Il corso si propone di far conoscere le principali teorie sviluppate nell’ambito della psicologia di comunità durante il suo tragitto storico.
La disciplina sarà presentata come un’area di indagine e di azione che coniuga l’approccio clinico con l’ottica sociale, consentendo di spiegare e intervenire sulle relazioni degli individui all’interno dei diversi contesti sociali (famiglia, gruppi, organizzazioni, comunità).
Saranno introdotti strumenti concettuali e metodologici per osservare, descrivere e analizzare i processi sociali che si strutturano all’interno della comunità intesa come contesto concreto in cui gli individui sono inseriti e dove i problemi sociali assumono forme specifiche a partire dall’articolazione tra dimensioni individuali/psicologiche e dimensioni collettive/sociali.
Attraverso il corso s’intende inoltre sviluppare la conoscenza dei fondamenti teorico-metodologici della ricerca-intervento, facendone comprendere i diversi orientamenti e i differenti settori di applicazione, nonché le prospettive professionali e formative.
Ricerca Intervento di Comunità
di Mariasole Genovesi
Il corso si propone di far conoscere le principali teorie sviluppate nell’ambito
della psicologia di comunità durante il suo tragitto storico.
La disciplina sarà presentata come un’area di indagine e di azione che coniuga
l’approccio clinico con l’ottica sociale, consentendo di spiegare e intervenire
sulle relazioni degli individui all’interno dei diversi contesti sociali (famiglia,
gruppi, organizzazioni, comunità).
Saranno introdotti strumenti concettuali e metodologici per osservare,
descrivere e analizzare i processi sociali che si strutturano all’interno della
comunità intesa come contesto concreto in cui gli individui sono inseriti e dove i
problemi sociali assumono forme specifiche a partire dall’articolazione tra
dimensioni individuali/psicologiche e dimensioni collettive/sociali.
Attraverso il corso s’intende inoltre sviluppare la conoscenza dei fondamenti
teorico-metodologici della ricerca-intervento, facendone comprendere i diversi
orientamenti e i differenti settori di applicazione, nonché le prospettive
professionali e formative.
Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
Facoltà: Psicologia
Corso: Psicologia
Esame: Scienze e tecniche psicologiche
Docente: Monica Colombo ed Ennio Ripamonti1. Definizione di ricerca azione
Esempi di ricerca azione:
• il top management di un'impresa è preoccupato per l'aggravarsi di episodi di violenza interna e di mobbing
• gli insegnanti di una scuola elementare vorrebbero trovare modalità per inserire con successo bambini
problematici
• I dirigenti di un servizio sanitario sono interessati a migliorare le politiche di prevenzione dei tumori tra le
donne appartenenti a minoranze etniche, dopo i fallimentari risultati degli interventi già realizzati
• un'amministrazione pubblica vuole favorire la nascita di una rete tra le organizzazioni che si occupano di
affido per migliorare i servizi offerti e, nello stesso tempo, razionalizzare le risorse economiche
• Un gruppo d'imprenditori vorrebbe individuare i percorsi di sostegno più idonei per favorire i passaggi
intergenerazionali nelle imprese a conduzione familiare --> questi esempi mostrano che la ricerca azione
può essere praticata in una molteplicità di contesti.
Cosa c'è in comune in questi esempi? In tutte queste situazioni, pur nella diversità di contesto, l'elemento
che le accomuna è che c'è un attore sociale organizzativo che individua una criticità e si fa portatore di
una richiesta per risolverla o per provare a trattarla --> possiamo definire questo attore il potenziale
committente (es: nelle ricerche di Lewin sulle abitudini alimentari era il governo, che ha chiesto a Lewin di
svolgere una ricerca azione per capire come trattare il problema delle abitudini alimentari) --> chi formula la
domanda è il potenziale committente.
Dunque la ricerca prende avvio da una domanda: sussiste quindi almeno una posizione organizzativa (il
committente) che segnala, pur all'interno di ambivalenze a cui il ricercatore presterà attenzione durante la
costruzione della relazione, un interesse per il problema-oggetto di indagine. Tale problema-oggetto di
indagine, proposto generalmente da uno degli stakeholder, è complesso, multilivello, non facilmente
collocabile all'interno di una cornice teorica definita, né entro un sapere disciplinare unico.
Una volta identificato il problema (da parte del committente) si vuole provare a mettere in atto un percorso
conoscitivo finalizzato a intervenire, cioè a promuovere dei cambiamenti.
In tutte le situazioni citate il problema che il committente ha identificato è un problema che non ha già una
soluzione predefinita e codificata, ma che richiede di essere individuata attraverso un'indagine molto attenta
delle specificità del campo sociale in cui il problema emerge.
Questo distingue la ricerca azione dalla ricerca applicata, perché lì c'è un problema ben definito e c'è già
una soluzione codificata (es: per rilevare il clima organizzativo si usa una particolare strumentazione).
Anche laddove esistessero soluzioni o almeno linee guida proposte dalla letteratura scientifica sul tema, la
loro applicazione non può essere considerata un processo lineare di mero trasferimento: essa passa
attraverso le decisioni di individui e gruppi i cui modi di pensare, abitudini, emozioni, desideri, valori,
possono essere molto distanti da quanto normativamente indicato dalla teoria.
Perché non c'è rapporto lineare tra teoria e prassi? Per questi 2 elementi -->
Due importanti elementi metodologici della ricerca azione:
1) La ricerca azione si fa costruendo dei gruppi, che hanno un ruolo attivo, sono attivamente coinvolti nel
Mariasole Genovesi Sezione Appunti
Ricerca Intervento di Comunità processo --> il fatto che sono attivamente coinvolti vuol dire che immettono nel processo di ricerca i loro
pensieri, le loro rappresentazioni dell'organizzazione, le loro emozioni ecc...
2) L'altro aspetto fondamentale è il carattere contestuale della ricerca azione --> la ricerca azione si
sviluppa in stretta connessione con il contesto (vedi anche sotto).
Esempio approfondito di ricerca azione (per chiarire meglio i 2 elementi appena descritti): l'ospedale
psichiatrico di Castiglione delle Stiviere era un manicomio criminale, ovvero una struttura in cui venivano
ricoverate le persone che commettono reati ma che vengono riconosciuto incapaci di intendere e di volere
(quindi erano ritenuti non colpevoli del reato, ma allo stesso tempo non potevano tornare a casa perché
giudicati pericolosi), e quindi non potevano essere messi in carcere. Queste strutture vennero chiuse da una
legge recente (a causa delle condizioni di degrado e abbandono che caratterizzava questi pazienti in questi
strutture) e vennero trasformate in strutture residenziali più piccole sul modello delle comunità terapeutiche.
Castiglione delle Stiviere ha avuto fin dall'inizio un modello sanitario, ed è l'unico ad avere anche un reparto
femminile. Tuttavia a Castiglione delle Stiviere fino a due anni fa non era ancora stato avviato il processo di
cambiamento. Allora l'ispettore sanitario intervenne per iniziare il processo di cambiamento, rivolgendosi a
Brunod --> per cominciare il cambiamento (cioè passare da un ospedale psichiatrico criminale a una
struttura residenziale di tipo comunitario) era necessario coinvolgere tutto il personale (psichiatri, medici,
infermieri che sono fondamentali perché sono coloro che più si occupano dei pazienti, e il personale
ausiliario). Il cambiamento riguardava anche il modello terapeutico, infatti queste strutture vivevano nel
dilemma di custodire (in senso detentivo) o curare (non essendo un carcere la funzione riabilitativa e di cura
doveva essere importante) --> fino a tempi molto recenti questa seconda funzione era quasi inesistente o
comunque marginale (come se si partisse dal presupposto che queste persone sono incurabili, come ad
esempio una madre che ha commesso un infanticidio), anche se uno degli scopi sarebbe dovuto essere
accompagnare queste persone verso l'uscita da queste strutture --> infatti ciò che raccontano gli operatori è
che alcuni psichiatri avevano scelto di avere il loro studio nel punto più isolato e se un paziente doveva
parlare con uno psichiatra, non era molto semplice, quindi alcuni psichiatri si sottraevano al compito della
cura (pensando appunto che i margini di recupero fossero limitatissimi e non vi fosse possibilità di cura).
Il gruppo di operatori di Brunod dunque comincia a prendere decisioni, e decide quale dovrebbe essere il
sistema organizzativo, cioè strutture con 20 persone, con un rapporto paziente medico 1:3, e di aprire una
struttura in cui le persone vengono accolte momentaneamente per una valutazione. Dopodiché dovranno
essere via via aperte le altre strutture, in cui i pazienti saranno inviati, in funzione della diagnosi, per essere
curati. Poi verranno creati altri gruppi di lavoro che dovranno progettare altre parti di questo processo. Le
persone progressivamente coinvolte accettano dunque di impegnarsi esse stesse in un lavoro di
concettualizzazione e di astrazione che si traduce in possibili revisioni di convinzioni e saperi su cui fondano
la loro azione.
Se la ricerca azione richiede il coinvolgimento degli attori, allora vuol dire che è un processo faticoso,
perché implica che le persone si impegnino a rivedere le proprie convinzioni, a rivedere i saperi su cui
fondano la loro azione, a rivedere le pratiche, si impegnano insomma in un lavoro riflessivo e autoriflessivo
(è ciò che Lewin chiamava scongelamento --> comporta il superamento dell'inerzia e lo smantellamento
della mentalità e delle abitudini esistenti).
In sintesi: la ricerca azione ha un carattere pratico e contestuale --> il suo oggetto sono problemi
identificati e riconosciuti come rilevanti all'interno di un gruppo, comunità e organizzazione. È finalizzata al
Mariasole Genovesi Sezione Appunti
Ricerca Intervento di Comunità cambiamento e in questo quadro la definizione delle soluzioni sono focalizzate sulla dimensione gruppale
più che su quella individuale. Dal punto di vista del processo, la ricerca azione si sviluppa in più fasi o stadi,
ed è un processo circolare, in cui si alternano fasi più centrate sulla conoscenza (es.: raccolta di dati e info,
sviluppo di ipotesi) e fasi più centrate sull'azione. La ricerca azione è un processo partecipato, nel senso
che richiede la partecipazione attiva degli attori --> la partecipazione, in termini di cooperazione e
interdipendenza tra ricercatori e gruppo-comunità nel cui ambito la ricerca si svolge, ha carattere centrale.
Quindi fare ricerca azione vuol dire mettere in relazione le conoscenze dei ricercatori e quelle degli attori.
Approfondimento del carattere contestuale della ricerca azione: il carattere contestuale della ricerca
azione si fonda sul concetto di ecologia psicologica di Lewin --> Lewin insisteva sul fatto che la ricerca
azione dovrebbe partire da una analisi ecologica, cioè del contesto in cui i problemi prendono forma, quindi
un'analisi più centrata sugli aspetti psicologici (il modo in cui le persone si rappresentano l'ambiente, che è
l'ambiente psicologico). L'altro aspetto in cui si comprende perché la ricerca azione ha un carattere
contestuale ha delle implicazioni metodologiche: l'idea è che quel processo circolare (vedi sopra) e ciclico
viene di volta in volta costruito in base a dove siamo --> viene di volta in volta costruito in funzione degli
obiettivi, del contesto e degli attori, il percorso potrà assumere caratteristiche diverse --> quindi sono
possibili sempre alternative diverse. Da questo punto di vista la ricerca azione è molto simile alla clinica.
In letteratura, la dizione "action research" è attualmente utilizzata per descrivere un'insieme di approcci –
anche significativamente diversi tra loro in quanto a orientamenti teorici e opzioni metodologiche:
cooperative inquire, clinical inquire, action science, action inquiry. Queste diverse denominazioni
rimandano a collocazioni sottodisciplinari (i tre settori principali in cui la ricerca azione è usata sono la
psicologia sociale, la psicologia delle organizzazioni e la psicologia delle comunità), ma anche a prospettive
teoriche e metodologiche tra loro differenziate. Dal modello lewiniano dunque la ricerca azione si è poi
sviluppata in filoni diversi. Ci sono stati tentativi di classificare questi diversi approcci:
1) Rapoport [1970] identifica quattro filoni principali: l'esperienza del Tavistock Institute, i modelli
procedurali, la dinamica di gruppo, l'antropologia applicata
2) Elden e Chisolm [1993] distinguono tra modello «classico» e modelli «partecipativi»
3) Piccardo, Benozzo e Gatti distinguono le diverse prospettive a seconda dei modelli epistemologici:
neopositivista, costruttivista, critica e partecipativa. Lo schema di classificazione qui presentato è
parzialmente ripreso e adattato da Cassel e Johnson e include 5 orientamenti:
• quasi sperimentale (Lewiniano)
• induttivo (rientrano l'action science e inquiry)
• partecipativo
• decostruttivo (più sociologico, che assume come riferimento sul piano teorico la scuola di Francoforte)
• clinico
I più utilizzati oggi sono quello induttivo e partecipativo.
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Ricerca Intervento di Comunità 2. La comunità
La comunità nel romanticismo:
La nozione di comunità è stata elaborata dal Romanticismo tedesco come una delle forme di reazione con
cui esso si pone in posizione critica rispetto all'Illuminismo francese.
Il Romanticismo critica il lato negativo dell'individualismo, come visione atomistica che isola l'uomo dai
suoi simili.
L'individuo può avere un suo posto, una sua realizzazione, solo nella misura in cui è parte di un'entità sovra-
individuale.
Questa è la concezione che, più compiutamente di altri, ha elaborato il massimo esponente dell'idealismo
tedesco, Georg Wilhelm Friedrich Hegel.
Nell'ambito del pensiero romantico si afferma l'idea di comunità in senso nazionalistico e localistico. Alle
idee fondamentalmente cosmopolite veicolate dall'Illuminismo si contrappone la rivendicazione delle
identità nazionali come espressione delle tradizioni, di una unità fondata sulla condivisione non solo del
territorio, ma anche di una storia che non è concepita come mero succedersi di eventi ma come realizzazione
progressiva dello spirito del popolo.
Il Romanticismo introduce una categoria nuova: il sentimento.
Il sentimento permette di avvicinarsi a quanto di "infinito e assoluto" risiede, secondo il pensiero romantico,
nell'uomo.
Ma nello stesso tempo permette di cogliere anche quel legame che unisce l'uomo con l'uomo, e che spinge a
una solidarietà che è fondata non tanto sul riconoscimento di uguali diritti quanto su una reciproca
identificazione.
Concezione della comunità elaborata dal filosofo e teologo tedesco Friedrich Daniel Ernst Schleiermacher:
la comunità si delinea come una forma di socialità costituita da uno speciale legame tra i suoi membri,
ricco di sentimenti e sostenuto da uno scopo comune; un'entità che trova la sua forza nella
contrapposizione a quell'altra forma della socialità che è la società: quest'ultima, non dotata di uno
scopo comune e in cui i legami tra i membri sono sostenuti solo dalle ragioni del contratto, è quindi
solo una difesa di egoismi e di interessi particolaristici.
Ferdinand Tonnies è stato il primo a operare una distinzione tra comunità e società intese come categorie
analitiche.
Nel 1887 pubblica "Comunità e Società" in cui espone le differenze tra questi 2 concetti --> le categorie
interpretative che ha introdotto non son solo patrimonio della sociologia e della psicologia di comunità, ma
sono anche entrate nel senso comune.
Primo elemento per comprendere la sua prospettiva: questi 2 concetti si definiscono in relazione l'uno
all'altro (per dire cosa è la società si deve fare un confronto con la parola comunità e viceversa).
Nel testo costruisce una vera e propria contrapposizione tra i 2 concetti e identifica elementi definitori di
entrambi i concetti: la comunità è espressione di una volontà organica che nasce in modo spontaneo nel
profondo degli individui e che genera la relazione sociale in modo altrettanto spontaneo e naturale; la società
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Ricerca Intervento di Comunità è invece espressione di una volontà arbitraria che nasce dall'astrazione del pensiero e del ragionamento
freddo sul rapporto tra i fini ed i mezzi.
La comunità nasce dagli individui stessi e dalle loro relazioni, quindi non è qualcosa di imposto o astratto
rispetto al sistema di relazioni che gli individui intrattengono fra loro. L'altro elemento che caratterizza il
pensiero di Tonnies è che nell'ambito della comunità non è il calcolo costi benefici a orientare le relazioni,
ma le relazioni si fondano su partecipazione, empatia, solidarietà --> la comunità è il luogo delle
relazioni empatiche, delle relazioni emotivamente dense di significato. Dietro all'opera di Tonnies c'è un
contesto sociale caratterizzato dalla nascita della grande industria e dai fenomeni di urbanizzazione, in cui si
verifica la rottura dei legami e la diffusione dell'individualismo. Per Tonnies è un momento di grandi
trasformazioni in cui si rompono i legami comunitari --> ritiene che la società sia essenzialmente un
prodotto dell'utilitarismo e la vede realizzata nel mondo urbano e industriale del suo tempo. "La comunità
rimanda a ogni convivenza confidenziale, intima, esclusiva; la società è invece il pubblico, il mondo (è tutto
ciò che non è comunità). La comunità è vita reale e organica, mentre la società è formazione ideale e
meccanica. La comunità è un organismo vivente, la società è un aggregato e prodotto meccanico. Nella
comunità l'individuo si trova dalla nascita e ai suoi si lega nel bene e nel male, invece si va in società come
in terra straniera (l'idea che in società siamo tutti un po' soli ed estranei). La società muove dalla costruzione
di una cerchia di uomini che, come nella comunità, vivono e abitano pacificamente l'uno accanto all'altro,
ma che sono non già essenzialmente legati, bensì essenzialmente separati, rimanendo separati nonostante
tutti i legami, mentre là rimangono legati nonostante tutte le separazioni". Dunque nell'ambito della società
ognuno sta per conto proprio e in uno stato di tensione contro tutti gli altri, mentre invece la comunità è
fondata sulla famiglia e sui vincoli di sangue, sulla vicinanza e sulla vita in comune nello stesso territorio.
Le matrici di questa idea di comunità sono dunque famiglia e gruppo (ad esempio il gruppo amicale), in cui
le relazioni non funzionano sulla base di una regolazione economica, che è invece il modo in cui funzionano
le relazioni in ambito sociale (i mercanti e i capitalisti sono i naturali artefici della società).
Lettura moderna di Tonnies: comunità e società sono 2 tipi ideali, nel senso che nella realtà si trovano
commistioni tra modalità di funzionamento della comunità e della società, dunque sono poli estremi nel cui
mezzo si situano le forme reali e concrete che la realtà sociale può assumere. Nella storia della sociologia
questa distinzione ha portato anche alla nostalgia per le forme di vita rurale, come se i piccoli villaggi pre
industrializzazione fossero dei prototipi della comunità, mentre invece le città industrializzate fossero
prototipo della società. Negli Stati Uniti i tipi di Tönnies tenderanno a incarnarsi nel concetto di comunità
locale, mentre in Europa, oggetto soprattutto di analisi teoretica, mostreranno con più evidenza i loro limiti.
Un altro libro molto importante pubblicato nel 1974 è stato scritto da Sarason (uno dei fondatori della
psicologia di comunità americana) ed è "The psychological sense of community". "Nessun campo è privo di
valori anche se essi possono essere impliciti o non riconosciuti (si riferisce alla psicologia e alle scienze
sociali). Il valore su cui si fonda la psicologia della comunità è lo sviluppo e il mantenimento del senso
psicologico di comunità."
Questo valore diventa il valore sovraordinato che dovrebbe orientare il lavoro degli psicologi di comunità.
Riprendendo Tonnies dice che i legami che derivano dal senso di appartenenza e di partecipazione alla
vita collettiva si sono indeboliti --> dunque si è verificata una progressiva distruzione del senso
psicologico di comunità, e ciò ha provocato isolamento, anomia, segregazione.
Con senso psicologico di comunità Sarason intende: "la percezione della similarità con gli altri, una
riconosciuta interdipendenza (più intesa come reciprocità), una disponibilità a mantenere questa
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Ricerca Intervento di Comunità interdipendenza offrendo o facendo per altri ciò che ci si aspetta da loro, la sensazione di appartenere ad una
struttura pienamente affidabile e stabile".
Sarason pone anche l'attenzione sulla necessità di non adottare una visione della comunità statica (che è
invece qualcosa che nel tempo può rafforzarsi o indebolirsi) ed esclusivamente fondata sulla reciprocità e
sulla cooperazione: "È difficile resistere a queste visioni, ma è necessario farlo perché sono illusorie. Il
senso psicologico di comunità è un'esperienza transitoria preceduta e seguita ad un certo punto da qualche
tipo di tensione (...) Le conseguenze di questa tensione dipenderanno dalla forza con cui le persone
manterranno il senso psicologico di comunità come valore sovraordinato con cui desiderano giudicare le
proprie relazioni".
Ciò che è importante comunque è che le persone lo assumano come un valore che le orienti (che per loro sia
importante essere una comunità).
L'idea quindi è che ci sia una volontà di mantenere questo valore.
Nell'ambito della psicologia di comunità, grazie anche a Sarason, c'è stato un progressivo spostamento
dell'attenzione dall'analisi della comunità locale alla comunità intesa come fenomeno relazionale: "La
comunità può consistere in un particolare luogo geografico, oppure in una rete di relazioni non basate sul
territorio che forniscono amicizia, stima e sostegno tangibile. L'identità e il senso di appartenenza possono
pertanto derivare da comunità che non hanno una collocazione geografica specifica: ad esempio, i gruppi
etnici possono essere concepiti come comunità fondate su una storia, un linguaggio, dei simboli condivisi."
Il modello del senso psicologico di comunità è il più utilizzato in psicologia di comunità.
A partire dal testo di Sarason, che è stato un testo fondativo per la psicologia di comunità e anche per il
piano teorico e concettuale, poi un altro contributo significativo è stato quello di McMillan e Chavis, che
hanno delineato quali secondo loro potevano essere le componenti psicologiche del senso di comunità,
intese come variabili (che possono influenzare il senso di comunità) --> la domanda da cui partono è:
attraverso quali processi (affettivi, emozionali, motivazionali, cognitivi) una collettività diventa una
comunità? Le componenti da loro identificate sono le seguenti:
• Appartenenza, definita come il sentimento e la consapevolezza di fare parte di una comunità, ed è
caratterizzata da: confini (perché vi sia una comunità devono essere presenti dei confini, che permettono di
definire l'ingroup --> cioè stabilire ciò che è parte del gruppo e chi ne è escluso; essi forniscono ai membri la
sicurezza emotiva per poter esprimere i propri sentimenti e bisogni e per sviluppare l'intimità reciproca.
Questi confini possono avere natura diversa: geografici o fisici, ma anche confini simbolici), un sistema
condiviso di simboli (che costituisce un mezzo per rafforzare i confini e aumentare la coesione all'interno
del gruppo), la sicurezza emotiva (che permette alle persone di sentirsi al sicuro sia fisicamente che
psicologicamente con gli altri membri dell'ingroup), l'identificazione (in senso tajfeliano), e l'impegno
personale (commitment, coinvolgimento dei singoli nella vita di comunità).
L'influenza sociale, è un processo bidirezionale, e loro sostengono che quanto più gli individui si
impegnano nella vita di comunità e pensano di poter esercitare una influenza nella comunità, tanto più il loro
senso di comunità sarà alto. Il fatto di poter esercitare una influenza diventa un elemento attrattivo per i
singoli.
L'integrazione e la soddisfazione dei bisogni --> il primo bisogno è la sopravvivenza, poi gli altri bisogni
sono: sviluppare coesione, senso di appartenenza e bisogno di condivisione emotiva
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