David Cronenberg e il Post-moderno
Analisi estetica del mondo post-moderno
Il mondo dell’Arte, e con esso gli importanti contributi dell’Estetica, sono (e saranno) sempre più in crisi. Questa profonda crisi vissuta tende sempre più a normalizzarsi e a diventare, quindi, consuetudine. La crisi di cui si parla è un profondo cambiamento nel sistema di giudizio. La sempre più veloce scomparsa dell’uomo dal mondo della produzione artistica e la tendenziale disattenzione dello spettatore medio forse elimineranno qualsiasi differenza fra prodotto artistico e merce. L’arte non è nemmeno più mercificata, o meglio, la riflessione non è più attorno ad una possibile mercificazione dell’arte, in quanto l’arte nasce già come merce tra le merci. L’arte post-moderna è sempre più ludica, più accattivante, sempre più subordinata alle leggi di mercato, alle indagini statistiche. È sempre più “fan-based”, ha quasi perso la sua vena rivoluzionaria, la sua vena dissacrante.
Nella Critica del Giudizio, Kant si occupa del giudizio riflettente. Il bello fa parte del giudizio riflettente di tipo estetico. Il bello, per Kant, deve essere disinteressato (un’opera d’arte piace in modo indipendente rispetto all’interesse che provoca), deve essere universale (l’opera d’arte non è diretta ad alcun concetto particolare), non deve avere un fine (l’opera d’arte bella non ha una finalità, non tende ad alcun fine ma la sua finalità è in sé stessa), infine vi è la modalità (l’opera d’arte bella è necessaria. Può sembrare inutile, poiché disinteressata e senza fine, ma è invece indispensabile perché provoca una forma di piacere necessario). Kant riconosce, quindi, che il gusto è universale, ogni uomo ha la capacità di riconoscere il bello. Vi sono delle bellezze universali, o meglio, intersoggettivamente universali. Alcune opere d’arte sono considerate belle perché confermate come belle nel corso di anni, opere d’arte che hanno passato la “prova” dell’universalità e dell’apprezzamento nel corso degli anni.
Per Kant, è il Genio a creare il bello. Il Genio produce qualcosa di bello in modo disinteressato, produce qualcosa di non riproducibile. Il Genio crea un canone, crea opere d’arte belle.
Il mondo post-moderno, invece, è caratterizzato da una scomparsa del giudizio estetico. Un’atrofia della capacità di giudizio, a volte addirittura un’impossibilità di giudicare il bello o circa il bello. Già Walter Benjamin, in L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica, analizzava i cambiamenti avvenuti attorno al giudizio sul bello. Benjamin analizzava, in particolare, come, con l’arrivo dell’arte fotografica e del Cinema, l’arte fosse diventata sempre più riproducibile. Questo, già nel moderno, ha creato non pochi problemi attorno alla concettualizzazione del bello e, soprattutto, riguardo alla scomparsa o meno del Genio, inteso come creatore del bello non riproducibile.
Nel post-moderno, la macchina diventa Genio - sebbene non sia più riconoscibile come tale - e le opere d’arte diventano sempre più “videoludiche”. Lo stesso concetto di Arte diviene difficilmente categorizzabile.
In questo capitolo analizzerò il concetto di arte nel post-moderno e il tendenziale impoverimento della capacità di giudizio, attraverso il film eXistenZ di David Cronenberg.
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David Cronenberg e il Post-moderno
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Informazioni tesi
Autore: | Fabio Vinci |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2023-24 |
Università: | Università degli Studi di Bari |
Facoltà: | Filosofia |
Corso: | Filosofia |
Relatore: | Domenica Discipio |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 31 |
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