4
trasformazione dei comportamenti dei consumatori e,
conseguentemente, alla fine del mass marketing.
Infatti, la complessità e la non definibilità della
maggior parte dei mercati odierni hanno portato i
reparti di marketing di molte aziende ad abbandonare
le tecniche e le strategie del marketing tradizionale per
lasciare spazio al marketing dell’esperienza.
Quest’ultima frontiera presenta approcci decisamente
più creativi che prescindono tanto dall’analisi dei
target quanto da una stretta definizione dei mercati in
cui le aziende operano. In conclusione di questo primo
capitolo, attraverso il case history di Disney Channel,
si mostra come il marketing esperienziale possa essere
utilizzato per interpretare realtà differenti, come ad
esempio un canale tv.
Nel secondo capitolo prendo in esame l’approccio
generazionale del marketing alla cui base sta “la
convinzione secondo cui le esperienze storiche di cui
si è stati testimoni nel periodo della giovinezza e i
consumi culturali (libri, cinema, televisione,
musica…) di cui si è fruito siano decisivi tanto nella
formazione della sensibilità e dei gusti di ogni
individuo, quanto nel cementare più individui in una
5
generazione, costituendone la memoria comune e lo
spirito” (par. 2.2). Proseguendo nel capitolo, si arriva
ad analizzare il perché, il come e il cosa abbia reso
fondamentale il marketing generazionale per la
maggior parte delle aziende, fino ad affrontare il tema
del consumo televisivo legato a questo nuovo
approccio di marketing. Conseguentemente a
quest’ultimo aspetto diviene un passaggio obbligato la
ricostruzione della storia della televisione. Partendo,
poi, dall’evoluzione del sistema televisivo si arriva,
infine, ad individuare fra gli italiani nati nel
dopoguerra, quattro generazioni di spettatori.
Nel terzo capitolo descrivo gli atteggiamenti dei
soggetti in relazione alla tv come mezzo; in particolare
si analizzano le diverse modalità di fruizione degli
spettatori in rapporto ad un genere televisivo molto
amato in Italia: la fiction.
Nel quarto capitolo prendo in esame la trasformazione
tecnologica della televisione italiana dovuta
all’avvento del digitale terrestre: il presente lavoro non
si soffermerà solo sull’evoluzione tecnologica
dell’apparecchio televisivo, ma analizzerà l’impatto
profondo che il passaggio alla televisione digitale
6
comporterà nei confronti delle tipologie di offerta,
delle modalità di consumo, delle strutture tecnologiche
e produttive, dei modelli di business. Alla fine del
capitolo viene preso in considerazione il bacino
potenziale di “consumo generazionale” a cui la
piattaforma digitale potrà rivolgersi.
Nel quinto capitolo, infine, viene trattato il case
history di una delle reti del gruppo Telecom Italia
Media: La7. Questa nuova emittente è stata scelta per
il mio lavoro in quanto, sin dalla sua nascita, si è
caratterizzata come una tv in grado di scegliere i
propri contenuti nel rispetto dei principi del marketing
generazionale televisivo.
7
CAPITOLO PRIMO
L’evoluzione del marketing
1.1. Un nuovo consumatore per il XXI secolo
Gli anni che ci sono di fronte sono caratterizzati da
grandi opportunità e, nel contempo, da un’elevata
incertezza. Da una parte, le prospettive aperte
dall’avvento della globalizzazione intorno agli anni
Ottanta con l’interconnessione dei mercati e delle
economie, promossa dal capitalismo maturo e da
politiche liberiste; l’estensione delle reti dei trasporti
di merci e persone attraversate dal commercio
internazionale e dal turismo di massa; l’approdo della
sfera politica nazionale ad una dimensione
sovrannazionale o <<scacchiere mondiale>> di cui
non è possibile ignorare la rilevanza e le influenze, la
tangenza e la sovrapposizione e, talvolta, il conflitto
delle diverse culture; l’intensificarsi dei flussi
d’informazione, di denaro, di persone, di idee, di
tecnologie su vasta scala. I media, e la tv in
particolare, sono spesso al centro dei dibattiti sulla
8
globalizzazione in quanto, contemporaneamente,
frutto e artefici del villaggio globale
1
.
Dall’altra parte, conseguentemente, c’è la tra-
sformazione dei comportamenti dei consumatori dopo
la ristrutturazione dello spazio-tempo operata dalla
globalizzazione. Tutti sono d’accordo, infatti, nel
considerare il periodo compreso tra la fine degli anni
Ottanta e la prima metà del decennio successivo come
un momento di frattura, in seguito al quale i
comportamenti del consumatore sono divenuti più
sfuggenti e imprevedibili. Rispetto al passato è venuta
meno la stretta consequenzialità tra connotazioni
socio-demografiche del consumatore, le sue
connotazioni psicografiche e i suoi effettivi
comportamenti di consumo. Pertanto, fino agli anni
Ottanta, per gli esperti di marketing è stato, tutto
sommato, semplice, per ogni mercato considerato,
articolare la Domanda in un certo numero di “cluster”
riuscendo a prevedere le reazioni di ciascuno di questi
aggregati, di fronte al lancio di un nuovo prodotto o al
1
McLuhan M., Gli strumenti del comunicare, Il Saggiatore,
Milano 1967. “La diffusione dei media elettronici ha portato al
coinvolgimento di ognuno nei problemi di chiunque altro, il
mondo è diventato un villaggio globale”.
9
riposizionamento di una determinata marca di
mercato. Questi aggregati di consumatori venivano
scelti attraverso l’utilizzo della pratica di
segmentazione che poteva essere attuata, in base a
variabili comportamentali di “Sinottica” di Eurisko e
in base a variabili socio-culturali di “Monitor 3SC” di
GPF & Associati. Queste sono le due metodologie più
utilizzate dai responsabili dell’attività di mercato
dell’impresa per prevedere il comportamento
d’acquisto del mercato obiettivo. Quindi, un giovane,
studente delle scuole superiori o un universitario con
un livello socio-economico medio e superiore, con
uno stile di vita improntato alla spensieratezza e al
disimpegno entrava a pieno diritto nel cluster
denominato Liceali
2
, composto da individui molto
influenzati dal gruppo di appartenenza e dalla
pubblicità. In questo modo, l’individuo in questione
cessava di essere considerato come tale per divenire
parte integrante di un gruppo di consumatori, di cui
erano note le convinzioni, le preferenze, la sensibilità
e di cui, conseguentemente, potevano essere previsti,
2
Per maggiori informazioni si veda “Sinottica ’92, Rapporto
metodologico” e, per le applicazioni, Meroni V. M., Marketing
della pubblicità, Il Sole 24 Ore, Milano 1990.
10
con buon margine di approssimazione, i
comportamenti di consumo, permettendo all’azienda
di impostare il suo operato in base al target scelto.
Con gli anni Novanta, però, i consumatori sono invece
diventati più complessi e assai meno lineari nei loro
percorsi di consumo, e per questo è diventato sempre
più difficile ricondurre i consumatori a quei gruppi
omogenei di cui si è detto e prevederne le mosse sui
vari mercati. Infatti, vi è stata un’evoluzione del
consumatore verso una maggiore sensibilità alle
novità di mercato, divenendo meno fedeli alle marche
tradizionali, all’individualismo, al rinnovamento e al
desiderio di distinguersi e di stupire.
Le cause di questa particolare evoluzione sono
molteplici:
ξ da un lato, i progressi avvenuti tra gli anni Settanta
e Novanta nei sistemi produttivi e distributivi
(dalla bottega all’ipermercato) hanno consentito al
consumatore di poter scegliere tra una varietà di
beni impensabile nei decenni passati. Questo ha
costituito un forte incentivo all’esploratività;
ξ dall’altro, la pubblicità ha permesso anche alle
imprese medio-piccole la possibilità di comunicare
11
i propri marchi e, inoltre, ha sottoposto il
consumatore a stimoli più intensi, creando in lui il
desiderio di provare nuovi prodotti e marche;
ξ poi, c’è l’avvento di Internet, uno dei mezzi di
comunicazione oggi più usati sia in ambito
aziendale sia in ambito privato. Internet
permette agli utenti-consumatori di viaggiare
in un istante dappertutto, restando a casa
propria, di poter ricercare informazioni
dettagliate sui prodotti, sui prezzi più
convenienti, di poter far parte di una specifica
tribù internettiana oscillando tra la forte
aspirazione all’integrazione e il desiderio di
salvaguardare la propria identità. Quindi,
Internet ha impresso una straordinaria
accelerazione al processo di trasformazione
delle coordinate spazio-temporali dell’espe-
rienza: tra queste, lo sganciamento di spazio e
tempo e la possibilità di una simultaneità
despazializzata, ovvero la capacità da parte dei
soggetti di sperimentare contemporaneamente
12
gli stessi eventi
3
. L’azienda con l’utilizzo di
Internet, invece, può praticare l’e-commerce
che copre molte attività diverse, quali la
compravendita di beni e servizi per via elettronica,
il marketing diretto dei beni e servizi per il
consumatore, l’assistenza post-vendita e l’invio di
informazioni utilizzando la pratica dell’e-mail o
posta elettronica. Dal punto di vista della
velocità, l’e-mail è simile al telefono; dal
punto di vista dei costi, questi sono inferiori
rispetto alle telefonate o alle spedizioni postali
delle normali lettere. È evidente che la velocità
e il costo ridotto delle e-mail hanno permesso
di accrescere, in questi ultimi tempi, in modo
significativo gli scambi comunicativi fra
persone fra loro lontane fisicamente, di
distribuire rapidamente informazioni
all’interno e all’esterno dell’azienda, e tutto
ciò senza che sia richiesta la contemporanea
presenza fisica degli interlocutori. Inoltre, in
rete si crea una relazione diretta tra azienda e
3
Cfr. Giaccardi C., Magatti M., L’io globale. Dinamiche della
socialità contemporanea, Laterza, Roma – Bari 2003.
13
cliente, avendo la possibilità di verificare
direttamente e immediatamente l’efficienza e
l’efficacia della marca e dei prodotti.
Queste massicce dosi d’informazione che il
consumatore ormai riceve dai vari media, sui vari
prodotti e servizi, lo hanno esortato a esigere sempre
la migliore qualità ed il servizio più personalizzato e
lo hanno reso più diffidente e disincantato
accrescendone la tendenza all’infedeltà.
Questa nuova realtà relazionale è non solo dovuta
all’avvento di Internet ma, soprattutto, allo sviluppo di
tutte le tecnologie che sono in forte simmetria con il
cambiamento nella concezione e nell’utilizzo di questa
variabile, un tempo definita scarsa. “Oggi, infatti non
sono più le tecnologie a venire incontro alle esigenze
dell’uomo, bensì il contrario”
4
. Sono le tecnologie,
infatti, a creare professioni e mercati prima di un loro
reale bisogno. Un esempio per tutti è il cellulare e,
invece, nell’ambito del lavoro, si può riportare
l’esempio dell’home-office, il lavoro autonomo che ha
permesso di abbandonare l’antica classificazione delle
4
Abis M., Un nuovo concetto di tempo, in Largo Consumo n. 5,
1999
14
persone in base ai posti che frequentano, per
analizzarne le nuove capacità nell’occupare il tempo.
Quindi, se da un lato l’importanza data alla variabile
tempo è direttamente collegata allo sviluppo delle
tecnologie, dall’altra parte la si collega alla nuova
forma e alla nuova organizzazione del lavoro. Infatti,
le mutate condizioni delle attività lavorative e la
cronicizzazione della disoccupazione, ha portato ad un
adattamento della percezione del tempo per vaste
categorie di soggetti, dove il tempo individuale del
singolo consumatore predomina sul tempo collettivo.
In questa dinamica la spaccatura tempo lavoro/tempo
libero appare sempre meno rigida e gli effetti di questa
tendenza sono già evidenti: la disarticolazione dei
tempi di integrazione familiare, più tempo passato
individualmente in casa, sovrapposizione di molte
attività fisiche e mediali; si spostano alcune attività
classiche, per esempio il quotidiano si legge di sera, si
vanno modificando alcune attività fisiologiche, le
vacanze non si concentrano più nei periodi classici, e
persino le scuole hanno la facoltà di creare calendari
personalizzati. Altri effetti “soggettivi” appaiono
ancora incogniti, per esempio la costituzione di nuove
15
architetture mentali nella percezione e valorizzazione
del tempo. Quindi, non è più opportuno ricondurre i
consumatori a quei gruppi omogenei di cui si è detto e,
di conseguenza, certi concetti standardizzati come
target o segmento di mercato si applicano sempre
meno univocamente in rapporto alla diversa
frammentazione del flusso temporale
5
. Un aspetto è
tuttavia chiaro: il tempo è sempre più una variabile
sensibile per far capire i processi di cambiamento
sociale non più intercettabili con i modelli
socioeconomici classici.
Oltre a queste ragioni più generali, vi sono poi stati
specifici accadimenti storici che hanno accelerato il
processo di “individualizzazione” del consumo e
accresciuto l’infedeltà del consumatore. In particolare
ricordiamo:
ξ la crisi delle ideologie seguita al crollo dei regimi
comunisti dell’Est europeo (1989), che ha spinto
gli Italiani ad adottare nuove prospettive, più
personali, per guardare ed interpretare la realtà;
5
Cfr. Abis M. – Bossi V. – Carullo A., Lo spettatore attivo,
Mursia, Milano, 1999.
16
ξ l’inchiesta giudiziaria nota come Tangentopoli
(1992) che ha travolto il sistema politico italiano e
ha portato nella società quel disincanto e voglia di
fare “da sé e per sé”;
ξ la recessione economica (1993) che ha alimentato
gravi preoccupazioni per il futuro e ha creato
contestazioni nei confronti dei brands portando
così, successivamente, allo sviluppo degli hard –
discount.
1.2 La fine del mass marketing
È un’ammissione ormai diffusa tra economisti,
manager e consulenti d’impresa di fronte ad un
consumatore sempre più individualista, informato,
saturo, esigente e imprevedibile, le tradizionali logiche
di marketing devono essere accantonate. Infatti, il
contesto socio – economico in cui viviamo, descritto
precedentemente, mostra come sia stata superata la
logica “bisogno – acquisto – beneficio”, che è il filo
conduttore dello sviluppo delle logiche del marketing
tradizionale. Tale disciplina, codificata da Kotler
6
,
6
Kotler P., Scott W. G., Marketing Management, Isedi, Milano,
2002.