Lo sbocco della via Francigena in Toscana: da Lucca alla Val d'Elsa
Eccoci a Lucca, punto di snodo e sosta importantissimo. Sigerico vi si fermò nella 26esima tappa. Erede di una fiorente città romana, fu sede di un ducato in epoca longobarda e capitale della Tuscia. Nel 200 aveva almeno 13 strutture ospitaliere. Tante, bellissime chiese romaniche erano oggetto di ammirazione. Motivo di sosta principale era la venerata icona del Crocifisso del Volto Santo. La presenza della strada (Francigena + commerci di seta, olio,vino) fece sviluppare molto la città.
Tra le chiese ricordiamo San Michele in Foro, edificata dal 1070 in poi su preesistenti edifici, con campanile a influssi lombardi. San Frediano, costruita tra il XII e XIII secolo sorge su un basilica del VI secolo ed è dedicata all’irlandese San Frediano, protettore della città, che giunto a Lucca nel VI secolo si fece eremita e venne poi nominato vescovo. Sulla facciata è il duecentesco mosaico dell’Ascensione. Interno: pianta basilicale con tre navate con un pavimento a mosaico del XII secolo. Il Duomo è dedicato a San Martino: fondato secondo tradizione da San Frediano nel VI secolo, fu più volte ricostruito. La struttura attuale è dell’XI sec, e vi era annesso un ospitale protetto da Beatrice di Canossa. La facciata del XII secolo è in forme romaniche, con ampio portico sormontato da tre ordini di soggette. Sotto il portico sono tre portali del XIII secolo al portico è addossata la torre campanaria del XIII secolo, in forme lombarde. L’interno in forme gotiche è a tre navate sorrette da pilastri, con matronei e coperture a volta ogivali. Al centro della navata sinistra è il tempietto che conserva il Crocifisso del Volto Santo, che risale a un periodo tra XI e XIII secolo, realizzato su modello più antico di provenienza orientale. Lo vediamo dal colobium, abito che riveste Cristo. Leggenda vuole che sia stato scolpito dal fariseo Nicodemo in Terrasanta, e giunto a Luni nell'VIII secolo su nave priva di nocchiero. Il vescovo di Lucca sognò l’evento miracoloso e si recò a Luni: al suo arrivo la nave fu tratta in secco e il crocifisso posto su un carro di buoi indomiti che si diressero a Lucca. Così il vescovo di Lucca cede a Luni l’ampolla del Preziosissimo sangue del duomo di Sarzana.
Ricco di storia e natura è il tratto della Francigena che da Lucca scende verso il confine con il Lazio. Passato l’Arno i pellegrini imboccavano la val d’Elsa in direzione di Siena. Molti comuni della zona si son sviluppati grazie alla Francigena. In molte chiese fortificate della zona sostò Sigerico. Siena era figlia della Francigena, 35 ospitali ed una delle più importanti città d’Europa. Da Siena si prende la Val D’Orcia , toccando lungo il tracciato della Cassia vari centri e l’abbazia di Monte Oliveto Maggiore, segno dell’importanza della zona come zona di missione. Da qui il confine con il lazio è vicino: si discende verso Acquapendente.
Lasciata Lucca, i pellegrini dovevano attraversare l’Arno in un zona paludosa. Incontriamo paesi come Altopascio, con un ospitale tra i più importanti dell’Italia centrale, quindi Fucecchio, dove esisteva un ponte che permetteva di traversare il fiume. San Miniato, non lontana dall’arno, era all’incrocio dell’antica via romana che collegava Firenze a Pisa e il tracciato della Francigena. Fu sede di vicari imperiali. Nel palazzo dei vicari nacque forse la contessa Matilde.
Seguendo il corso dell'elsa incontriamo San Gimignano, Abbadia Isola, Monteriggioni. Partiamo però da Castelfiorentino, cresciuto grazie alla Francigena: nel XII secolo è tra i domini di Firenze. A Certaldo, patria di Boccaccio. Poi San Gimignano, tappa di Sigerico (19esima) come sancte gemiane, era sede di mercato e ci passava la Francigena. Furon fondati molti monasteri e ospitali: quando la via dei pellegrini si spostò sull’altro versante della Val d’Elsa cadde la popolarità. Oggi a San Gimignano ci sono solo 15 torri superstiti delle 72.
Poi tocchiamo Colle Val D’Elsa e Abbadia Isola, burgenove di Sigerico, dov’era l’abbazia cistercense di S.Salvatore, fondata nel 1001, edificio dell’XI sec in stile lombardo.
Da Monteriggioni percorriamo poi la statale cassia e siamo a Siena attraversando basse colline. Vi entriamo a Porta Camollia, poi tocchiamo l’abbazia di monte oliveto maggiore e Bibbiano. Verso sud la via va a bagno pignoni, lascia la val d’Orcia e tocca Radicofani.
Siena, patrimonio dell'umanità Unesco, è costruita su tre colli che separano la Val d’Elsa dalla Val d’Arbia. La città era divisa in tre terzi o quartieri. Vi sostò Sigerico, che la chiama Seocine. Nel medioevo c’erano più di 35 istituzioni per i pellegrini. Nei registri del 1288 si parla di 90 albergatori. Varie le leggende sull’origine di Siena. La più famosa dice che nell’VIII secolo a.c. Senio e Aschio, figli di Remo, fuggirono da Roma dallo zio Romolo portandosi la statua della lupa. Arrivati al fiume costruirono Castelvecchio. Storicamente Siena è centro importante prima etrusco poi romano. Diviene colonia militare sotto Ottaviano augusto. Si sviluppa molto in epoca medievale grazie ai traffici sulla Francigena. Battaglia di Montaperti con Firenze nel 1260.
La Francigena entra in città a porta Camollia, poi arriva allo spedale di s.maria della scala: sorge tra il IX e il X secolo polo religioso della città è però il duomo, rivestito in marmo bianco e nero. Facciata di Giovanni Pisano, capolavoro romanico-gotico. Interno con pavimento unico composto da 56 riquadri di marmo intarsiati con figure mitologiche e scene del vecchio testamento. Opere di Donatello e una cripta con interessanti pitture murali. A ridosso del duomo è il Battistero dedicato a San Giovanni Battista, che conserva una fonte battesimale capolavoro del rinascimento. Il cuore di Siena, dove si tiene il palio, è piazza del campo. Dopo Siena raggiungiamo la Grangia di Cuna, grande fattoria proprietà dello spedale di Santa Maria della scala nel 1224, era una struttura agricola fortificata. Poi tocchiamo Buoncovento, e l’abbazia di Monte Oliveto Maggiore, fondata nel 1313 da Bernardo Tolomei, professore di diritto che si ritirò in meditazione. Fondazione approvata nel 1320. Anche a San Quirico d’Orcia fece tappa Sigerico. A Bagno Vignoni in una piazza c’è un vasca di raccolta delle acque termali, che sgorga a 52 gradi. A Radicofani centro importante per il transito per Roma, posizione strategica, possiamo vedere la chiesa romanica di S. Pietro. Un gioiello della val d’Orcia è la chiesa romanica di S. Antimo, fondata secondo leggenda da Carlo Magno. Fu costruita dai benedettini a partire dal 1118 in stile romanico con influenze francesi e lombarde, con travertino e onice. Molti bassorilievi, portale romanico, interno a 3 navate con capitelli scolpiti, due cripte.
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