Appunti che ripercorrono la vita e il pensiero del pensatore e poeta tedesco. Dagli interessi adolescenziali al confronto con Hegel e Schelling, passando per la stesura dell'"Iperione" e la rivisitazione dell'idealismo kantiano. Infine si fa riferimento alle influenze del poeta sul pensiero tedesco successivo, da Benjamin a Heidegger.
Holderlin
di Dario Gemini
Appunti che ripercorrono la vita e il pensiero del pensatore e poeta tedesco.
Dagli interessi adolescenziali al confronto con Hegel e Schelling, passando per
la stesura dell'"Iperione" e la rivisitazione dell'idealismo kantiano. Infine si fa
riferimento alle influenze del poeta sul pensiero tedesco successivo, da
Benjamin a Heidegger.
Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
Facoltà: Filosofia
Esame: Letteratura tedesca1. Introduzione a Holderlin
Holderlin non vuole diventare pastore luterano. Alternative: libero scrittore o carriera accademica. Sarà
indeciso per anni. Era conterraneo di Schiller. Poesia spesso segnata da intuizioni filosofiche della filosofia
idealista con connotazioni metafisiche. Filosofia che pone come centrale e prioritario il momento estetico,
legato alla riflessione sull'arte tragica. In Germania Holderlin è diventato il poeta dell'ermeneutica, corrente
di Heidegger e Gadamer. In terra sveva c'era una grande tradizione intellettuale: i Duchi di Wurttenberg
seguivano la vita delle istituzioni con grande interesse. Secondo fattore è il radicamento del movimento
pietista negli ambienti religiosi svevi, in cui il rapporto con la religione era molto sentimentale e mistico.
Vitalità letteraria degli anni 80, con una famosa rivista di Staudlin che raccoglie un gruppo di importanti
scrittori: si riconosce che sta tramontando l'epoca classicista e ci si avvicina al romanticismo, nuovo
movimento. In questo contesto va la biografia di Holderlin Nel Wurttenberg sono le cittadine decisive per la
sua formazione. La madre discende da una famiglia di pastori protestanti ed è influenzata dalla tradizione
pietista.
Dario Gemini Sezione Appunti
Holderlin 2. Adolescenza e cultura di Holderlin
I genitori di Holderlin venivano dal ceto benestante. il figlio era destinato alla carriera religiosa.
Formazione: seminari di Denkendorf e Maulbronn. Desiderava però andarsene. Il 21/10/1788 entra nel
celebre Stift di Tubingen, dove può frequentare compagni che vengono da altri contesti culturali. Stringe
amicizia con Hegel, e sodalizio poetico con Magenau e Neuffer. Ha 18 anni. Nel periodo tracolla l'impianto
dogmatico dei filosofi più ortodossi ed anche la rivoluzione alle porte fa tirare aria di nuovo. A tubingen
Flatt, un antikantiano, insegnava filosofia teoretica, Storr teologia dogmatica. Secondo storr le verità
dogmatiche non sono fondabili filosoficamente e la rivelazione non è conoscibile per esperienza. In questo
periodo compare l'opera jacobi-spinoza, opera che gli amici leggevano in quel periodo: nel testo di Jacobi si
dice che Lessing, rifiutando il pensiero di un Dio al di fuori del mondo, era diventato spinozista. In un
dialogo con Jacobi nel libro Lessing dice ora di credere nell'immanenza di Dio. Holderlin consegna a Hegel
il messaggio "l'uno e il tutto", professione vera e propria di panteismo: Holderlin si sente vicino all'idea
spinoziana di una sostanza originaria che si presenta come armonica unità con la totalità infinita della natura.
La sostanza è la fonte del pensiero, pensiero che non può spiegare ogni fenomeno. In una lettera ad Hegel
scrive che per lui l’io è tutto. Io come principio sommo di ogni filosofia. IO puro, assoluto, non condizionato
dagli oggetti.
Anche Schelling anni dopo dirà di essere spinozista. Nel collegio comunque Holderlin Hegel e Schelling
condividevano una stanza. Vengono letti Jacobi, Kant, Herder, Rousseau, Spinoza. Idea: veder unificate
nell’utopia estetica le incongruenze del mondo. Nello stift si forma anche un club di orientamento giacobino
dove circolano riviste francesi. Hegel sosteneva gli ideali illuministici della rivoluzione. Comunque queste
cose desteranno sospetti. Il presunto giacobinismo di Holderlin ad es.. ma il poeta sarà interpretato in più
chiavi: da quella marxista all’Holderlin rivoluzionario di Lukacs. Tra le ipotesi interpretative c’è anche
Bertaux secondo cui Holderlin era un giacobino, e la sua opera una metafora della rivoluzione. Non a caso
negli ultimi anni Holderlin si firmava Buonarotti, riferendosi all’aristocratico rivoluzionario Buonarroti. Ma
Holderlin mai si è definito giacobino, anzi disse i giacobini profanatori del popolo. È invece simpatizzante
per i girondini. Possiamo considerarlo un semplice repubblicano che disdegna la violenza. Nutriva semplici
aspettative dalla ventata di libertà che stava investendo l’aristocrazia tedesca. Dopo l’esame finale presso il
concistoro Holderlin e Hegel lasciano lo Stift, con la promessa di vivere solo per il “Regno di Dio”. Hegel
sarà precettore, Holderlin precettore presso Jena in casa di Charlotte von Kalb. Nuove letture, ma
fallimentare esperienza educativa perchè il piccolo Fritz è onanista. Holderlin abbandona l’impiego e va a
Jena, centro importante di vita intellettuale. Legge Schiller e Fichte, oltre al criticismo kantiano.
Dario Gemini Sezione Appunti
Holderlin 3. Kant e Platone in Holderlin
Interesse per Platone che nasce anche dalle sue frequentazioni con la filosofia greca. Nella forma del dialogo
platonico per Holderlin c’è il tentativo di coniugare le ragioni dell'idealità con un linguaggio esteticamente
denso. E la critica alla poesia? Platone critica l’arte quando favorisce una costruzione che non è a essa
estranea. Molti dialoghi platonici son diventati fonte di creazioni artistiche. Holderlin e Hegel volevano
comunque unificare l’insegnamento kantiano della libertà con l’orizzonte dell'idealità platonica, fondando la
coscienza etica sull’idea assoluta di bellezza. Qual è il rapporto Holderlin-Kant-Platone? Nella lettera a
neuffer del 94 Holderlin dice di voler oltrepassare la linea di confine kantiana appoggiandosi
all’impostazione platonica. Sta parlando della limitatezza umana. In Schiller il bello coappartiene ai 2 istinti
fondamentali umani, quello ragionevole e quello sensibile, e può promuovere l’armonia. Kant parlava di
antinomia tra ragione e sensi, dovere e piacere, e per risolverla parla del primato etico. Schiller preferisce
quello estetico. In Kant l’imperativo categorico è la soluzione per sintonizzare volontà e ragione umana,
sottostando alla legge morale. Kant replicò a Schiller che la legge morale non debba contenere tali
sentimenti: bisogna separare grazia e dovere per evitare contraddizioni. Holderlin trova Schiller innovativo
ma ancora ingenuo. Ma per Holderlin non è la natura umana che dà credibilità all’istanza morale. La
moralità non si può affidare alla natura: una legalità basata sulla natura sarebbe cosa incerta e mutevole.
Aspetto estetico e pratico si possono unificare in un nuovo sistema filosofico solo partendo da una
“necessità immortale”: un principio che sovrasti lo stesso trascendentale: dobbiamo riconoscere nell’essere
vero e proprio un principio superiore e immortale. Ci si riferisce all’istanza dotata originariamente di unità,
che genera l’essere degli enti. Holderlin vuole attualizzare l’unità originaria, cosa che può comprendere solo
chi percepisce il senso della sua presenza va riconquistata la divina unitezza. Dirà solo dopo chi tra il poeta e
il filosofo puo accedervi.
Dario Gemini Sezione Appunti
Holderlin 4. Platonismo estetico di Holderlin
La ripresa di Platone e tematiche neoplatoniche voglion dare fondamento universale alla coscienza della
soggettività illuministica. Ora il bello è viatico verso l’Essere originario. Non c’è l’uomo kantiano basato
solo sulla forza della ragione. Il platone di Holderlin è quello di Marsilio Ficino: è un neoplatonismo in cui i
temi di amore e bellezza sono in 1° piano. Si riconosce il ruolo filosofico che gioca l’esperienza della
bellezza nel rapporto finitezza-ontologia. Platonismo estetico di Holderlin C’è platonismo estetico anche
nell’iperione. La concezione estetica di Holderlin è influenzata dalla tematica parmenideo-eraclitea
dell’unità nella differenza e dalla rilettura del mito platonico. Diotima ripropone la sacerdotessa Diotima di
Mantinea del Simposio, che fa comprendere col mito di eros come si puo avvicinare l’umano al divino.
Eros, figlio di poros e penia, è un demone di mezzo, che sta tra sapienza e ignoranza. E’ simbolo dell’amore
per il bello in quanto amante, incerto e appassionato. Proprio come Iperione, lacerato tra il dominio della
totalità e l’asservimento alla sua individualità. L’azione umana va indirizzata verso la riunificazione con la
natura ed una vera sintonia con l’Essere. Ma senza dimenticare che l’esserci è destinato a percorrere una
traiettoria eccentrica, che si svolge prima attorno al punto focale dell’innocenza originaria, poi quello della
formazione culturale. E’ un infinito avvicinamento alla meta, all’Uno-tutto, di più non si può. Solo tramite
l’idea della bellezza possiamo sentire la presenza dell’alterità. Ma non aspireremmo a riunificarci alla natura
se quell’unificazione infinita, quell’essere, non fosse già presente come bellezza. In una lettera a Neuffer del
1793 Holderlin confessa l’importanza di platone. Secondo Garten, citare ilisso e Cefiso in un poesia
manifesta l’intento di H di rinnovare l’accademia platonica. Mondo della natura e regno della bellezza, che
nell'antica grecia si incontrarono, ora devono rifiorire in Esperia, l’occidente vespertino. Ecco perché sceglie
l’Ilisso.
Dario Gemini Sezione Appunti
Holderlin 5. Holderlin a Jena con Fichte
Holderlin va nella nuova sede universitaria, centro della filosofia idealista e del movimento preromantico.
Vi trascorre 7 mesi. Qui incontra la tematica dell’autocoscienza come fondamento della filosofia. Qui
insegnava Fichte. Fichte tenta di superare il criticismo kantiano, e usa termini nuovi come “Io assoluto” e
“non io”. L’autocoscienza è una scissione che avviene nel soggetto (tra me e l’altro da me), che ne causa
però anche la possibile riconciliazione. Ma io sono solo in quanto cosciente, prima non ero. Superando il
non io la coscienza lacerata trova una nuova identità con se stessa. Fichte vuole superare le dicotomie
kantiane soggetto/oggetto, mondo empirico/ideale. Come recepisce Holderlin questa teoria? Paragona l’io
assoluto alla sostanza di Spinoza, dice che contiene ogni realtà, dunque fuori di lui nulla è..quindi non ha
oggetto. Ma come pensare una coscienza senza oggetto?
Holderlin vede potenzialmente dogmatica questa teoria, ovvero non critica. La volontà dell'io assoluto di
contenere tutta la realtà porterebbe ad abolire non solo gli oggetti al di fuori di esso, ma anche la sua
assolutezza (critica a fichte). L’io, per Fichte, si fonda attraverso se stesso. Mentre Holderlin riconosce in
Fichte e Spinoza lo stesso vizio fondativo: nella loro impostazione si concede un certo primato al metafisico
(colto in modo trascendentale = superiore alla ragione umana) privando però l’esserci del mondo di una
giustificazione opportuna. Pare che Fichte recepì le obiezioni di Holderlin. Ed anche Hegel, quando parlò di
autocoscienza come io=io. In “Giudizio ed essere” H analizza le argomentazioni Fichtiane.
Dario Gemini Sezione Appunti
Holderlin