Il pellegrinaggio sulla via Francigena
Mettersi in viaggio: nascita e declino del pellegrinaggio sulla Francigena
Nel medioevo non solo il regnum era legato con il sacerdotium di papi e ministri d culto, ma la vita terrena era considerata pellegrinaggio verso il traguardo della vera vita ultraterrena.Ecco perché molte persone si mettevano in viaggio contro i pericoli di animali e uomini. Il pellegrinaggio era un'avventura prima della quale si saldavano i debiti e si faceva testamento, ricevendo l’autorizzazione. Molti partivano poveri. La divisa del pellegrino era un mantello di tessuto ruvido chiamato pellegrina, un cappello rialzato davanti e legato sotto il mento detto petaso, e andavano in giro con pochi oggetti: una bisaccia, una borsa di pelle, una zucca secca come borraccia, il bordone (lungo bastone con punta metallica). Gli oggetti eran benedetti. Molti pellegrini partivano per desiderio personale. Il primo Giubileo cristiano proclamato da Bonifacio VIII nel 1300 fu indetto con un bolla retroattiva: i pellegrini si stavano già recando alla Basilica Lateranense, in cui eran le tombe di Pietro e Paolo e la Veronica con cui sarebbe stato deterso il volto del Cristo.
La via di Monte Bardone diviene fondamentale. Crescono abbazie e monasteri per accogliere i pellegrini, e nel IX secolo attestiamo per la prima volta la denominazione di via Francigena. Nel X secolo aumentano i pellegrini francesi, nell’itinerario che seguivano anche i mercanti. I pellegrini nordici venivano in Italia dalla valle del Reno e le fiandre per poi salire il Gran San Bernardo, al passo detto un tempo Mons Jovis (2473). San Bernardo di Mentone, arcidiacono di Aosta, vi fondò nel 1050 un monastero con ospizio, abitato ancora da monaci agostiniani. Poi Aosta, Point Sant Martin, Ivrea, Santhià (qui si usava il traghetto e si incontrava la direttrice del Moncenisio e Torino): poi Vercelli, il Sesia, Pavia. Dopo il 1000 si diffonde il pellegrinaggio, grazie anche alla nuova spiritualità promossa dall'abbazia francese di Cluny, che pubblicizzava molto Compostela. Fedeli di ogni età e condizione si incamminano dalla Terrasanta a Compostela. Così la Francigena è percorsa anche da chi si reca in Terrasanta per la Puglia e da chi si reca a Santiago. Diviene così punto d’incontro tra le Peregrinationes Maiores ed accresce importanza dal XI secolo. Nel XIV secolo la notevole affluenza nei giubilei del 1300 e 1350 fa acquisire importanza anche ad altre vie. Complice la condanna del pellegrinaggio con la riforma protestante, comincia il lento declino della Francigena.
Il percorso della Francigena
La via aveva molti itinerari possibili. Si cercava di evitare zone di guerra o infestate da briganti.L’ingresso in Italia poteva avvenire dal Gran San Bernardo, dal Moncenisio che già usavano i romani e che giungeva a Susa passando per la chiusa di san Michele e Torino, quindi il Po, Chivasso da traghettare, e due percorsi che portavano a Vercelli, fino a Santhià dove si incontrava il ramo della Val d’Aosta. Un'altra variante giungeva a Vercelli per altri paesi. Altre due varianti della via di Sigerico cominciano dopo aver attraversato il Po vicino Piacenza: una che scavalca il passo del Pellizzone e borgo val di Taro, giungendo a Pontremoli dove si congiunge con la via di Sigerico, l’altra toccava Parma, Collecchio, Fornivo. Poi c’era la via del volto santo, percorso di devozione che collegava lunigiana e garfagnana attraverso il passo di San Nicola di Tea. Da Castelnuovo di Garfagnana si scendeva a Lucca, per venerare nella cattedrale di San Martino (dal 742) il crocifisso ligneo del volto santo, scolpito secondo leggenda da Nicodemo e completato da angeli.
Il naturale proseguimento verso sud è forse la via Appia Traiana, chiamata Francigena del sud in certi documenti. È composta dall’Appia, voluta nel 312 a.c. dal censore Appio Claudio Cieco, e dalla via Traiana Calabra, in Puglia, costruita tra il 108 e il 110 a.c. dall’imperatore Traiano prolungando l’Appia. Nel medioevo la percorrevano i pellegrini che andavano al santuario di S. Michele arcangelo al Gargano. L’aumento degli scambi determinò anche il sorgere di alberghi, ospizi, taverne, magioni degli ordini cavallereschi (templare, teutonico, gerosolimitano).
Lasciata Roma la prima sosta lungo l’Appia era la chiesa del Domine quo Vadis?, dove cristo sarebbe apparso a Pietro che fuggiva dalla capitale (S. Maria in Palmis). Poi Velletri, Terracina, Fondi, Capua (S. Angelo in Formis), Benevento, Troia, Canosa, Andria, Bitonto, Bari, attraverso l’Appia Traiana o l’antica via Venosa. Il 9 maggio 1087 arrivarono a Bari le ossa di san Nicola vescovo di Mira, trafugate da marinai baresi: Papa Urbano II va lì a consacrare la cripta del santo e deporre le sue reliquie, dando il via all’accesso dei pellegrini. Dal porto pugliese di Egnatia si andava in Terrasanta.
E le tappe dal San Bernardo al canale della Manica? Molti forse percorrevano la valle del Reno, molto popolata. Da qui confluivano i cristiani che venivano da nord, come testimonia il diario del monaco islandese Nikulas di Munkathvera. Sigerico transita invece lungo il crinale del nord est francese, la dorsale collinare che parte dalla zona di Calais e verso Martigny, nel vallese svizzero, passa il rodano per entrare nella vallata d’Entremont e raggiungere il Gran S. Bernardo. Valicato il Bernardo Sigerico prosegue per la Valle del Rodano, poi verso Losanna, quindi la zona del lago di Neuchat, le dorsali del giura, Besancon. Guada a Cussey, poi attraversa Blessonville, passa nei pressi dell’abbazia di Chiaravalle, poi Reims, Corbeny, Arras, Sombre. Giunge sulla riva del mare, e si imbarca a Strouanne, vicino Wissant, naviga per 35 km e rientra in patria.
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