L'era di Internet ha comportato un ripensamento dell'archivio audiovisivo da convertire in formato informatico; si impone uno standard comune già dalla versione fisica della Fondazione internazionale degli archivi del film, problema che si ripresenta nella conversione in file. Diventano necessari elementi come il Thesaurus e l'authority file. Per l'Italia vengono considerati gli archivi RAI, LUCE e AAMOD.
Catalogazione informatica del materiale audiovisivo
di Laura Righi
Riassunto del libro “La catalogazione dei documenti audiovisivi nell’era di
Internet”. L'era di Internet ha comportato un ripensamento dell'archivio
audiovisivo da convertire in formato informatico; si impone uno standard
comune già dalla versione fisica della Fondazione internazionale degli archivi
del film, problema che si ripresenta nella conversione in file. Diventano
necessari elementi come il Thesaurus e l'authority file. Per l'Italia vengono
considerati gli archivi RAI, LUCE e AAMOD.
Università: Università degli Studi di Bologna
Facoltà: Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo
Corso: Discipline dell’Arte, della Musica e dello
Spettacolo
Esame: Documentazione del patrimonio audiovisivo
Docente: Michele Canosa
Titolo del libro: La catalogazione dei documenti audiovisivi
nell’era di Internet
Autore del libro: G. D’Autilia
Editore: Archivio Audiovisivo del movimento operaio e
democratico
Anno pubblicazione: 19991. Aspetti della catalogazione audiovisiva in Italia
In Italia si contano 10 grandi archivi e più di 200 strutture di medie e piccole dimensioni con lo scopo di
salvaguardare e conservare documenti audiovisivi. Il patrimonio italiano custodito negli archivi è valutato
complessivamente intorno al 50% di ciò che è stato prodotto. Tutto ciò mostra l’urgenza di un’efficace tutela
della nostra memoria audiovisiva.
Finora le iniziative per censire almeno gli archivi che si occupano di conservazione di film sono state molto
rare e, tra queste, le più recenti sono state "Archivi sonori" e "Guida agli archivi audiovisivi in Italia".
Oltre a offrire una soluzione per l’ordinamento di un archivio, la catalogazione degli audiovisivi va
considerata soprattutto un risorsa, per le conseguenze che può avere su tutta una serie di aspetti decisivi per
il settore.
Aspetti culturali: nel 1980 per la prima volta le immagini in movimento erano definite parte del patrimonio
culturale di ogni nazione (i beni culturali devono essere adeguatamente conservati ma ne deve essere
garantita la fruizione pubblica, il reperimento) ; nel 1989 venne raccomandata la ricerca di standard
internazionali.
Aspetti commerciali: la catalogazione è fondamentale supporto della commercializzazione; il valore
economico di un film è normalmente molto alto.
Aspetti economici: il documento audiovisivo, che sia riconosciuto come merce o bene culturale, è in molti
casi un prodotto d’autore e come tale va tutelato.
Aspetti scientifici: gli audiovisivi sono ormai oggetto di analisi da parte non solo degli esperti del settore ma
anche degli storici contemporanei; un film è ormai riconosciuto come un documento allo stesso tempo per la
storia, per la storia della cultura, per la storia del cinema.
Esiste un grande pubblico (potenziale) interessato a queste fonti d’archivio e che esige l’accesso alla ricerca.
È responsabilità del catalogatore compiere al prima operazione di critica delle fonti, capire le origini e
l’autenticità di un documento ancora prima di metterlo a disposizione dello studioso. Questo problema è
aggravato dalla dispersione del materiale audiovisivo. La catalogazione è in grado di creare se stessa: le
nostre esperienze nel campo della costruzione di banche dati ci hanno fatto rilevare come le informazioni
archiviate costituiscano una fonte inesauribile per la catalogazione di nuovi documenti.
Laura Righi Sezione Appunti
Catalogazione informatica del materiale audiovisivo