Piante foraggere
Sono piante che vengono coltivate per poter essere date come alimento agli animali che le possono pascolare o raccolto e dato fresco, oppure prima consevato (insilamento, essiccamento, fienagione). La palabilità è la caratteristica di queste piante di essere gradita dagli animali. (influenzato anche dal livello di maturazione).
Ci sono due tipi principali:
Prati: colture destinate a foraggio, persistono nel terreno per più di un anno. Possono essere: permanenti (naturali e, ovviamente, polifiti) o artificiali (essenze scelte appositamente, possono essere monofiti o polifiti)
Erbaio: coltura che dura meno di un anno, coltivato come una coltura normale, può essere monofita o polifita. Autunno-vernini: semina a settembre-ottobre; primaverili-estivi: semina in primavera e raccolta a luglio-agosto.
La coltivazione cambia in base allo scopo di produzione:
- Insilato: loietto, Dactilis, graminacee. Il materiale deve avere zuccheri solubili
- Fieno. Qualitativamente variegato. L’importante non è il volume di produzione, ma la qualità misurata con valore nutritivo/massa. La massa cresce in modo quasi lineare con l’andare del ciclo della pianta.
- Erba disidratata: per avere paglia, si può fare solo con alcune essenze,in genere viene fatto con i materiali migliori, es: erba medica.
Possono essere usate varie famiglie: le graminacee e le leguminose sono le più gradite. Le crucifere crescono anche con temperature abbastanza basse e la loro massa è abbastanza consistente, ma non sono adatte per produzione di insilato e il loro utilizzo massiccio può cambiare il sapore del latte degli animali che ne vengono alimentati.
Graminacee più utilizzate:
- Avena: sia bianca che nera
- Lolium: perenne o multifolium (italicum)
- Segale
- Frumento: non vengono usate varietà nane.
- Triticale
- Dactilis glomerata: erba mazzolina
- Festuche e code (coda di topo, coda di volpe, ecc.)
- Leguminose: erba medica, vari trifogli, vecce, pisello da foraggio (proteico), fava o favino, lupino (per semi), sulla, lupinella, fieno greco. Coltivate da sole o in miscugli.
La coltura specializzata è la meno indicata perché ha bisogno di concimazioni azotate (nei miscugli unendo più specie i fabbisogni di azoto vengono coperti con leguminose), la stabilità produttiva è minore perché con i miscugli con un’annata non favorevole ci sono sempre delle colture che non vengono danneggiate.
Per fare i miscugli si deve fare attenzione alla contemporaneità di maturazione. Se tutte le colture sono comtemporanee si possono creare degli antagonismi. L’ideale è avere una colture inveranale ed una primaverile (es: veccia con graminacee, utile anche per sostegno; oppure lolium con trifoglio squarroso).
Umidità: insilati: circa 30%, fieno circa il 15%. Ceneri: parte minerale, non concorre alla frazione nutritiva del foraggio, ma comunque importante (CA, Mg, Fe): le graminacee hanno molto Si che non è nutriente, le leguminose hanno molto Ca e P, importanti per l’animale. Proteina grezza: ricavata analiticamente in base al contenuto di N, i ruminanti riescono anche a trasformare in proteine l’urea, se in basse concentrazioni. Estratto etereo: corrisponde ai grassi: è alto per il girasole, basso in quasi tutti gli altri: dall’1 al 3%. Fibra grezza: inversamente proporzionale al contenuto energetico, è importante per esercitare il rumine ed alimentare la microflora, aumenta con l’avvicinarsi della maturazione (NDF: + digeribile; ADF e ADL: parte non digerita, massima in corrispondenza della maturazione).
Il materiale foraggero è fatto di: foglie, fusti, frutti e semi. Il valore nutritivo dipende dal rapporto tra le varie componenti. Nel fusto ci sono cellulosa e lignina (componenti di > peso) per questo deve essere ben sviluppato ma non lignificato. Le foglie hanno proteine e suberina. I frutti e i semi hanno proteine, amidi e grassi. Per l’insilamento il prodotto viene trinciato e conservato, per il fieno si procede all’essiccamento, se è troppo veloce le foglie si staccano e il prodotto è peggiore (le foglie devono essere poco staccabili). Condizionamento: si schiaccia il fusto per farlo essiccare prima, quanto più vicino all’epoca delle foglie. L’epoca ideale per la fienagione è dopo la fioritura e prima della maturazione cerosa. Nelle graminacee la foglia non tende a staccarsi, tra le leguminose il migliore è il trifoglio squarroso.
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