Canapa
È una pianta tessile che, in alternativa, viene anche coltivata per i semi che possono essere una buona fonte di grassi e oli, può essere usato per l’alimentazione animale, ma anche umana. Altri usi alternativi possono essere la produzione di carta moneta e di materiali isolanti.
Oggi è coltivata solo in minima parte, dato che la sua coltivazione non è libera dato il suo utilizzo per la produzione di sostanze stupefacenti, in Campania i terreni dove veniva coltivata ora sono stati occupati dal tabacco. Ora sono ammesse solo le coltivazioni che presentano piante con THC <0,2%.
Prima il singolo prodotto veniva raccolto da un apposito consorzio che ne valutava la qualità per corrispondere il giusto prezzo al produttore. La parte esterna del fusto è usata per la fibra. Il sottoprodotto che si ottiene è chiamato canapulo o cannavacciuolo, corrisponde alla parte interna che prima veniva usata per produrre i teli dove venivano messe le mele annurche per essere essiccate.
La canapa fa parte dell’ordine delle Hurticales, ce ne sono due specie principali: Cannabis sativa (più alta, contenuto di THC minore) e Cannabis indica (contenuto maggiore in THC). Tra le varianti della C. sativa abbiamo: Pelusella, turca, Cinese (la più alta); alcune sono tipiche italiane come: Campana, Superfibra, Fibranova, Carmagnola, sono prodotte con il metodo tedesco della tassellatura: si prendono dei campioni di fusto per saggiare la resa in fibr, si analizza il contenuto in fibra e poi si prendono i semi, con questo metodo il contenuto in fibra è passato dal 15% al 30%.
La canapa è una pianta dioica: le piante staminifere fioriscono prima e producono il polline, le pistillifere fioriscono dopo, il seme in esse contenuto è una nocula che contiene: 35% di grassi, 20% di proteine e il 5% di fibra grezza. L’olio che si ricava viene usato per l’alimentazione umana e può essere necessario per alcune specie di animali.
La radice è un fittone. Il fusto è cilindrico più o meno ramificato (per la produzione di fibra è meglio che non sia ramificato, per la produzione di semi sì) lungo da 150 a 500 cm. Il derma è la parte centrale con vasi legnosi (come il sambuco). La fibra primaria è lunga 16 mm, la secondaria è più corta e più pregiata. Le foglie sono palmato-sette con margine seghettato. La corteccia esterna rappresenta il canapulo, dal fusto e dai semi abbiamo la bacchetta (fusto senza foglie) che, per macerazione (prima essiccazione, poi macerazione in acqua, il moneto più opportuno è alla decomposizione delle pectine: la corteccia si stacca facilemente ma non è decomposta), dà lo stigliato. Con 100 q di bacchetta abbiamo 20-30 q di stigliato.
Le esigenze in luce sono alte, una coltivazione fitta ci permette di avere piante più alte. Temperature: per la germinazione abbiamo bisogno di 8-10°C, per la fioritura di 19°C, per la maturazione 23-24°C. Temperature alte e aridità portano alla pre-fioritura (la pianta non si sviluppa bene prima di fiorire), è più facile che ciò avvenga con semine tardive.
Per le migliori produzioni abbiamo bisogno di terreni fertili, profondi, freschi e moderatamente argillosi (in Italia: Emilia-Romagna e Campania). È considerata una pianta da rinnovo, va molto bene dopo un prato o frumento. Con monocoltura possiamo avere problemi di sclerotinia.
La preparazione del terreno prevede un’aratura a 35-40 cm, consigliata da metà febbraio, poi viene fatta una rifinitura per avere terreno sottile perché il seme ha un diametro di 2-3 mm ed ha problemi di emergenza. La semina viene fatta verso marzo-aprile (Nord Italia), in terreni argillosi la preparazione viene fatta nell’anno precedente (possono anche essere disposte delle porche).
Concimazione: possono essere dati 500-600 q/ha di letame. Quantità di elementi da fornire: 90-100 kg/ha di N; 40-60 kg/ha di P2O5; 100-150 kg/ha di K2O. L’apporto di K può essere eliminato o ridotto a 50 kg/ha. L’azoto viene dilazionato in due interventi, con colture primaverili-estive non si danno nitrati (costano di più), ma urea o ammoniaca.
Densità di semina: 120-150 piante/m2, le file vengono distanziate di 15-20 cm, si usano 50-60 kg di semi/ha. Si usa la stessa seminatrice del frumento e si semina a fila continua. Nel caso di coltivazione da seme di fanno delle file di 5-70 cm con meno di 10-15 kg/ha. Si può anche fare una coltura per avere sia una parte dei semi che una parte di fibra (coltivazione mista), in questo caso la densità di semina è 40-60 piante/m2, la raccolta viene fatta all’inizio della formazione del seme, altrimenti se si va troppo in avanti nel tempo la fibra ottenuta va bene solo per l’industria.
La raccolta viene fatta ad inizio formazione dei semi (modello misto). Per la produzione di semi si raccoglie dopo un mese che questi si sono formati. Si può fare con la falciatura, poi vengono lasciate le andane nel terreno, così essiccano in 4-5 giorni, poi si fanno fasci da mandare al macero (passato) o all’industria, meccanicamente l’operazione viene fatta con la falcia-condizionatrice. Per i semi si fa una trebbiatura a 1,5 m perché il materiale vegetale è enorme. Dopo la falciatura si schiaccia il fusto con la condizionatrice per avere le balle. In Campania si faceva nella II parte di luglio e si macerava ad agosto. La macerazione veniva fatta in grosse vasche in cui veniva messo il materiel che poi veniva coperto da grandi massi.
Le produzioni medie sono: 80-120 q di bacchetta; 20-30 q di stigliato; 15-20 q di seme (valori per un ha) il diametro dei fusti va da 2 a 4 cm (dipende dalla fittezza), se sono troppo sottili e la zona è ventosa possiamo avere allettamento..
Avversità: nottuidi, grillotalpa e piralide che vengono prevenuti con geodisinfestazione, peronospora e sclerotinia (rotazione e concia del seme). Fisiopatie: stress idrico, eccessi termici dati da irrigazioni sbagliate o da errati tempi di semina.
Irrigazione: infiltrazione laterale da solchi (produzione per seme) o a scorrimento (buona preparazione del campo), oppure aspersione (turni di 10-15 giorni, 40-50% di acqua disponibile e 40-60 mm di evaporato).
Il diserbo non sempre è necessario dato che le fittezze a cui vengono coltivate le piante non permettono la proliferazione di infestanti. Si può fare solo in pre-semina per coprire il periodo in cui il terreno è ancora libero, ma se si semina a febbraio non ci sono molti problemi. L’unica infestante è il convolvolo che riesce ad arrampicarsi sui fusti per avere luce, il convolvolo perenne ha già le radici che vengono eliminate dall’aratura, mentre quello annuale viene combattuto con un diserbo annuale pre-semina.
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