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in un determinato contesto2. L ossatura dell attual e televisione non Ł che il riflesso di
uno scenario mediale che riflette l originaria forte tendenza autarchica e alla
verticalizzazione dei diversi segmenti del sistema, cresciuti autonomamente, senza
perseguire un espansione orizzontale. Un inclinazio ne, questa, che sembra ripetersi
anche per la Tv digitale, che ancora una volta assegna agli operatori esistenti l onore e
l onere di sostenere e accompagnare i primi passi della nuova tecnologia, perpetuando
modelli ormai desueti, scoraggiando gli esordienti nell investimento sul futuro e
preparando la strada a rischiose invasioni da parte di soggetti internazionali.
Dopo aver tracciato nel primo e secondo capitolo un quadro generale caratterizzante l era
dell informazione e della televisione, delineandone i mutamenti (sociali, politici e
tecnologici) che stanno invadendo il campo dei mass media e del complesso
dell informazione, toccando i tratti salienti della Tv commerciale, che si finanzia in
modo esclusivo con la pubblicit , del servizio pubb lico, finanziato in prevalenza dal
canone di abbonamento, della Tv digitale gratuita e della pay Tv che prevede un
abbonamento, per ogni tipologia sono stati esaminati i principali Gruppi televisivi:
Gruppo Rai, Mediaset, Telecom Italia Media, Sky Italia e Tivø sat. Con la televisione
digitale le platee affollate delle grande cerimonie mediali stanno cedendo il posto a
pubblici di nicchia, decisamente piø pregiati sul piano dei consumi, ma anche piø
esigenti nei confronti della qualit dell offerta, alla quale dovranno abituarsi ad attribuire
un preciso valore economico (l acquisto di programmi o l abbonamento)3: il potere
contrattuale del telespettatore diventa la pedina centrale del gioco televisivo, spingendo i
network esistenti e i nuovi soggetti che si affacceranno sul mercato a rincorrere sul piano
2 M. Morcellini, Lezione di Comunicazione. Nuove prospettive di interpretazione e di ricerca, Ellissi, Napoli, 2003,
p. 95.
3 Francesco De Domenico, Mihaela Gavrila, Augusto Preta, Quella deficiente della tv. Mainstream television e
multichannel, FrancoAngeli, Milano, 2003.
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creativo i nuovi bisogni di comunicazione, pena la chiusura del sistema ed un
abbassamento della qualit , senz altro meno tollera bile da parte dell utente della Tv
digitale; la nuova televisione dipender inesorabil mente dalla libera espressione della
volont delle audience.
Per esaminare l economia della televisione, nel terzo e nel quarto capitolo, si sono
considerate valutazioni di natura teorica con analisi di alcune dinamiche e tendenze del
mercato televisivo per quanto riguarda la natura dell offerta televisiva dei programmi,
dei generi, della pubblicit e dei costi afferenti. Qualsiasi programma televisivo infatti,
inquadrato fuori dal contesto delle attivit di pro grammazione di una rete televisiva e
quindi estraneo alle logiche dell impresa televisiva, non avrebbe alcun valore. ¨ soltanto
grazie a tutta una complessa attivit creativa e im prenditoriale che un programma
televisivo pu acquistare un grande significato anc he economico, legato al numero di
telespettatori e di conseguenza all interesse degli inserzionisti pubblicitari. Tra questi
sono state evidenziate le maggiori concessionarie di pubblicit che vendono spazi in base
a dei listini prezzo ben precisi, che verranno acquistati a prezzi differenti, in relazione
alle previsioni d audience e in relazione all inser imento nelle fasce orarie.
Nel quinto capitolo si va ad analizzare minuziosamente la fiction, diventata il genere
onnipresente, il core business dell azienda televisiva. Un genere intriso di formati in
continua evoluzione, che sempre piø fa leva sulla memoria identitaria del Paese
rappresentando sul piccolo schermo, storie passate e storie che tuttora interessano il
nostro vivere, fidelizzando cos il pubblico. La fiction riprende la realt che ci circonda, e
la trasporta su un piano parallelo alle volte mostrando aspetti nascosti o mescolando
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diverse realt fino a fonderle in un altro, diverso mondo4. La formula della fiction
rappresenta dei punti chiave: quello narrativo, con vicende narrate e scomposte nel
rispetto di precise regole temporali, spaziali e riguardanti la costruzione dei personaggi;
quello produttivo che presenta vantaggi economici riducendo i tempi di lavorazione,
fornendo sempre nuovi contenuti e costruendo un pubblico fedele; quella di fruizione
che prevede un consumo parcellizzato e prolungato, in grado di creare affezione e
reciprocit tra il pubblico e il contenuto, da ques t analisi sulla produzione industriale
viene esaminata l incidenza economica dei costi tramite analisi di alcuni formati
televisivi.
¨ importante ricordare che l approccio economico al fenomeno televisivo Ł comunque
parziale: la televisione Ł un fenomeno complesso che tocca temi rilevanti come le libert ,
la politica, la formazione della conoscenza critica e dell opinione pubblica di un Paese,
temi che l economia della televisione non pu affro ntare direttamente, ma sui quali Ł
fondamentale rivolgere una certa attenzione. Per q uesto tipo di approccio Ł d aiuto nel
posizionare in un quadro composito e in movimento, quale quello televisivo, i soggetti,
le forze e le relazioni sistemiche che hanno permesso al mezzo di arrivare fin qui, di
rincorrere i successi e di superare le cadute, preparandone la transizione5 al 12 dicembre
2012.
4 Francesco Casetti e Federica Villa (a cura di), Forme, funzioni e generi della fiction televisiva , , Nuova Eri,
Rai VQPT, Torino, 1992
5 Giandomenico Celata, I media e la new economy. La sfida del digitale, Guerini e Associati, Milano, 2001.
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CAPITOLO I
1. L era dell economia dell informazione
Oggigiorno si assiste ad una trasformazione dell economia mondiale che punta sulle
strutture dell informazione e della comunicazione. I popoli sono sempre piø affamati di
conoscenza, e nonostante le tecnologie in continuo cambiamento, i principi economici
restano comunque gli stessi. Nel presente capitolo si cercher di delineare un quadro
generale di tutto ci che concerne l economia dell informazione, in cui va ad includersi
l economia dei media ed in particolare quella su cui verte mio lavoro ovvero quella della
produzione televisione. Verranno delineati gli aspetti dell influenza di questa branca
dell economia sulla societ e i mutamenti che nel corso degli anni si sono avuti.
Successivamente verr illustrato il sistema dell ec onomia dei media focalizzando
l attenzione sulla produzione televisiva.
A questo proposito verr illustrato tutto il sistem a mediatico televisivo, cercando di
mettere in luce tutti gli aspetti salienti che caratterizzano l impresa televisiva.
L economia dell informazione nasce in primis dalla necessit di superare il gap di
conoscenze che si crea nella societ . Dobbiamo cons iderare comunque che le
informazioni non sono tutte uguali, ed essendo l informazione un bene immateriale Ł
spesso difficile determinarne il suo valore. Dovremmo conoscere la sua provenienza e i
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fini per le quali Ł diffusa, la ricezione poi di determinati dati e notizie dipender dalla
singola persona che ne fruisce, cos come anche loro successiva valutazione.
Volendo delineare l economia dell informazione riba diamo che Ł quel mercato che ha
nell informazione l oggetto di scambio, nasce nel d esiderio della ricerca di sapere
sempre piø degli altri, poichØ solo in questo modo si raggiunge il vantaggio competitivo.
Gli esperti della comunicazione sostengono che l informazione determina una differenza
di conoscenze in chi la recepisce generando, nel contempo, differenze ulteriori che
richiedono la conoscenza bramosa di altre informazioni: tutto questo continuo scambio e
l inesauribilit dell informazione alimentano il su o mercato. La maggior parte del bacino
dell informazione ha valore in quanto intrattenimento e in parte in quanto legata ad
un attivit economica.
scontato che colui che possiede a monte delle inf ormazioni adotter strategie per
sfruttare al meglio il differente modo di recepire e valutare le informazioni da parte del
consumatore, proprio perchØ la disponibilit a pagare per usufruire di un determinato
tipo di informazione varia da persona a persona.
Ovviamente Ł palese che sia creazione che la raccolta di info hanno un costo, costi che
vanno ad inserirsi in una struttura di costi atipica.
Il costo di produrre informazione come delinea De Vescovi Francesco (2003) Ł
caratterizzato da ingenti costi fissi ma bassi costi marginali per riprodurla. Infatti il costo
per produrre una prima copia di un bene informazione pu essere considerevolmente
elevato, mentre riprodurre ulteriori copie ha dei costi irrisori; cos alla fine avremo costi
fissi elevati e un rapporto costi fissi/costi variabili relativamente basso, infatti una volta
che il costo di produzione Ł stato recuperato attraverso un certo livello di vendite, il
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profitto realizzato dalla vendita di ogni unit in piø Ł considerato notevole6. Stando a
tutto ci , il prezzo di un bene di informazione non pu essere fissato sulla base del costo,
ma bens sulla base della valutazione che i consumatori danno a quel dato bene. E infatti
consueto creare versioni differenti di un dato bene di informazione proprio per
soddisfare le diverse categorie di consumatori e fissare cos prezzi differenti a seconda
delle versioni.
Si deduce quindi che la struttura del mercato dell informazione, non sar mai un mercato
perfettamente concorrenziale, in cui siano presenti imprese che offrono lo stesso
prodotto e dove nessuna di esse pu da sola influe nzare il prezzo di mercato, difatti
un eventuale concorrenza spingerebbe a inserire un prezzo tendente a zero pari al costo
di produzione dell informazione. Se guardiamo ai costi inerenti al reperimento
elaborazione gestione e archiviazione di dati e informazioni coprono circa un terzo i
costi totali.
Tutto questo viene inserito sistema complesso delle comunicazioni. Il suo valore
economico nei paesi piø avanzati spazia fra il 15% e il 20% dei Pil nazionali: esso Ł un
mercato consistente, fortemente innovativo e dinamico, uno dei settori che tende a
contaminare tutti i settori economici.
Negli Stati Uniti il sistema delle comunicazioni detiene piø del 40% di quota a livello
mondiale, includendo tre grandi sottosistemi. La fetta di mercato piø consistente Ł
rappresentata dalle Information Technology, che detiene il 45% circa di quota nei paesi
piø avanzati, include tutto ci che Ł inerente all informatica, internet e i servizi che
transitano nelle moderne autostrade informative, ed Ł uno dei settori in continua
evoluzione tecnologica. Poi troviamo il settore delle telecomunicazioni protagonista di
6 L unit di vendita in piø in questo caso consiste nelle audience vendute agli inserzionisti.
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un lento ridimensionamento e poi il restante 20% del sistema complesso delle
comunicazioni Ł rappresentato alle comunicazioni di massa.
Il mio studio si soffermer solo su di una parte d i quest ultimo settore, in particolare al
settore televisivo, che rappresenta circa il 40% del sistema delle comunicazioni e solo
l 8% del comparto delle comunicazioni di massa.
1.1 La societ dell informazione
L evoluzione del settore dell informazione ha, come la maggior parte dei cambiamenti,
radici nella societ , e per comprendere l iter dei mutamenti dobbiamo soffermarci in
particolar modo sulla societ dei giorni nostri.
L idea di societ dell informazione Ł che viviamo in societ diverse da quelle di un
tempo che grosso modo erano soprattutto basate sull industria, cos come guardando al
passato, quelle industriali erano diverse da quelle agricole. Nelle societ industriali lo
scopo era quello di far circolare beni materiali, ma andando avanti con gli anni,
l importanza e l evoluzione della ricerca e dello s viluppo hanno evidenziato la necessit
di avere a disposizione sempre piø informazioni e conoscenza su qualsiasi tipo di bene:
l oggetto di scambio in quest era dell informazione diventa la conoscenza.
I primi ragionamenti sulla societ dell informazion e si ebbero intorno agli anni Settanta.
Marc Porat pubblic un suo studio nel 1977 su The Information Economy, da cui emerse,
separando dati informativi da quelli non informativi di grandi industrie di petrolio e
automobilistiche, che il settore dell informazione era all incirca il 46% del PIL
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americano7. I parametri di giudizio che vengono presi in considerazione sono comunque
molto difficili da valutare, inoltre le statistiche non chiariscono su come il settore
dell informazione deve operare.
Alle volte viene tralasciato o dato per scontato il concetto di informazione: viene
chiamata informazione la trasmissione o ricezione di un messaggio, quell insieme di
conoscenze di notizie, di dati, di trend e di previsioni di un dato fatto da cui dipendono
un certo tipo di scelte8.
Accedere a una certa informazione Ł un elemento costitutivo essenziale per il successo
delle strategie di ogni singola persona, di un gruppo o di un azienda, e importanti teorie
economiche sono state costruite seguendo questo principio (si pensi alla teoria dei
giochi)9.
Anche il settore su cui verte il mio studio, l economia della televisione, ha come
impegno prioritario quello di garantire il diritto a sapere. Il motivo dell affermarsi
dell informazione Ł proprio la sete di conoscenza intesa come il bene che ha una
domanda in continua crescita, grazie alla quale vengono prese delle decisioni ed
effettuate delle scelte.
Basti pensare al mondo del business, della politica in generale e dell economia che
orientano le loro scelte in base alle conoscenze che acquisite in una posizione di
vantaggio competitivo, dato appunto dal conoscere prima degli altri.
Oggi giorno per siamo oberati da un eccesso di inf ormazioni che vanno a creare una
povert di attenzione, cos , spesso, non si sa bene cosa sia importante conoscere; per
rimediare a questo il mercato ha formato nuove figure professionali capaci di ricercare
7 David Hesmdhalgh, Le industrie culturali, Egea, Milano, 2008.
8 Fausto Colombo (a cura di), Atlante della comunicazione, Hoepli, Milano, 2005.
9 La Teoria dei Giochi Ł la disciplina che va ad analizzare i problemi di interazione strategica tra decisori,
occupandosi delle situazioni in cui sono presenti piø decisori razionali.
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nello sconfinato mondo della comunicazione le informazioni giuste, i fini importanti:
sono i manager dell informazione, coloro che sanno cosa cercare, interpretano e
correlano i dati eliminando ci che Ł superfluo.
Dobbiamo anche renderci conto che la societ odiern a Ł in forte competizione soprattutto
sul piano economico, ambito dove protagonista Ł la comunicazione pubblicitaria, con
una concorrenza di mercato in crescita. Si cerca cos , di far forza su piani strategici
imperniati su informazioni esclusive, protagoniste del gioco della competizione; i
vantaggi infatti saranno rappresentati dalle informazioni, sulla base delle quali verranno
elaborate le strategie e in seguito le scelte operative.
Il governatore della Federal Reserve, a questo proposito, fa notare che il Pil degli Stati
Uniti (se fosse possibile riunirlo tutto insieme e pesarlo) raggiungerebbe all incirca lo
stesso peso di cent anni fa, ma il suo valore tenendo conto dell inflazione, sarebbe piø di
venti volte tanto, la differenza deriva proprio dai beni immateriali ovvero dalla massa di
informazioni.
Basta pensare all organizzazione delle grandi aziende odierne, dove l apparato
industriale vero e proprio ha perso molta importanza rispetto ad anni fa attuando
consistenti cambiamenti nella struttura gerarchica e nei ruoli. Prima era soliti trovarsi a
un livello nella gerarchia aziendale dove dirigente era legato al numero dei dipendenti
subordinati, oggi invece Ł facile trovare ai vertici persone che traggono la loro forza
dalla conoscenza e dalle capacit di elaborazione d elle informazioni.
L azienda moderna ha, detto ci , soprattutto bisog no di:
1) procacciare il mercato in cui operare, che sia profittevole e che abbia delle barriere
d entrata permeabili;