La ricerca azione: orientamenti teorici e metodologici: Lewin
Kurt Lewin (orientamento quasi sperimentale)
Modello lewiniano: nell'orientamento di matrice lewiniana la ricerca azione è concepita come una procedura quasi sperimentale (dato che prevede degli esperimenti sul campo, cioè condotti su gruppi reali in contesti sperimentali) finalizzata da un lato a produrre dei cambiamenti controllati (cioè pianificati) in campo sociale (Planned change), dall'altro ad acquisire conoscenze generalizzabili in rapporto all'oggetto di indagine. Questa è la definizione che Lewin da di di ricerca azione.
Cosa vuol dire cambiamento controllato in campo sociale? Ad esempio un problema sociale è l'abuso di sostanze, e bisogna cercare di introdurre dei cambiamenti che vanno nel senso della riduzione di queste sostanze.
Nella formulazione classica, sul piano dello sviluppo del processo (che come si diceva all'inizio è ciclico), vengono distinte 5 fasi:
1. fase diagnostica (iniziale --> identificazione del problema --> centrata sugli aspetti conoscitivi, che permettano di definire il problema e di comprenderlo, in modo da formulare delle ipotesi che poi possono orientare nella seconda fase)
2. pianificazione o progettazione (raccolta di dati e informazioni --> decido quali sono gli obiettivi, qual è il contesto)
3. esecuzione (realizzazione delle azioni previste)
4. valutazione (si valuta se gli obiettivi definiti nella fase di pianificazione sono stati raggiunti nella fase di esecuzione)
5. apprendimento (cioè riflessione sul processo per lanciare un nuovo ciclo e riflessione su come si può generalizzare ciò che si è imparato da questo ciclo).
Alla base della ricerca azione lewiniana c'è la teoria di campo di Lewin --> Una delle asserzioni fondamentali della teoria è che qualsiasi comportamento o mutamento entro un campo psicologico dipenda dalla particolare configurazione di esso a quel dato momento in quanto il campo psicologico è una totalità di fatti coesistenti nella loro interdipendenza. Aspetto chiave da sottolineare è proprio l'interdipendenza: le leggi del campo non derivano dalle caratteristiche dei singoli elementi presenti, ma dal sistema globale e dalla direzione delle forze in gioco. Il campo è quindi essenzialmente un sistema dinamico.
Importante è anche il concetto di ecologia psicologica: si riferisce alla necessità che lo psicologo assuma come punto di riferimento l'analisi del rapporto fra fattori psicologici (atteggiamenti, motivazioni, conoscenze) e non psicologici (elementi che costituiscono il contesto di vita delle persone e dei gruppi, es.: leggi, sistema di comunicazione, economia ecc..).
Per Lewin il punto di partenza per produrre cambiamenti non sono gli individui, ma sono i gruppi --> l'ipotesi di fondo di Lewin è che se vogliamo produrre dei cambiamenti non si deve partire dall'individuo, ma dal gruppo (partire dagli individui può servire se vogliamo sensibilizzarli, ma è poco efficace se vogliamo provare a cambiare i loro comportamenti).
Nella teoria dell'ecologia psicologica innanzitutto si devono raccogliere dati non psicologici (questa la possiamo anche definire analisi del contesto) --> solo dopo si può fare il passo successivo, e cioè sviluppare una analisi psicologica (cioè dei fattori psicologici che influenzano il comportamento di gruppi e singoli).
Come si è detto, nella teoria lewiniana i cambiamenti possono essere prodotti a partire dai gruppi --> definizione lewiniana di gruppo: "il gruppo è qualcosa di più, o almeno qualcosa di diverso, dalla somma dei suoi membri, ha una struttura propria, fini peculiari, relazioni particolari con altri gruppi. Quel che ne costituisce l'essenza non è la somiglianza o la dissomiglianza tra i suoi membri, ma l'interdipendenza. Esso può definirsi come una totalità dinamica. Ciò significa che un cambiamento di stato di una sua parte o frazione qualsiasi interessa lo stato di salute di tutte le altre”.
Perché il gruppo è così importante nella ricerca azione ed è lo strumento di cambiamento?
Perché se il gruppo è un campo di forze, sarà caratterizzato da equilibri quasi stazionari, cioè risultanti da un insieme di forze e tensioni contrastanti che determinano lo stabilizzarsi della vita di gruppo ad un certo livello di equilibrio che tende a perpetuarsi (es: volume di produzione di una squadra di operai). Quindi per Lewin cambiare vuol dire modificare tale equilibrio (il cambiamento è concettualizzato come il passaggio da uno stato di equilibrio a un altro), che significa modificare gli standard, gli elementi normativi del gruppo (dato il nostro comportamento è costantemente influenzato da sistemi normativi impliciti ed espliciti). Se vogliamo produrre dei cambiamenti sociali, dobbiamo modificare in primo luogo gli standard di gruppo.
Per dimostrare la forza che hanno questi standard sugli individui, Lewin mostra le conseguenze di chi devia da questi standard: "chi deviasse eccessivamente si ritroverebbe immerso in difficoltà sempre più numerose, sarebbe ridicolizzato, ammonito severamente e infine espulso dal gruppo".
Quindi la maggior parte degli individui si attiene in modo piuttosto stretto agli standard del gruppo al quale appartengono o desiderano appartenere.
Questa tendenza all'equilibrio costituisce un fattore di resistenza al cambiamento --> quindi ogni volta che si progetterà un cambiamento, la domanda da fare è: quali sono i fattori di resistenza e come li tratto? Secondo Lewin è più semplice modificare un atteggiamento o un comportamento mediante una situazione di confronto di gruppo che non operando sul singolo individuo: le persone tendono a conformarsi a norme di gruppo spesso non esplicitate che si assommano alle resistenze individuali; operando sul gruppo e sulle sue norme sarà più semplice vincere le resistenze individuali. Inoltre le situazioni di interazione collettiva creano un maggior grado di coinvolgimento, un alto livello di confronto sociale ed un maggior consolidamento delle decisioni prese.
Lewin individua 3 fasi necessarie a operare un cambiamento in un gruppo:
1. rottura dell'equilibrio (disgelamento),
2. fase in cui viene elaborata una nuova norma (trasformazione),
3. fase di ricongelamento (raggiungimento di un nuovo equilibrio, che tenderà a perpetuarsi come il precedente, quindi, se si vorrà attuare un altro cambiamento si dovrà ripetere tutto il ciclo).
Da dove nasce tutta questa concettualizzazione? Dagli esperimenti di Lewin che iniziarono nel '47, ad esempio la ricerca sulle abitudini alimentari (il committente è il governo, che si rivolge a un gruppo di esperti tra cui Lewin, in modo che possano sperimentare strategie diverse per produrre i cambiamenti nelle abitudini alimentare, in particolare l'aumento del consumo di alcuni alimenti che normalmente non vengono consumati dagli americani).
Obiettivi dell'indagine:
• Stabilire dove e come i fattori psicologici si intersecano con quelli non psicologici (ecologia psicologica) attraverso il confronto tra gli atteggiamenti e i comportamenti dei responsabili delle scelte d'acquisto di famiglie appartenenti a gruppi etnici diversi;
• Individuare i fattori psicologici che influenzano la persona che acquista e prepara il cibo
• Progettare e realizzare esperimenti per rilevare le condizioni che possono favorire il cambiamento delle abitudini alimentari
L'aspetto critico è identificare chi sono i gatekeepers (i guardiani), cioè chi rispetto al problema di cui ci si sta occupando prende le decisioni (in questa caso dell'acquisto, quindi chi fa la spesa) --> qui sono le mamme, e quindi sono loro che devono essere coinvolte. Si deve capire che cosa determina le loro decisioni --> Le decisioni dei guardiani dipendono anche dalle ideologie, intendendo per ideologia il sistema di credenze e valori, che determinano ciò che i gatekeepers considerano bene o male (in questo caso quali cibi che considerano buoni e quelli che considerano cattivi).
Si può dire che la psicologia del guardiano include 2 fattori:
• fattori cognitivi (rappresentazione del cibo per "noi", per il marito, per i bambini), e i già citati
• fattori motivazionali (sistemi di valori utilizzati per giudicare e comprare i cibi, che sono: costo, salute, gusto, status).
La prima ricerca coinvolge 107 massaie appartenenti a 3 diverse classi socioeconomiche suddivise per reddito (basso, medio, alto) e appartenenti alle due minoranze etniche più numerose in quell'area (Cecoslovacchi e afro americani).
In questa fase vengono condotte delle interviste vote a esplorare i fattori cognitivi e motivazionali delle massaie.
Emerge che l'importanza dei sistemi di valori utilizzati per giudicare i cibi variava in rapporto ai diversi gruppi (ad esempio l'importanza della salute diminuiva in funzione del reddito). Lewin si chiede anche quali gruppi sperimentano un conflitto maggiore al momento dell'acquisto --> è la classe media, per la quale il denaro costituisce il valore più importante, che sperimenta il conflitto maggiore. Sulla base di questa prima fase indagine i ricercatori devono decidere che cosa devono fare per produrre cambiamenti.
A questo scopo viene avviata la seconda fase, in cui vengono costituiti dei gruppi di circa 13-17 persone. Erano gruppi sperimentali non costituiti ad hoc, dato che le persone già si riunivano per un corso sulla croce rossa. Furono definite due condizioni sperimentali: gruppo conferenza e gruppo discussione/decisione. Nel gruppo conferenza le persone partecipano a un evento in cui un esperto nutrizionista fornisce una serie di informazioni rispetto ai diversi tipi di cibi (in particolare le proprietà nutritive delle frattaglie) e prova a produrre il cambiamento in questo modalità, andando a influire sui singoli. Nella condizione 2 c'è un facilitatore, esperto nella conduzione delle discussioni di gruppo, che presenta brevemente il problema e che chiede poi alle donne le loro opinioni e le loro proposte per un efficace appello. Dopo 7 giorni furono verificati gli effetti della conferenza e della decisione di gruppo: il 32 % delle donne del gruppo di decisione modificò il proprio comportamento (vs il 3% del gruppo conferenza).
CONCLUSIONI
Caratteristiche metodologiche della ricerca intervento secondo il modello classico:
• È un processo circolare che implica la continua correzione delle ipotesi attraverso l'azione
• Gli effetti sono verificati attraverso la raccolta di nuovi dati che possono portare ad una riformulazione dei problemi
• Il processo di cambiamento e quello di apprendimento sono strettamente legati
Un altro aspetto fondamentale dell'approccio classico è il coinvolgimento degli attori. La critica che però col tempo emergerà nei confronti dell'approccio classico è che il coinvolgimento è strumentale, nel senso che per tutto il tempo il procedimento è presidiato dal ricercatore, ed è dunque lui che definisce l'azione (in effetti le mamme vengono coinvolte solo nella fase di discussione e decisione di gruppo, ma non vengono coinvolte nelle fasi precedenti) --> Il coinvolgimento degli attori è essenziale per garantire la qualità dei dati raccolti e lo stabilizzarsi dei cambiamenti ipotizzati, ma strumentale alla ricerca che è definita e pianificata dal ricercatore, unico garante dell'attendibilità e della validità dei dati. --> La conoscenza è prodotta dal ricercatore e riguarda le dinamiche delle forze in gioco al fine di individuare leggi generalizzabili del fenomeno in esame.
IMPORTANTE: Il processo di ricerca è un procedere a spirale attraverso una struttura a quattro passi di pianificazione, azione, osservazione e riflessione: quest'ultima consente di riaprire il circolo consentendo nuove pianificazioni e nuove azioni.
Anche altri hanno criticato l'approccio classico --> L'orientamento "sperimentale” all'Action Research è stato oggetto di critiche poiché non modifica il ruolo del ricercatore e del soggetto. Rimane compito del ricercatore pianificare l'azione e definire a priori il disegno sperimentale. Egli si muove (almeno in tendenza) in un sistema di tipo ipotetico - deduttivo: la teoria precede l'azione (in quanto consente di pianificarla) e può essere espressa in modo abbastanza diretto in un'azione. Il coinvolgimento del soggetto è il risultato dell'iniziativa del ricercatore e la relazione tra ricercatori–attori non è oggetto di indagine, né fonte di dati utili. Quindi è un modo di fare ricerca ancora convenzionale.
Dopo la morte di Lewin la sua psicologia diventa marginale (siamo negli anni in cui si sviluppa il cognitivismo e il paradigma dominante diventa la ricerca sperimentale, quindi sono poche le università in cui si continua a sperimentare nell'ambito della ricerca azione, che diviene un ambito soprattuto nel campo della consulenza delle organizzazioni).
La ricerca azione a partire dagli anni '80 (quando anche nasce la psicologia di comunità) ritorna in auge e riemergerà in 2 aree distinte:
1) Nella tradizione inglese – specialmente nell'ambito degli studi sull'educazione – la ricerca-intervento è vista come una forma di indagine orientata alla prassi.
Ad esempio, Carr e Kemmis (1986) la definiscono come segue: "L'action research è una forma di indagine autoriflessiva intrapresa dai partecipanti nelle situazioni sociali al fine di migliorare la razionalità e l'adeguatezza delle proprie pratiche, la comprensione di queste pratiche e le situazioni in cui queste pratiche sono adottate” (p.162).
In tal senso, la ricerca-intervento si avvicina alla nozione di pratica riflessiva (reflective practice) introdotta da Donald Schön (1983).
2) Negli USA la ricerca-intervento è vista come "la raccolta sistematica di informazioni al fine di promuovere il cambiamento sociale”. Da questo punto di vista, la ricerca-intervento è collegata alla tradizione dell'organizzazione e dello sviluppo di comunità. Il coinvolgimento sembra essere una componente essenziale del ruolo del ricercatore.
Comunque questi modelli mantengono alcuni assunti lewiniani di fondo:
• L'azione è considerata uno strumento privilegiato non soltanto per produrre cambiamenti ma anche per produrre conoscenza
• La riflessione sull'azione produce conoscenze non altrimenti ottenibili
• La ricerca azione prevede sempre forme di partecipazione dei soggetti e richiede la loro collaborazione
Ciò che invece caratterizza questi modelli sono i seguenti aspetti distintivi:
• La dimensione della pratica riflessiva
• Il principio della partecipazione
• L'enfasi sulla relazione ricercatore-attore (non c'e più un ricercatore che conduce una quasi sperimentazione, ma c'è un gruppo, di cui il ricercatore fa parte --> è una sorta di ricercatore collettivo, che include ricercatore e partecipanti)
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Dettagli appunto:
- Autore: Mariasole Genovesi
- Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
- Facoltà: Psicologia
- Corso: Psicologia
- Esame: Scienze e tecniche psicologiche
- Docente: Monica Colombo ed Ennio Ripamonti
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