Green Marketing - Il futuro verde del mercato

Il settore dei trasporti (di persone e di merci) è tra i maggiori responsabili della crescita spropositata delle emissioni di ossido di azoto e di CO2 del pianeta, dunque per una limitazione dell’inquinamento atmosferico è indispensabile una sua redefinizione.

In concomitanza con il rallentamento dell’economia di questi anni sono temporaneamente diminuiti a livello europeo i volumi di trasporto delle merci, mentre non si sono fermati i viaggi delle persone che continuano a crescere (anche se ad un ritmo rallentato): i consumi finali d’energia nei trasporti sono aumentati complessivamente del 3% annuo.

Questo aumento è assorbito completamente dai trasporti su strada, che rappresentano in Italia ancora il 95% degli spostamenti, e addirittura il 31% del totale degli usi finali d’energia; infatti nonostante siano scesi i consumi di carburante unitari per il miglioramento dell’efficienza energetica delle tecnologie di trazione, l’incremento costante della mobilità vanifica queste conquiste e fa registrare un aumento delle risorse utilizzate.

Se teniamo in considerazione che nei paesi membri dell’Association of European Airlines (AEA) le emissioni di gas a effetto serra causate dai trasporti (escludendo il trasporto aereo e marittimo internazionale) sono aumentate del 28% tra gli anni 1990 e 2007, e ora rappresentano il 19% circa delle emissioni complessive, ci rendiamo conto che è necessario porre un freno a questo flusso di inquinanti.

L’unica soluzione è il ricorso all’uso e all’incentivazione dei trasporti puliti. I trasporti puliti – o sostenibili – sono tutti quei tipi di mezzi/modalità di trasporto che hanno un basso impatto sull’ambiente, e includono i tecnologici approcci ai veicoli elettrici od ibridi (che utilizzano cioè una doppia alimentazione – i più innovativi utilizzano benzina ed elettricità, o benzina ed idrogeno), i mezzi che utilizzano carburante naturale (ad esempio il biodiesel), i trasporti pubblici, ma anche soluzioni come il carsharing, o la buona e vecchia
bicicletta.

Se zoomiamo ad esempio sulla soluzione carsharing, vediamo che si tratta di un’idea winwin, che non toglie all’utente la comodità del mezzo privato quando lo desidera, ma al contempo riduce la creazione fisica di altri veicoli, diminuendo l’impatto della produzione industriale sull’ambiente. Inoltre l’utilizzo dell’automobile con il pagamento a chilometraggio aumenta la consapevolezza dell’utilizzatore sui costi dei singoli spostamenti, molto probabilmente ignorati con l’auto di proprietà, responsabilizzandolo per quanto riguarda i viaggi superflui o poco importanti. In Italia è una pratica tutto sommato recente, ma nel resto del mondo è attiva sin da fine anni Ottanta.