L'eredità kantiana nella prospettiva di Michel Foucault

Dato che il potere è penetrato intensamente nei corpi individuali, nel plasmarne i desideri, i piaceri, nell'imporne una forma, una resistenza possibile non puòche partire anche da ciò. Una delle caratteristiche del potere è il suo continuo cambiare, nel suo eterno fagocitare le differenze il potere si èimpossessato, ad esempio, anche della cosiddetta “liberazione sessuale” degli anni '60 del nostro secolo. Ad un movimento di resistenza che pretendeva di abbattere gli imperativi di costume di stampo cattolico con una presenza fissa e sbandierata della “carne”, il potere ha allora risposto, ci dice Foucault, con un impulso di «controllostimolo: “denudati...ma sii magro, bello, abbronzato!”». In questo senso dobbiamo rileggere le affermazioni della Volontà di sapere secondo cui anche i silenzi hanno le loro modalità di potere sottese, nei confronti della “liberazione sessuale”, il potere non ha reagito evitando che il corpo diventasse di dominio pubblico, ma ha assimilato questa istanza di resistenza in maniera produttiva, ad esempio legandola all'ambito economico.
È allora proprio nello studio dei meccanismi che hanno investito il corpo, i gesti, i comportamenti che bisogna costruire l'archeologia delle scienze umane esaminando così il processo di disciplinarizzazione e di normalizzazione tipico del XIX secolo. Foucault, a questo proposito, riconosce al marxismo il grande merito di avere introdotto la nozione di corpo per la comprensione dei meccanismi industriali, in particolare il corpo “salariato”; ciò che però non condivide è che le strategie di contrattacco debbano conformarsi alla stessa logica con la quale il potere, chiamiamolo industriale, si appropria della forzalavoro dei lavoratori, e quindi che l'azione politica possa essere intesa solo come lotta del proletariato all'interno della quale tutte le altre lotte sono marginali o comunque riconducibili, sotto l'egida di un'unica ideologia prospettata da un solo corpo dirigente, che si inserisce, inevitabilmente, nelle dinamiche dello Stato. Secondo il filosofo del maggio francese, per insinuarsi nelle maglie del potere non si possono utilizzare gli stessi strumenti di propagazione di ciò che si vuole sradicare; inoltre lo Stato, e le istituzioni che esso incarna, è solo una delle facce del potere. Per giunta il filosofo francese ritiene che le ideologie di stampo economicistico abbiano lasciato irrisolto il problema fondamentale del '900.