e ben disposte nei confronti delle imprese industriali, di cui spesso acquistavano azioni, intrecciando i loro interessi con quelli delle imprese stesse. In questo periodo la concorrenza è bassa, le banche promuovono la diffusione di cartelli oligopolistici, ampiamente tollerati dal sistema giuridici, che consentono di mantenere alti i prezzi all'interno del mercato nazionale e di esportare i loro prodotti con politiche di dumping (discriminazione di prezzo) funzionali al conseguimento di economie di scala e all'ammortizzazione dei costi per i consistenti investimenti → ragioni di tipo tecnologico- impiantistiche che creano la necessità di trovare sbocchi commerciali. Inoltre il dumping permette di insediarsi nei mercati esteri a danno dei produttori locali.
Il protezionismo avrebbe potuto rendere più "pigri" i produttori locali, disincentivando la spinta allo sviluppo e all'innovazione: sicuramente questo non è quello che accade in Germania.
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Autore:
Silvio Traverso
[Visita la sua tesi: "La Rivoluzione Industriale inglese. Variabili economiche e dibattito storiografico"]
- Università: Università degli studi di Genova
- Facoltà: Economia
- Esame: Storia economica
- Docente: Marco Doria
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