Appunti per l'esame di Storia Medievale basati su un testo del Touring Club sulla via Francigena. Si ripercorre la storia della via Francigena, anticamente chiamata via Francesca o Romea, e dei pellegrinaggi verso Roma in particolare del pellegrinaggio che il vescovo Sigerico fece nel X secolo da Canterbury a Roma.
Il pellegrinaggio in Italia - La via Francigena
di Dario Gemini
Appunti per l'esame di Storia Medievale basati su un testo del Touring Club
sulla via Francigena. Si ripercorre la storia della via Francigena, anticamente
chiamata via Francesca o Romea, e dei pellegrinaggi verso Roma in particolare
del pellegrinaggio che il vescovo Sigerico fece nel X secolo da Canterbury a
Roma.
Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
Facoltà: Lettere e Filosofia
Corso: Filosofia
Esame: Storia Medievale
Titolo del libro: Via Francigena – Sulle orme di Sigerico1. Le vie romane e i pellegrinaggi: la via Francigena
Sigerico arcivescovo di Canterbury, in obbedienza all’obbligo di venire a Roma per ricevere il Pallium dal
Papa (la veste di lana ornata con la croce, simbolo dell'investitura), intraprende nel 990 il viaggio di andata e
ritorno. Scrive un diario oggi custodito alla British Library di Londra. Annota informazioni preziose sul
tratto da Roma al colle del Gran San Bernardo.
Gli itinerari del pellegrinaggio contribuirono a mantenere in vita le direttrici romane già tracciate e a far
infoltire il numero di mercati ed uomini che ne utilizzavano i percorsi: nasce così l’Europa moderna, la vita
si espande. La Francigena fu una delle strade più battute nel medioevo, toccava centri rilevanti ed in parte
usava antichi tracciati romani e arterie longobarde. Città come Siena e San Gimignano dovettero alla
Francigena la loro fortuna.
Ma la Francigena non è un singolo tracciato. È un vero e proprio sistema viario, un insieme di percorsi. A
differenza delle vie romane le strade medievali erano identificate solo da soprannomi, spesso riferiti ad
esempio alla meta del percorso o ad aspetti pericolosi. Così Francigena o Francesca è il nome dato a una
direttrice viaria che collegava Italia (Roma) con la Francia. Era dunque una “via proveniente dalla Francia”,
o “che portava in Francia”, ricordando che la Francia di allora includeva gran parte della Germania. Nella
pianura padana spesso la via mutava il suo nome in Romea, essendo Roma meta ricca di suggestioni.
Oggi parlando di Francigena si fa spesso riferimento alla Francigena secondo l’itinerario di Sigerico nel suo
viaggio di ritorno a Roma. Si tende oggi a considerare questa l’autentica Francigena. Comunque successive
testimonianze storiche, come il viaggio di ritorno dalla III crociata del re di Francia Filippo Augusto nel
1191, riportano le tappe di Sigerico con poche variazioni.
Sigerico divenne arcivescovo di Canterbury nel 989, ed è obbligato ad andare a Roma per il Pallium che
prenderà dalle mani di Papa Giovanni XV. Gesto simbolico > Sigerico aveva anche un vasto corteo. A
Roma Sigerico visita 16 chiese, 7 il secondo giorno. Il viaggio di ritorno ha 80 tappe, 48 in Italia, 32 dal
passo S. Bernardo al canale della Manica, ma la 79esima è omessa. Ritorna così a Calais per raggiungere la
sede episcopale.
Città principali attraversate da Sigerico: Radicofani, Siena, Lucca, Pontremoli, passo della Cisa, Fidenza,
Pavia, Vercelli, Santhià, Aosta, Gran San Bernardo.
In epoca preromana, con il territorio italico diviso tra etruschi, sanniti e altre popolazioni italiche, la rete
stradale si presentava molto varia, composta da molte piste battute e sterrate. Fiumi e valli erano importanti
per la circolazione. L’impero romano diede molta importanza al sistema viario, per raggiungere le colonie
ma anche per questioni amministrative o economiche. Strabone parla dell'importanza delle strade. Con il
cristianesimo cominciano i pellegrinaggi, per compiere atti a scopo votivo o penitenziale. Prima meta è
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Il pellegrinaggio in Italia - La via Francigena Gerusalemme, anche se i pellegrinaggi dei primi 3 secoli sono fenomeni elitari. Le cose cambiano con gli
editti di Galerio nel 311 e Costantino del 313, che concedono la libertà di culto ai cristiani. Da allora molti
pellegrini cominciano a recarsi alla tomba vuota di Cristo.
Del 333 è l’itinerarium burdigalense, la più antica relazione del viaggio condotto da un anonimo bordolese
da Bordeaux a Gerusalemme e viceversa. Importante è anche l’itinerarium o peregrinatio ad loca sancta
di Egeria, scritto forse prima della fine del IV secolo da una donna, che racconta il pellegrinaggio in
Terrasanta.
Con il declino e la divisione dell'Impero le strade diventano la via che permette ai barbari di invadere la
penisola dal V secolo. Nel 568 guidati da re Alboino giungono i Longobardi in Pianura Padana: venivano
dalla Pannonia. Dopo la resistenza di Pavia scendono in Italia centrale fino al Volturno. Abbiamo ora due
territori: la Longobardia e la Romània, d’influenza bizantina. Le vie romane cominciano un declino.
Nel III decennio del 7 secolo riparano in Italia alcuni sacerdoti orientali che avevan svolto opera di
apostolato ai limiti asiatici dell'impero. Intanto nel 598 con papa Gregorio magno i longobardi si erano
convertiti. Comunque questi sacerdoti sono inviati in Italia centro - settentrionale per convertire pagani e
ariani. Questi furono forse i primi a camminare sulla Francigena. Il tragitto era già stato sfruttato dai
longobardi ed il passo della Cisa permetteva di evitare i pericolosi territori bizantini. Roma era sotto il
dominio bizantino solo nominalmente, per la debolezza dell’impero. Il pontefice era divenuto una sorta di
vero e proprio sovrano. I longobardi quindi han delineato uno dei rami portanti della Francigena e
contribuito a renderlo accessibile e sicuro. Le strade allora eran probabilmente carrarecce. Molte località nel
nome testimoniano la presenza longobarda, come quelle dedicate al culto di San Michele Arcangelo. Nel
773 Carlo Magno, intervenuto in soccorso del papato contro i longobardi di Desiderio, scende in Italia
passando il Moncenisio e vince il nemico allo sbocco della val di Susa. Parte dell'Italia entra così nel
territorio dei Franchi, che nel Natale dell'800 con l’incoronazione di Carlo da Papa Leone III diviene il
Sacro Romano Impero. Da ora in poi le strade romane diventano veicolo di cultura.
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Il pellegrinaggio in Italia - La via Francigena 2. Il pellegrinaggio sulla via Francigena
Nel medioevo non solo il regnum era legato con il sacerdotium di papi e ministri d culto, ma la vita terrena
era considerata pellegrinaggio verso il traguardo della vera vita ultraterrena.
Ecco perché molte persone si mettevano in viaggio contro i pericoli di animali e uomini. Il pellegrinaggio
era un'avventura prima della quale si saldavano i debiti e si faceva testamento, ricevendo l’autorizzazione.
Molti partivano poveri. La divisa del pellegrino era un mantello di tessuto ruvido chiamato pellegrina, un
cappello rialzato davanti e legato sotto il mento detto petaso, e andavano in giro con pochi oggetti: una
bisaccia, una borsa di pelle, una zucca secca come borraccia, il bordone (lungo bastone con punta metallica).
Gli oggetti eran benedetti. Molti pellegrini partivano per desiderio personale. Il primo Giubileo cristiano
proclamato da Bonifacio VIII nel 1300 fu indetto con un bolla retroattiva: i pellegrini si stavano già recando
alla Basilica Lateranense, in cui eran le tombe di Pietro e Paolo e la Veronica con cui sarebbe stato deterso il
volto del Cristo.
La via di Monte Bardone diviene fondamentale. Crescono abbazie e monasteri per accogliere i pellegrini, e
nel IX secolo attestiamo per la prima volta la denominazione di via Francigena. Nel X secolo aumentano i
pellegrini francesi, nell’itinerario che seguivano anche i mercanti. I pellegrini nordici venivano in Italia dalla
valle del Reno e le fiandre per poi salire il Gran San Bernardo, al passo detto un tempo Mons Jovis (2473).
San Bernardo di Mentone, arcidiacono di Aosta, vi fondò nel 1050 un monastero con ospizio, abitato
ancora da monaci agostiniani. Poi Aosta, Point Sant Martin, Ivrea, Santhià (qui si usava il traghetto e si
incontrava la direttrice del Moncenisio e Torino): poi Vercelli, il Sesia, Pavia. Dopo il 1000 si diffonde il
pellegrinaggio, grazie anche alla nuova spiritualità promossa dall'abbazia francese di Cluny, che
pubblicizzava molto Compostela. Fedeli di ogni età e condizione si incamminano dalla Terrasanta a
Compostela. Così la Francigena è percorsa anche da chi si reca in Terrasanta per la Puglia e da chi si reca a
Santiago. Diviene così punto d’incontro tra le Peregrinationes Maiores ed accresce importanza dal XI
secolo. Nel XIV secolo la notevole affluenza nei giubilei del 1300 e 1350 fa acquisire importanza anche ad
altre vie. Complice la condanna del pellegrinaggio con la riforma protestante, comincia il lento declino della
Francigena.
La via aveva molti itinerari possibili. Si cercava di evitare zone di guerra o infestate da briganti.
L’ingresso in Italia poteva avvenire dal Gran San Bernardo, dal Moncenisio che già usavano i romani e che
giungeva a Susa passando per la chiusa di san Michele e Torino, quindi il Po, Chivasso da traghettare, e due
percorsi che portavano a Vercelli, fino a Santhià dove si incontrava il ramo della Val d’Aosta. Un'altra
variante giungeva a Vercelli per altri paesi. Altre due varianti della via di Sigerico cominciano dopo aver
attraversato il Po vicino Piacenza: una che scavalca il passo del Pellizzone e borgo val di Taro, giungendo a
Pontremoli dove si congiunge con la via di Sigerico, l’altra toccava Parma, Collecchio, Fornivo. Poi c’era la
via del volto santo, percorso di devozione che collegava lunigiana e garfagnana attraverso il passo di San
Nicola di Tea. Da Castelnuovo di Garfagnana si scendeva a Lucca, per venerare nella cattedrale di San
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