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parentela, trascurano purtroppo alcuni aspetti delle dinamiche aziendali che
non solo andrebbero presi in considerazione, ma che sono in grado di
portare all’interno delle imprese una innumerevole serie di opportunità
differenti che si possono o meno tradurre in effettivi vantaggi competitivi,
ma che indubbiamente vanno conosciute ed analizzate.
Vivendo io stesso questo tipo di realtà capisco che si possano fin da subito
porre eloquenti obiezioni ad un progetto che vuole modificare delle strutture
che hanno sempre funzionato e prodotto frutti in quantità. A tali
affermazioni e preoccupazioni, tra l’altro sostenute da me in primis,
rispondo che oggi fermarsi all’interno del vortice dell’economia e della
competitività, non solo significa rimanere incagliati, bensì implica il venire
catapultati al di fuori di tale vortice subendo conseguenze in termini
economici e personali enormi nel tentativo poi di rientrare in maniera
propositiva nel meccanismo.
Va però precisato all’interno di una introduzione a questo tipo di lavoro, che
la validità e le modalità che hanno permesso il successo ad una azienda non
andranno assolutamente messe in discussione o sminuite per la loro
semplicità. Al contrario queste andranno analizzate per la loro semplice
complessità, ed integrate con le più adeguate ed opportune tecniche di
gestione aziendale. Solamente così facendo si potrà completare quel quadro
che prevede a mio avviso da un lato la revisione e l’innovazione di alcuni
preconcetti dell’impresa artigiana e degli uomini dell’impresa artigiana in
Friuli Venezia Giulia e, dall’altro, una rivisitazione di alcune teorie del
marketing che troppo spesso si è sentito in obbligo di legarsi a realtà
aziendali enormi, e che poco in Italia hanno saputo dialogare con la piccola
e media impresa, che ancora, ed anche in tempi non del tutto positivi, sa
confermarsi ossatura sana e solida della nostra economia.
Con questa prospettiva, il presente lavoro di tesi è stato articolato in sette
capitoli. Nel capitolo primo viene inquadrata la posizione della piccola
imprenditoria artigiana rispetto alle pratiche del marketing, con particolare
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attenzione ad uno specifico caso aziendale. Il capitolo secondo tratta da
vicino la fase di analisi interna ovvero tutto ciò che riguarda la struttura
operativa e gestionale dell’azienda; un’ attenzione particolare sottolinea
l’importanza della gestione del personale. Proseguendo con il terzo capitolo
si passa all’analisi esterna, che riguarda il mercato in cui l’azienda si trova
ad operare. Il quarto capitolo è volto alla specifica analisi del
posizionamento: è stato creato a tal proposito un questionario che,
somministrato ad un campione di pubblico, ha dato la possibilità di ottenere
dei risultati empirici utili alla determinazione di nuove strategie di
posizionamento. Il quinto capitolo pone invece il problema della
concorrenza e della importanza di un’attenta conoscenza di essa. Con il
sesto capitolo si è voluto porre in luce il problema della lontananza
dell’ artigianato rispetto alle tecniche ed ai mezzi di comunicazione. Inoltre
si è voluto indicare alcune possibilità sfruttabili da parte dell’imprenditoria
artigiana per parlare di se a vasti pubblici. Infine il settimo capitolo si pone
l’obiettivo di indicare un continuo percorso di controllo sui cambiamenti ed
innovazioni strutturali apportate dal marketing in questa realtà i cui valori e
le solide basi non vanno minate o alterate.
Per concludere, va detto che la volontà di presentare un lavoro di questo tipo
nasce dalla personale esperienza e dal contatto diretto con una impresa
artigiana impiegata nel campo della termoidraulica, nata più di venticinque
anni fa e che rappresenta molto bene il modello di impresa artigiana a
conduzione familiare che caratterizza la maggior parte dell’artigianato
friulano. Si tratta dunque di un lavoro che ha l’intento di veder applicare e
messe in opera alcune intuizioni che derivano dall’indirizzo e dal ciclo di
studi da me intrapreso, con il desiderio che tali proposte possano migliorare
ulteriormente le qualità dell’azienda presa in esame, nonché migliorarne la
gestione e l’immagine.
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1. DUE REALTÀ SI AVVICINANO. LE TEORIE DEL MARKETING
A SUPPORTO DEI VALORI DELL’ARTIGIANATO
1. 1. La posizione della piccola impresa artigiana rispetto al marketing
Pensando ad una situazione senza alcun tipo di variabile, ad un modello
applicabile ad ogni realtà aziendale di piccole dimensioni ed in particolare
alla realtà artigianale, sarebbe auspicabile poter ridurre in scala quelle regole
di gestione ed organizzazione legate al marketing che fanno funzionare la
grandi imprese. Purtroppo, o per fortuna, l’impresa artigiana però implica in
se e nel mondo in cui opera una vasta serie di variabili che non solo fanno di
tutto il settore un campo ancora fertile per l’innovazione gestionale, bensì ne
fanno anche un campo che va lavorato, arato, preparato a tutte le pratiche
che permetteranno di cogliere frutti sempre migliori. Praticamente si può
dire che l’intero settore al suo interno sia decisamente frastagliato in tutta
una serie di situazioni particolari, anomale e diverse fra di loro tanto che una
standardizzazione delle tecniche risulta praticamente impossibile da parte di
qualsiasi studioso del marketing. Ciò che pero può essere investito da
interessanti proposte è invece la standardizzazione che le imprese artigiane
possono avere nell’ approccio al marketing e alle sue possibilità, in maniera
da poter capire quanto e come questo possa essere utile per la singola realtà
aziendale considerata. L’artigianato di qualsiasi settore si vuole imporre dei
modelli, che spesso negano a priori l’efficacia di aiuti alla redditività,
derivanti da qualcosa che non sia lavoro, produzione in senso stretto. Tale
approccio è dato dalla ferrea convinzione dell’imprenditore artigiano che
qualsiasi forma di comunicazione
2
intrapresa possa trasformarsi in una lama
a doppio taglio in grado, forse anche involontariamente, di separare le
qualità intrinseche del prodotto da quel contesto di “fatto a mano”, di
2
Viene qui intesa “comunicazione” nell’accezione di messaggio che l’azienda vuole dare
di sé e del suo operato a prescindere da qualsiasi mezzo o strumento da utilizzarsi per fare
comunicazione.
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“artigianale” che lo distingue. Così facendo, sempre a detta di parte della
classe imprenditoriale artigiana il prodotto può perdere la sua anima
concedendola alle diaboliche e ingannevoli strategie di cui la pubblicità è
composta. Se si fa un buon prodotto, se si offre un servizio raramente
migliorabile, è bene allora “non dirlo troppo in giro” onde evitare di non
essere più creduti.
In un quadro simile allora ci si chiede come sia possibile e se sia veramente
necessario avvicinarsi ad una realtà le cui convinzioni di fondo sono così
opposte ai principi su cui si basano invece le strategie di promozione.
Questo succede perché esistono convinzioni molto radicate per cui
dimostrare di saper far bene qualcosa sembra poter sminuire l’integrità
morale del prodotto o dell’azienda. Prima di iniziare qualsiasi tipo di analisi
o di procedura innovativa vanno ben definite quelle che sono le modalità e
le caratteristiche del mezzo che si decide di utilizzare per portare nuova aria
all’interno dell’azienda.
Tali azioni e modalità vanno studiate ed elaborate a seguito di una fase di
attenta analisi interna ed esterna dell’azienda e del mercato in cui si trova ad
operare. Inoltre nel passare dalla fase analitica a quella propositiva di
definizione delle strategie è necessario ricordare come la sinergia tra i
reparti, la continuità delle azioni e lo scambio di informazioni all’interno
dell’azienda siano dogmi essenziali affinché qualsiasi elemento di miglioria
ed innovazione, (gestionale, produttiva ,di prodotto etc.) possa essere in
grado di funzionare al meglio.
E’ assodato infatti che anche le migliori tecniche di marketing e di
pianificazione aziendale non possono funzionare con tutta la loro forza se
non esiste una comunicazione integrata all’interno dell’azienda che sia
capace di coinvolgere tutte le sfere della stessa in maniera che l’innovazione
sia recepita, interiorizzata e poi trasmessa da tutto ciò che l’azienda
rappresenta: il suo prodotto, la sua comunicazione, i suoi valori e la sua
mission.
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E’ chiaro che nel caso di imprese artigiane, come quella presa in
considerazione in questa sede, la conoscenza del prodotto, la sua
realizzazione, la gestione commerciale e la distribuzione fanno riferimento
ad un'unica persona rappresentata dall’imprenditore, il quale deve compiere
un grande sforzo nell’analizzare il suo operato in maniera per quanto
possibile neutrale e trasparente.
Esso deve infatti indietreggiare di un passo ed osservare la situazione della
sua azienda dal di fuori con occhi critici e con una visione d’insieme
attraverso la quale individuare, in maniera serena, i punti di forza e di
debolezza della sua azienda, nonché individuare quegli obiettivi che
possono portare dei miglioramenti non solo quantitativi in termini
economici, bensì anche qualitativi al lavoro suo e dei suoi dipendenti.
Miglioramenti che siano in grado di dare frutti anche in periodi di tempo
medi, due o tre anni, o che siano in grado di porre delle basi solide su cui
costruire la via del cambiamento mentale di un mondo ancorato a grandi
valori e slegato dalle crudeli leggi del mercato, ma ancora troppo relegato a
formule lavorative molto dispendiose sia in termini economici sia in termini
produttivi.
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1.2. Case History: nascita, crescita e sviluppo di un piccola impresa
artigiana operante nel settore della termoidraulica
È doveroso, arrivati a questo punto, parlare di come funziona una piccola
azienda che nel corso degli anni ha saputo ottenere risultati di tutto rispetto
se confrontati con le risorse a disposizione, ma costati anni di sacrifici e
rinunce.
Rispetto a qualsiasi tipo di azione pianificata questa azienda ha sempre
preferito apportare molta quantità di lavoro, spesso economicamente poco
redditizia, ma che potesse dimostrare l’integrità morale del suo leader e dei
suoi dipendenti. La sola comunicazione adottata sta nella qualità del servizio
e del prodotto offerti al cliente, tali da essere sempre essere riusciti a
garantire ben più della sola sopravvivenza a questa azienda.
Purtroppo, per quanto la mia analisi possa sembrare preoccupante e fin
troppo negativista, va ammesso però che molto spesso essa corrisponda a
realtà. Le colpe di ciò non vanno ricercate nella classe imprenditoriale
artigiana; questa infatti fin troppo bene ha saputo e sa tutt’oggi amministrare
realtà produttive sobbarcandosi l’onere gestionale di tutti gli aspetti che
fanno sì che anche l’azienda artigiana si forgi del titolo di impresa al pari di
aziende di grandi dimensioni. In effetti ricerche in tal senso hanno messo in
evidenza come “l’aspetto produttivo investa la maggior parte delle risorse
umane e temporali a disposizione dell’artigiano escludendo di fatto ogni
tipo di interesse alle opportunità commerciali che possano derivare da una
costante informazione in tal senso”.
3
Far incontrare queste realtà a prima vista così distanti significa allora
giungere ad una sintesi in cui le convinzioni dell’una e dell’altra sponda si
possano incontrare attraverso una serie di mosse chiave.
3
P. De Luca, C. Micoli, G.Pegan, Problematiche commerciali dell’impresa artigiana.
Un’indagine sulla realtà del Friuli Venezia Giulia, Franco Angeli, Milano, 2001.
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La rr Ttermidraulico è fondata nel 1979 da un’ idea di Rossi Romano,
tutt’ora titolare, che vede nello sviluppo edile della zona in cui nasce e
cresce una buona possibilità per il suo futuro.
Dopo un esperienza scolastica presso la sede dell’Istituto Professionale di
Stato con specializzazione in idraulica, comincia subito la sua esperienza
formativo lavorativa con sei mesi di apprendistato, dopo i quali diventerà
operaio per i successivi sei anni. A seguito di questi sarà contattato per un
lavoro di magazziniere presso una ditta fornitrice di materiale idraulico e
causa di alcuni problemi di salute accetterà. Formato da due esperienze
lavorative e consapevole dei meccanismi diretti e indiretti nel settore
sceglie nel 1979 di intraprendere la carriera di lavoratore autonomo.
Iscrittosi all’albo degli artigiani, trova subito buone opportunità
collaborando con una ditta edile locale molto operosa nei tardi anni settanta.
Ovviamente le fonti di guadagno non potevano limitarsi ad un solo
committente ed è attraverso contatti interpersonali con clienti privati che dai
primi anni ottanta la rr Termoidraulico incomincia ad acquistare una
discreta fama nella zona in cui opera.
Purtroppo però col 1981 arrivano le prime difficoltà quando la principale
committente ritarda nei pagamenti ed infine cessa di esistere. Da questa
situazione difficile nasce allora una stretta collaborazione, se pur mai censita
dalla costituzione di una società, con un altro termoidraulico della zona. I
due collaborano assieme ottenendo buon successo in termini di notorietà,
legato alle indiscusse capacità lavorative e alla forte amicizia che
distingueva il loro operato.
Ancora una volta però, quando le cose avrebbero dovuto esplodere in
positivo, sono al contrario implose in negativo. Il titolare dell’azienda vive
un brutto periodo personale; è così costretto a trascurare le sue attività e a
rompere la collaborazione con il “non-socio” che a sua volta sceglie la
strada del lavoro dipendente.
13
Va detto che questo periodo di stasi è costato molto alla ditta in termini sia
economici che di credibilità soprattutto in un settore, quello dell’ edilizia, in
cui l’affidabilità, e la costanza rivestono un valore assoluto
Per fortuna però, gli anni passati nel mondo del lavoro, le amicizie nate con
i “concorrenti” , con i fornitori, hanno fatto sì che l’azienda non abbia
dovuto chiudere. Altri artigiani si sono infatti offerti di aiutare la rr
Termoidraulico portando a termine i lavori iniziati e sostenendo il titolare
durante il suo calvario. Gli stessi fornitori sono stati disposti a posticipare le
ricevute in maniera da poter dar respiro ad una situazione diventata
soffocante.
Superato l’incubo del fallimento le cose si sono volte per il meglio e con
l’inizio della novantesima decade la rr Termoidraulico vede la sua rinascita
soprattutto attraverso l’aiuto e l’esperienza di un geometra / commercialista,
noto per le sue capacita risolutive in situazioni critiche. Anche in questa
occasione va sottolineato come il rapporto tra i due fosse basato su un forte
legame umano e non soltanto di collaborazione economica.
E’ in questo periodo infatti grazie all’unione di grandi capacità lavorative
da un lato e altrettante gestionali dall’altro, che vengono offerti alla rr
Termoidraulico importanti lavori come il rifacimento dell’intero impianto
idrotermosanitario di un Hotel, tra l’altro ottenuto senza gara d’appalto; e la
continua realizzazione di impianti completi per conto dell’impresa edile
Angelo Specogna e Figli, con la quale ad oggi esiste una forte e costante
collaborazione.
E’ sempre in questo periodo che vengono inoltre assunti i primi dipendenti
nonché contattati collaboratori saltuari nei periodi di maggior intensità
lavorativa.
Il personale dipendente è costituito, da principio da due soli operai, di cui
uno appena uscito dallo stesso Istituto Professionale di Stato del titolare.
Non a caso, infatti, la collaborazione con tale istituto è tutt’ora valida e
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fornisce ogni hanno stagisti e ragazzi assunti stagionalmente che chiedono
di poter continuare la loro collaborazione con la rr Termoidraulico.
Ora, a distanza di quindici anni dalle prime assunzioni, si contano quattro
dipendenti di cui due provenienti dall’ Istituto Professionale di Stato, un
terzo proveniente dalla vicina Slovenia, e l’ultimo in ordine cronologico
assunto a part-time. E’ in preventivo l’assunzione da giugno 2006 di un altro
ragazzo con cui la ditta ha gia collaborato.
Con queste poche righe sono stati riassunti più di trent’anni di storia
lavorativa e rapporti umani che necessiterebbero di molto più spazio per
essere raccontati. Dai racconti e dai ricordi emerge però una costante
propria del mondo dell’artigianato e della piccola impresa, ovvero la
difficoltà incontrata nel collimare le molte ore quotidiane spese spesso in
lavori pesanti, con necessità e obblighi gestionali che richiedono altrettanta
attenzione e lucidità. Ecco emergere una delle cause per cui in settori ad alto
potenziale e forgiati da grandi rapporti di collaborazione le tecniche del
marketing e della comunicazione non sono state capaci di interagire e di
farsi capire e recepire. Credo che in questi settori vadano ripensate, adattate
e plasmate quelle grandi teorie e tecniche che possono essere capaci di
risolvere questo tipo di problemi è opportuno un processo gestionale sotto il
profilo del lavoro e dell’amministrazione di queste realtà economicamente
sane e valide, che semplice ed innovativo e che possa entrare in stretta
sintonia con i principi ed i valori sani e capaci di essere alla base del
sistema economico della piccola e media impresa che tra l’altro caratterizza
l’ 85% della nostra penisola.
15
1.3 Come conciliare il marketing con una realtà imprenditoriale di
piccole dimensioni
1.3.1. I principi fondamentali del marketing
Per capire come due realtà così diverse possano incontrarsi è bene procedere
con cautela nella specificazione di che cosa sia il marketing e di che cosa sia
l’impresa artigiana in Italia.
Partendo dal primo di questi due elementi va subito sottolineato come
spesso con il termine marketing si intendano erroneamente le attività
promozionali di vendita, la pubblicità, di cui tutti noi ogni giorno subiamo il
fascino. In ogni momento infatti qualcuno cerca di venderci qualcosa, un
prodotto, un servizio, un’ emozione, o uno status. E’ quindi difficile capire
che le vendite, siano solo la punta dell’iceberg marketing: la pubblicità,
infatti, non è che una delle svariate funzioni del marketing e, spesso,
nemmeno la più importante. Se chi si occupa di marketing fa un buon lavoro
in termini di identificazione delle esigenze della clientela, di sviluppo di
prodotti di qualità ad un giusto prezzo, di distribuzione e di promozione
efficaci, allora i beni in questione vengono venduti con estrema facilità.
4
Di
fatti, come ha osservato uno dei più autorevoli studiosi si marketing, quale
Peter Druker “ l’obbiettivo del marketing e quello di rendere superflua
l’attività di vendita. L’obbiettivo è quello di conoscere e comprendere il
cliente in maniera così efficace che il prodotto o servizio si venda da solo”.
Ciò significa che le attività promozionali e di vendita, fanno parte di un mix,
un insieme, di strumenti che sfruttano un effetto sinergico per influenzare il
mercato. Il marketing dunque è un gruppo di attività che va ad interessare
non soltanto la promozione o l’atto finale di vendita, bensì riguarda una
strutturazione dell’intero assetto aziendale secondo linee guida precise e
prestabilite. In questa ottica l’azienda che sceglierà un simile approccio
4
P. Kotler, G. Armostrong, J. Saunders, V. Wong, Principi di Marketing, Isedi, Torino,
2001.
16
dovrà partire dal suo interno con una serie di azioni che solo poi e solo se
ritenuto necessario verranno trasmesse all’esterno attraverso la promozione
e la pubblicità.
Ad ogni modo i concetti fondamentali del marketing si basano sul fatto che
questo venga definito come “un processo sociale e manageriale mediante il
quale una persona o un gruppo ottiene ciò che costituisce oggetto dei propri
bisogni e desideri creando, offrendo e scambiando prodotti e valore con
altri.” Questa e molte altre definizioni di marketing appaiono sul Mcmillan
Dictionary of Marketing and Adevertisement. Qui si trovano raggruppate
infatti numerose definizioni, che proprio per il fatto di essere molteplici,
danno al marketing la duttilità di cui é capace. Ecco perché la pratica di
questa materia può venir introdotta in piccole realtà economiche come
quelle artigiane. Infatti, se la sua attuazione richiede una profonda
conoscenza del mercato nessun tipo di azienda meglio di quella artigiana
può soddisfare tale condizione.
1.3.2. La standardizzazione dell’approccio al marketing da parte
dell’impresa artigiana
Definiti dunque i principi fondamentali su cui pone le sue basi la disciplina
del marketing, vediamo ora con quali metodologie questi principi possano
avvicinarsi alla realtà ed alla produzione artigianale.
Se è noto come l’imprenditore artigiano, per ovvi motivi di tempo non
possa essere sempre preparato in materia di marketing e gestione aziendale
come il migliore degli esperti, è altrettanto vero che egli necessiti di un
metodo che gli consenta di poter investire parte del suo tempo nella
produzione, parte nella gestione e parte nell’acquisizione di nozioni e
pratiche che possano migliorare la sua operosità.
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In base alla mia esperienza, al modo in cui mi sono avvicinato a questo tipo
di concezione ed alle problematiche di questo settore, ho pensato di
suddividere il cammino iniziale in quattro distinte fasi indispensabili per la
comprensione della direzione in cui muoversi.
Queste si possono così riassumere:
1) Fase Conoscitiva: si può definire con questo termine il momento in cui
l’imprenditore artigiano impara a conoscere le molteplici opportunità offerte
dal marketing attraverso lo studio generale delle sue teorie ed applicazioni.
E’sicuramente in questa fase che viene richiesto il maggiore sforzo al
soggetto che vuole avvicinarsi al cambiamento. Andranno ricercati, anche
con l’aiuto delle associazioni di categoria, tutte le opportunità di
informazione e di approfondimento in tal senso. Molteplici sono infatti le
occasioni di incontro e formazione offerti dalla associazione del
Confartigianato in tutte le sue sedi sparse sul territorio nazionale e
regionale. Le pubblicazioni di artigiani che già hanno intrapreso questo
cammino vengono spesso promosse da tali associazioni che inoltre
forniscono un attento servizio di indagine sugli andamenti dei vari settori in
cui l’artigianato viene diviso, informazioni di varia natura che vengono
costantemente elaborate ed aggiornate.
In termini temporali, la fase conoscitiva non si può dire abbia un termine;
chi sceglie di avvicinarsi a questo tipo di visione aziendale avrà chiaro fin
da subito che l’approfondimento e la conoscenza dovranno essere continui e
costanti.
2) Fase dell’adattamento: in questa seconda fase il saper fare dovrà
incontrarsi con le nuove conoscenze dell’imprenditore. Entrambi gli aspetti
dovranno imparare a plasmarsi alle singole esigenze, senza che nessuno dei
due prevalga sull’altro. Non sono rari i casi di aziende che, venute a contatto
con le tecniche del marketing, hanno perso di vista l’autenticità e la bontà
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del loro prodotto, sacrificandola alle economie di scala e cambiando così
quasi inconsciamente la propria natura.
Adattare significherà quindi capire in che modo, in che momento, e con
quale forza il marketing potrà essere efficace per il miglioramento
dell’impresa. Alcune banali domande possono essere utili a chiarire in che
direzione muoversi: “Ho un buon prodotto con cui competere con forza sul
mercato? E’abbastanza conosciuto o è fin troppo conosciuto, tanto da dover
rinunciare spesso a commissioni per incapacità produttiva? Potrei
eventualmente incrementare la mia capacità produttiva con le risorse a
disposizione o dovrei compiere grossi investimenti per farlo? Devo risanare
dei debiti o voglio incrementare il fatturato per aver un utile maggiore?
Ecco allora che questo tipo di domande ci portano verso la direzione a cui i
nostri sforzi dovranno essere rivolti e ci fanno passare alla terza fase del
nostro percorso.
3) Fase degli obiettivi: delineare chiaramente degli obiettivi non è un aspetto
semplice nella vita di un’ azienda, tanto meno lo è in aziende di piccole
dimensioni. Qui, più che di obiettivi prefissati, si può parlare di obiettivi
augurati. Molto spesso infatti l’organizzazione di un impresa artigiana non
prevede la fissazione a priori di obiettivi, bensì mette piuttosto in campo
tutte le forze di cui dispone per poter chiudere positivamente i bilanci senza
preoccuparsi del divario tra energie spese e risultati ottenuti. Inoltre non è
raro che i piccoli problemi di ogni azienda come difficoltà nel riscuotere,
assenza di qualche dipendente per malattia o altro, aumenti del costo delle
forniture, etc, possono trasformarsi quasi con una formula matematica di
inversione proporzionale in problemi enormi. In pratica i piccoli problemi
delle grandi aziende diventano i grandi problemi delle piccole aziende.
Paradossalmente è proprio da queste premesse che deriva l’assoluta
necessità di avere degli obiettivi intorno ai quali ruoterà l’intera strategia.
Nel caso specifico dell’impresa artigiana gli obiettivi andranno suddivisi
non solo tra quelli a lungo termine e quelli a breve termine, ma anche tra
19
quelli che riguardano il mantenimento della dimensione artigianale
dell’impresa stessa.
3 a) Obiettivi a lungo termine di natura economico-finanziaria: questi si
esprimo con la chiara definizione delle mire economiche dell’azienda per gli
anni a venire, degli investimenti a lungo termine, e con il contenimento
dell’indebitamento, soprattutto a lungo termine.
3 b) Obiettivi a lungo termine di natura costitutiva: tali obiettivi possono
riassumere i principi fondamentali, organizzativi e spesso anche finalistici
della natura dell’azienda. Il mantenimento dei valori, del posizionamento,
delle dimensioni produttive limitate, della produzione di nicchia adattata
alle esigenze della clientela, diventano obiettivi guida da seguire nel lungo
periodo e che serviranno anche per definire i più immediati obiettivi a breve
termine, nonché tutte le strategie di miglioramento della gestione aziendale.
Nonostante la loro natura ovvia gli obiettivi di lungo termine andranno
comunque ben definiti, espressi in forma scritta ed ordinati in base al loro
grado di importanza e di flessibilità.
3 c) Obiettivi a breve termine: questi dovranno riguardare tutti gli scopi
perseguibili in periodi di tempo più limitati. Essi saranno ben quantificabili
in maniera da dare successivamente la possibilità di registrarne il successo o
l’eventuale insuccesso. Devono esprimere le reali capacità dell’azienda. Ciò
significa che non è ad esempio pensabile di raddoppiare la produzione da un
anno all’altro se la catena produttiva lavora già al massimo delle sue
possibilità.
Devono essere chiari e ben definiti e sicuramente messi per iscritto, in modo
tale da impregnarsi maggiormente di quella concretezza di cui necessitano
per essere realizzati.
4) Fase della realizzazione: è questa la fase in cui l’imprenditore che sceglie
il cambiamento mette in atto le manovre correttive in base alle sue nuove
conoscenze ed in base agli obiettivi che si è prefissato. Le modalità e le
tecniche da utilizzare non possono venire elencate o consigliate in questa
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sede in quanto a differenza delle grandi aziende in cui la standardizzazione è
applicabile anche ai modelli gestionali, nell’impresa artigiana sarà compito
del titolare capire come e quanto il marketing debba entrare nella vita della
sua azienda. Infatti la “complessità delle caratteristiche del comparto
artigiano, che si presenta come una realtà notevolmente frastagliata ed
articolata, non riconducibile ad una formula imprenditoriale univoca”
5
,
rende difficilmente realizzabile la creazione di un valido modello di
marketing adattabile a questo tipo di realtà.
Sarà dunque attraverso queste tappe che l’artigianato potrà incontrare il
marketing e sfruttare al meglio quelle qualità che possono risultare utili alle
esigenze peculiari di questo settore. Tale approccio permette quindi un iter
che se seguito può dare la possibilità di capire il metodo con cui portare il
marketing all’interno della azienda: senza una metodologia differente è
infatti improponibile adottare le strutture del marketing all’interno di piccole
realtà. Un approccio lineare in tal senso è invece molto utile a capire le
dinamiche di integrazione necessarie a far si che queste due realtà possano
incontrarsi.
5
P. De Luca, C. Micoli, G.Pegan, Problematiche commerciali dell’impresa artigiana.
Un’indagine sulla realtà del Friuli Venezia Giulia, op.cit.