Il lusso accessibile: nuove forme di razionalità nei processi di acquisto e consumo
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Quali sono allora le basi che guidano il consumatore quando si rivolge a
questa categoria di beni? Quali sono i fattori emotivi, finanziari e sociali che
spingono a questa polarizzazione dei consumi? Perché una così ampia fetta della
popolazione appare tanto attratta da questi beni offerti ad un prezzo premium?
Cosa si ricerca, tanto più in categorie merceologiche che storicamente hanno
sempre presentato scale di prezzo fondamentalmente piatte?
A queste e a tante altre domande tenteremo di dare risposta nel
proseguimento della trattazione. Tenteremo di inquadrare il fenomeno del lusso
accessibile, chiamandolo anche, indifferentemente, neo-lusso, proprio per
sottolineare come sia lo stesso statuto del lusso ad essere mutato, distaccandosi
dalla tradizionale concezione di status symbol che esso tendenzialmente porta ad
evocare.
Un fenomeno di grande portata che non trova in letteratura un’esplicita e
focalizzata trattazione, e i cui tratti basilari sono perduti in numerosi scritti di
carattere trasversale prodotti negli ultimi anni. Un tema interdisciplinare che
abbraccia i campi dell’economia e, per quanto possibile, anche quelli della
sociologia e della psicologia. Allargando in questo modo le nostre prospettive, si
cercherà di proporre un modello interpretativo di questo complesso fenomeno,
sottolineandone i temi più significativi, per giungere a dare una, seppur
semplificata, chiara chiave di lettura (che d’altra parte è lo scopo elettivo di ogni
modellizzazione: quello di “scremare” le informazioni), in grado di guidare
compiutamente la strategia aziendale.
Un modello che vuole cercare di dare un contributo alla genesi di un nuovo
paio di lenti, oggi come non mai necessarie per comprendere, attraverso una
chiara visione, il mutato ambiente che circonda l’impresa. Il passaggio dall’era
della modernità a quella della postmodernità infatti ha profondamente
rivoluzionato le “regole del gioco” ed è proprio su queste ultime che il lusso
accessibile ha compiutamente plasmato le sue fattezze.
Introduzione
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1.1.2 Un nuovo paio di lenti
Tutti noi portiamo delle lenti. Lenti che fungono da filtro nei confronti del
mondo che ci circonda, necessarie per incanalare, scremare, razionalizzare ed
interpretare l’innumerevole quantità di informazioni che ci giungono
dall’esterno. Spesso però queste lenti si appannano, si scheggiano, non ci
permettono più una visione chiara, perché non più adatte a recepire la realtà
esterna, in continua ed incessante evoluzione. Ecco quindi sopraggiungere la
necessità, con il dovuto coraggio, di abbandonare i vecchi modelli interpretativi
per dotarsene di nuovi, che permettano una più ampia visione dei cambiamenti in
corso.
Bisogna avere il coraggio di guardare al di là del proprio naso perché
l’epoca che stiamo attraversando ha una propria specificità e differisce, per molti
aspetti, da quella riduzionista e quantitativa che l’ha preceduta. L’era della
modernità si avvia al tramonto, lasciando rapidamente il passo all’epoca nuova
della postmodernità. Da intendersi non come momento conclusivo della prima
ma come un nuovo ciclo, forse non culturalmente egemone ma certamente
condiviso e diffuso. La modernità continuerà infatti a permeare ancora molti
comportamenti di gran parte dei consumatori, non avendo ancora esaurito il suo
potenziale di progettualità e razionalità. Ma in prospettiva il futuro sarà della
postmodernità, la quale ha già investito e mutato profondamente i comportamenti
dei segmenti socioculturalmente più avanzati.
Anche se era stata la modernità a fregiarsi dell’appellativo di “società dei
consumi”, quest’ultimo era stato utilizzato per sottolineare un fatto oggettivo: il
forte e continuo dilatarsi del mondo delle merci. In realtà il consumo era visto
come un fattore manipolabile in tutto e per tutto dalla produzione, come una
variabile dipendente dagli obiettivi della grande impresa. Il consumo come
“linguaggio della produzione”.
Il lusso accessibile: nuove forme di razionalità nei processi di acquisto e consumo
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Oggi lo scenario appare profondamente diverso. Le sempre maggiori
difficoltà delle imprese nel proporre offerte considerate come realmente valide da
parte del consumatore hanno portato all’abbandono di questa prospettiva, oramai
largamente anacronistica. La crescente complessità ed emancipazione del
consumatore ha costretto la teoria economica ad uscire da quella roccaforte dove
pareva essersi barricata. Un mondo dove imperava il concetto di reddito come
principale, se non unico, predittore dei consumi, abbinato all’asettica nozione di
“utilità”, altro baluardo del pensiero economico. Per una larghissima ed
eterogenea gamma di prodotti, con la sola esclusione dei beni di elevatissimo
costo, sono oggi variabili più complesse e diverse dall’ammontare del reddito a
spiegare i comportamenti d’acquisto. Anche il concetto di utilità postula
erroneamente un soggetto, appunto, economico che si comporta, nell’agire di
consumo, in maniera dissimile dagli altri momenti della sua esistenza: razionale,
teso alla massimizzazione, con scelte indipendenti tra loro e rispetto a quelle
degli altri. Consumatore è invece l’individuo che, fra i suoi tanti comportamenti
della vita di ogni giorno, annovera anche il consumare. Il fatto che il consumo
implichi un esborso di denaro non ne altera certo il significato eminentemente
psicologico e socioculturale.
Oggi la miopia sta finalmente lasciando, seppur in maniera alquanto lenta, il
dovuto spazio ad approcci che restituiscono all’homo oeconomicus la sua sfera
interiore, densa di significati e valori che prima, all’interno degli innumerevoli
modelli, venivano spesso ridotti a semplice “rumore”. Ecco quindi l’economista
divenire sempre più sociologo, antropologo e psicologo, eccolo abbracciare
campi che vanno al di là delle classiche aree di competenza. Postmodernità è
anche l’evoluzione di questa figura, che si pone alla pari del suo interlocutore,
cercando il più possibile di comprendere le reali cause del suo comportamento
per poter configurare un’offerta realmente valida. Certamente adesso, in un
periodo storico dove la soddisfazione/fidelizzazione del consumatore sta
divenendo una sorta di prerequisito per la sopravvivenza delle imprese, la
tradizionale asimmetria del mercato va riducendosi.
Introduzione
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Ad imporre il consumatore come vero “arbitro della propria soddisfazione”,
oltre alla crescente saturazione dei mercati, è proprio la sua stessa evoluzione,
che assomiglia sempre di più ad una rinascita, tuttora in corso, da un fenomeno
implosivo. Una sorta di collasso che ha mandato in crisi tutti i precedenti schemi
mentali del consumatore che, attanagliato dalla sindrome di Stendhal, cerca
nuove basi per muoversi all’interno di un’offerta caotica ed indifferenziata,
facendo maggiormente leva su quello che sente dal profondo, sulle proprie
sensazioni ed emozioni. Per Siri (Siri 2001) addirittura “bisogna assumere come
teorema fondamentale della psicologia dei consumi attuale il fatto che il rapporto
con gli oggetti/beni/servizi di consumo è più chiaramente comprensibile a partire
dalla logica del desiderio, piuttosto che dalla logica del calcolo funzionale o della
coerenza valoriale”. Il nuovo primato della sfera emotiva che non perde di vista il
lato tangibile della qualità, declassandolo però alla stregua di un prerequisito.
Il risultato è un consumatore “laico, deideologizzato, curioso,
sperimentalista, all’insegna del case by case approach” con un’identità
“frammentata, sfuggente, polimorfa e proteiforme” ma fondamentalmente
antropocentrica. E ancora: “più esigente, più selettivo, più informato, più attento
alla qualità, che inventa nuove forme di socialità coerenti con l’edonismo
quotidiano, animato dalle emozioni” (Fabris 2003). Ed il consumo, in molte
circostanze, diviene collante e mezzo per racchiudere tutto ciò.
L’individuo-consumatore è al centro di questa trattazione, essendo il vero
protagonista di quest’era. Approccio che anche le imprese non possono esimersi
dall’adottare. Molti dei temi qui anticipati costituiscono l’humus dal quale ha
avuto genesi il fenomeno del lusso accessibile e verranno meglio approfonditi
lungo i diversi capitoli.
Il lusso accessibile: nuove forme di razionalità nei processi di acquisto e consumo
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1.2 STRUTTURA DEL LAVORO
Ecco un rapido excursus sulla struttura della tesi, in modo da chiarire in che
ordine verranno proposti i vari temi e come questi siano tra loro legati.
Capitolo 2: La società che cambia
Il capitolo si propone di analizzare i principali cambiamenti che si stanno
manifestando all’interno della società odierna, legati all’emergere del fenomeno
del lusso accessibile. La prima parte è dedicata ai trend di natura più strettamente
demografica e socio-economica, per i quali si è il più possibile tentato di svolgere
raffronti intertemporali. La seconda parte analizza invece le evoluzioni socio-
culturali proprie dell’ingresso nell’era del postmodernismo. Alla fine del capitolo
è infine riportata un’utile tavola sinottica che riassume quanto emerso
nell’analisi.
Capitolo 3: Verso un nuovo tipo di lusso
Il capitolo introduce il tema del lusso accessibile. L’analisi storica del
concetto di lusso, attraverso il contributo di molti autori, ci aiuterà a meglio
comprendere attraverso quale percorso si è giunti alla situazione attuale. Si
tenterà poi di inquadrare ulteriormente il concetto mettendo in contrapposizione
il lusso accessibile sia con il vecchio paradigma di lusso, una realtà ormai
appartenente al passato, sia con un’altra tipologia di beni, quelli che definiremo
“tradizionali”, in quanto fondamentalmente “asettici” dal punto di vista emotivo.
Partendo da queste osservazioni articoleremo una “scala dei benefici”, che
trova nel suo livello più alto il soddisfacimento di bisogni emotivi, senza tuttavia
tralasciare le dimensioni più legate alla tecnica ed alla funzionalità dei
prodotti/servizi. Il passo successivo sarà quello di chiederci se effettivamente
Introduzione
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esiste un target identificabile al quale fare riferimento. Si giungerà infine ad
individuare le principali basi da meglio sviluppare per poter fondare un modello
interpretativo.
Capitolo 4: Il modello di sintesi
Il capitolo si propone di analizzare tre temi centrali emersi dalla precedente
trattazione, sottolineando per ognuno le strette relazioni con il lusso accessibile.
Il primo ad essere affrontato sarà quello della qualità, adottando un approccio che
ne evidenzi il senso più ampio e sfaccettato, il quale racchiude non solo le
classiche dimensioni tecniche e tangibili, ma si spinge oltre, fino a ricomprendere
anche la sfera più intangibile.
Il secondo tema che contribuisce ad originare il lusso accessibile è il
delicato equilibrio tra auto ed etero-direzione. Verranno qui sottolineati i
principali significati ricercati dal consumatore nel proprio agire di consumo, sia
quelli inerenti all’autogratificazione (inner directed), sia quelli riguardanti le
modalità di rapportarsi con l’ambiente esterno (outer directed).
L’ultimo tema riguarda invece il ruolo delle emozioni e delle esperienze nel
configurare un’offerta di ordine superiore. Verrà trattato il ruolo che
polisensualismo, emotività nell’agire di consumo ed approccio esperenziale
posseggono ner riuscire a superare il classico statuto del cosiddetto “features and
benefit marketing”.
Infine, alla luce di quanto emerso sino a questo punto, verrà coniato un
modello interpretativo in grado di sintetizzare il fenomeno del lusso accessibile:
il “Modello a Clessidra”. Vedremo quali cause hanno originato il cambiamento
nella struttura dei mercati ed evidenzieremo i principali fattori che ne plasmano
compiutamente le fattezze. Forniremo poi le indicazioni per configurare
efficacemente una strategia basata sul lusso accessibile: dopo aver individuato
quali caratteristiche tipicamente presentano i segmenti di mercato e le categorie
Il lusso accessibile: nuove forme di razionalità nei processi di acquisto e consumo
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più adatte a recepire questo tipo di offerta, enumereremo i vari punti chiave sui
quali costruire una valida strategia.
Capitolo 5: Il caso iPod
Il capitolo propone l’analisi di un caso aziendale concreto appartenente alla
categoria del lusso accessibile, allo scopo di dimostrare l’effettiva
implementabilità di un’offerta di questo tipo. La scelta è ricaduta sul lettore audio
digitale portatile iPod, realizzato dall’americana Apple Computer. Nell’analisi
verranno applicati i costrutti teorici emersi dalle indagini condotte nei precedenti
capitoli. In particolare, dopo aver adeguatamente presentato il caso attraverso
approfondimenti di carattere storico ed economico, andremo ad applicare il
modello coniato nel precedente capitolo, allo scopo di interpretare efficacemente
una strategia di successo chiaramente votata al lusso accessibile.
Capitolo 6: Conclusioni
La società che cambia
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- Capitolo Secondo -
LA SOCIETÀ CHE CAMBIA
Il capitolo si propone di analizzare i principali cambiamenti che si stanno manifestando
all’interno della società odierna, legati all’emergere del fenomeno del lusso
accessibile. La prima parte è dedicata ai trend di natura più strettamente demografica e
socio-economica, mentre la seconda analizza le evoluzioni socio-culturali proprie
dell’ingresso nell’era del postmodernismo.
2.1 I PRINCIPALI TREND DEMOGRAFICI E
SOCIO-ECONOMICI
Nei sottoparagrafi che seguono verranno analizzati quattro fattori di natura
socio-economica che assumono particolare rilevanza nel fornire un quadro
generale del fenomeno indagato. Si è cercato di svolgere il più possibile un
raffronto intertemporale per sottolineare come questi si siano evoluti nel tempo.
2.1.1 L’aumento dei redditi e la disponibilità di ricchezza
Un fattore decisivo per l’esplosione del fenomeno del lusso accessibile è la
maggior ricchezza disponibile per le famiglie. Nel periodo compreso tra il 1992 e
il 2003, il reddito disponibile delle famiglie italiane, così come definito e valutato
nell’ambito del sistema dei conti nazionali (Sec95), ha subito un incremento
medio nazionale del 49% (28% tra il 1995 e il 2002). Tra il 1995 e il 2002 cresce
Il lusso accessibile: nuove forme di razionalità nei processi di acquisto e consumo
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anche la quota di reddito che rimane alle famiglie dopo il processo di
redistribuzione (dall’88% al 90%).
Il reddito familiare medio annuo, al netto delle imposte sul reddito e dei
contributi previdenziali e assistenziali, nel 2002 è risultato di 27.868 euro, pari a
2.322 euro al mese. L’incremento del reddito familiare rispetto al 2000 è del
6,8% in termini nominali e dell'1,1% in termini reali (Fonte: Banca d’Italia).
Per i laureati si registra un reddito da lavoro pari a più del doppio di quello
percepito da coloro che sono privi di titolo di studio (22.768 rispetto a 7.840
euro): il divario è superiore al passato, in quanto per i primi si è registrato un
incremento, per i secondi una diminuzione rispetto ai valori osservati nel 2000
(rispettivamente 19.850 e 7.999 euro).
Riguardo all'età del percettore, il valore più elevato si registra nelle classi di
età da 41 a 50 anni e da 51 a 65 anni, con 16.382 e 17.531 euro rispettivamente.
Figura 1 Reddito disponibile delle famiglie consumatrici (dati in milioni di
euro)
Fonte:Istat: I conti regionali delle famiglie
Redd. Disp. Lordo
-
100.000
200.000
300.000
400.000
500.000
600.000
700.000
800.000
900.000
600.270 605.318 632.146 672.116 717.920 728.561 740.138 753.584 789.527 828.549 859.552 894.199
1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003
La società che cambia
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La ricchezza familiare netta - costituita dalla somma delle attività reali
(immobili, aziende e oggetti di valore), delle attività finanziarie (depositi, titoli di
Stato, azioni, ecc.) al netto delle passività finanziarie (mutui e altri debiti) -
presenta un valore mediano di 103.000 euro, con un incremento rispetto al
corrispondente valore riscontrato nel 2000 (92.962 euro) del 10,8%. Le attività
reali, con un valore mediano pari a 100.000 euro, costituiscono la parte
preponderante della ricchezza netta.
Figura 2 Reddito disponibile delle famiglie per voce economica (composizioni
percentuali anni 1995 e 2002. Variazioni percentuali sui valori
assoluti periodo 1995-2002)
SEGNO 1995 2002 Var.% 1995-2002
Risultato lordo di gestione (+) 7,1 8,7 +52,6%
Reddito misto (+) 18,4 18,8 +28,0%
Redditi da lavoro dipendente (+) 50,1 52,7 +31,7%
Redditi da capitale netti (+) 24,3 19,9 + 2,3%
Reddito primario (=) 100,0 100,0 +25,3%
Imposte correnti (-) 13,3 14,6 +37,7%
Contributi sociali (-) 20,0 19,1 +19,3%
Prestazioni sociali (+) 21,4 23,7 +38,8%
Reddito disponibile (=) 88,0 90,0 +28,0%
Fonte:Istat: I conti regionali delle famiglie
Il lusso accessibile: nuove forme di razionalità nei processi di acquisto e consumo
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Figura 3 Redditi medi e quote di famiglie per decimi di reddito (Anno 2002)
Fonte:Banca d’Italia: Supplemento al Bollettino Statistico (anno XIV – Numero 12 – Marzo 2004)
In Italia, al giorno d’oggi ci sono circa 22,1 milioni di famiglie; di esse
quelle appartenenti agli ultimi quattro decili di reddito - ovvero la quota di
famiglie con un reddito superiore ai 40.000 euro - ammontano a circa 3,9 milioni,
pari al 18,4% del totale (Figura 3).
Figura 4 Redditi medi e quote di reddito per decimi di famiglie (Anno 2002)
Fonte:Banca d’Italia: Supplemento al Bollettino Statistico (anno XIV – Numero 12 – Marzo 2004)
La società che cambia
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Inoltre è possibile osservare come, dividendo la popolazione italiana in dieci
segmenti equivalenti, gli ultimi due decili – ovvero il 20% della popolazione con
il reddito più alto – raccolgono il 42,3% del reddito complessivo. Se poi
estendiamo l’analisi agli ultimi quattro decili - ovvero il 40% della popolazione
con il reddito più alto – la quota di reddito complessivo controllato raggiunge
addirittura il 65,6% (Figura 4). Sono questi ultimi a costituire il mercato
principale per i beni del lusso accessibile.
Facendo un raffronto intertemporale negli ultimi dieci anni il grado di
concentrazione della ricchezza netta risulta in lieve aumento: si può infatti
osservare come il cambiamento della quota di reddito controllato sia avvenuta a
favore del quintile più agiato passando dal 40% al 42%, mentre quella controllata
da quello più povero sia passata dal 7% al 5% (Figura 5).
Scendendo più in dettaglio la quota aggregata di ricchezza posseduta dal 5%
delle famiglie più agiate è passata dal 27% al 32%, quella posseduta dall'1%
delle famiglie più agiate è cresciuta dal 9% al 13%.
Figura 5 Quota di reddito controllato per quintile di famiglie
Fonte:Banca d’Italia: Supplemento al Bollettino Statistico 1991-2002
7%
12%
17%
24%
40%
5%
12%
17%
24%
42%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
1991 2002
Quinto
Quarto
Terzo
Secondo
Primo
Il lusso accessibile: nuove forme di razionalità nei processi di acquisto e consumo
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Nello stesso arco temporale, il grado di mobilità delle famiglie fra classi di
ricchezza appare modesto. Confrontando la posizione relativa di un campione di
famiglie panel nel 1991 con quella del 2002, l’evento più frequente è la
persistenza nella stessa classe di ricchezza. Inoltre, la maggior parte dei
cambiamenti avviene fra classi contigue (Figura 6). Questo porta ad un quadro di
relativa stabilità: le famiglie abbienti rimangono tali e sono libere di concedersi
consumi di tipo premium con una certa tranquillità.
Figura 6 Posizione relativa delle famiglie rilevata sul 1991 e sul 2002.
Ricchezza (valori percentuali)
Fonte:Banca d’Italia: Supplemento al Bollettino Statistico (anno XIV – Numero 12 – Marzo 2004)
2.1.2 Le abitazioni di residenza
Gli italiani che risultano proprietari della propria abitazione sono oggi molto
più numerosi rispetto a dieci anni fa. La quota di famiglie è infatti passata dal
62,1% al 68,5%, registrando un aumento di ben 6,4 punti percentuali nel periodo
1991-2002.
Anche la dimensione media dell'abitazione di residenza è aumentata rispetto
a quanto fatto registrare nel 1991, passando da 100 a 104 metri quadri. Lo stesso
si può dire per il suo valore medio che è letteralmente schizzato da 63.124 a
La società che cambia
15
139.236 euro, il che equivale ad un incremento del 120%. Conseguentemente il
valore medio al metro quadro è passato da 620 a 1.350 euro (Fonte: Banca
d’Italia).
Per questi ed altri motivi molte delle persone che possiedono una casa sono
arrivati a considerarla il più sicuro tra i loro investimenti a lungo termine e molte
delle spese e delle attività relative al lusso accessibile girano intorno ad essa.
Poiché le case sono più grandi e hanno più valore che mai prima d’ora, non
sorprende che molti soldi vengano investiti per migliorarle, per rifinirle meglio o
per acquistare nuovi elettrodomestici. Inoltre per la maggior parte dei
consumatori la casa rappresenta il bene più significativo a livello emotivo ed è
raro, pertanto, che gli investimenti in questa direzione siano considerati sprecati.
Dando uno sguardo alle tipologie di abitazione (Figura 7) è possibile notare
come, dal 1989 al 2002, siano sensibilmente aumentate le abitazioni di categoria
superiore (+60%), segnale che oggi si tende a puntare molto sul mercato
immobiliare residenziale di qualità.
Figura 7 Tipologia di abitazione
Fonte:Banca d’Italia: Supplemento al Bollettino Statistico 1989-2002
10%
57%
33%
16%
58%
26%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
1987 2002
Economica, popolare,
ultrapopolare
Civile
Signorile, di lusso