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Il Viaggio e la trasformazione dell'eroe come cammino dell'anima: Anima, Mito e narrazione nel pensiero di James Hillman

James Hillman e il ''fare anima''

James Hillman nacque ad Atlantic City il 12 aprile del 1926 e è venuto a mancare il 27 ottobre del 2011. Frequentò la Sorbona di Parigi e nel 1950 si laureò al Trinity College di Dublino. In particolare seguì la professione di medico psichiatr a e nel 1959 si diplomò come analista al "Carl Jung Institute di Zurigo dove divenne direttore fino al 1960.
Dal 1970 in poi iniziò a render nota tramite varie pubblicazioni, seminari e conferenze la sua "Re Re-visone alla psicologia".

La nuova psicologia archetipale trovò in maniera equilibrata sia consensi che critiche in vari ambiti da quello accademico, clinico, studentesco e artistico.
Nel 1978 fondò a Dallas l'Institute of Human and culture e poi a Thompson nel 1978.
Nel 1992 l'università dell'India na dedicò a lui il Festival of Archetypal Psychology e da ricordare il suoi vari interventi al Festival italiano della Filosofia di Modena in particolare quello 2007 sul "Sapere dell'anima".

La revisione psicologica e filosofica sugli archetipi lo conduce a immaginarli: "Come modelli più profondi del funzionamento psichico, come le radici dell'anima che governano le prospettive attraverso cui vediamo noi stessi e il mondo.Essi sono le immagini assiomatiche a cui ritornano di continuo la vita psichica e le teorie che formuliamo su di essa". (J.Hillman, Revisone della psicologia, 1975, pp.20)
Per poter acceder a questi contenuti c'è bisogno di "vedere in trasparenza" con nuove lenti per approdare a fare terapia ovvero a "fare anima".

Hillman si inspira ai poeti come William Blake e John Keats:
Osservata da questa prospettiva, l'avventura umana è un vagabondare per la valle del mondo col fine di fare anima. La nostra vita è psicologica, e lo scopo della vita è quello di far di essa psiche, di trovare nessi tra vita e anima. (Ibid.pp.14)
Partendo dalle teorie di Jung, Hillman trova nello strumento della fantasia e nelle sue rappresentazioni nei sogni e nella sfera diurna, i dati primari della psiche.

Per cui ogni enunciato deriva da una base fantastica e da immagini psichiche che non sono ibridi relitti di percezioni ma hanno una origine autonoma e riorganizzati in immagini archetipiche:
"Ciò che propongo è sia una base poetica della mente sia una psicologia che abbia il suo punto di partenza non n ella fisiologia del cervello, non nella struttura del linguaggio, non nell'organizzazione della società o nell'analisi del comportamento, bensì nei processi dell'immaginazione". (Ibid.pp.17).

Per la sua ricerca si muove dalle teorie Junghiane attraverso Freud, Dilthey, Coleridge, Schelling, Vico, Ficino, Platone, Plotino fino a Eraclito uno dei suoi massimi ispiratori con il suo pensiero sulla Psiche come principio primo e anima come luogo senza confini e profondo. L'archetipo per esempio dell'eroe si colle ga ad un aspetto collettivo e ha un suo comportamento, nella sua pulsione all'agire alle sfide, all' esplorare ma pure all'uso della violenza per la vittoria che divengono poi psicopatologie della battaglia, della mascolinità prorompente e della volontà os sessiva, come per esempio nel mito di Eracle.

Hillman descrivere la scelta di utilizzare il termine "personificazione" come via di accesso al cuore e attività psicologica alla base dello spontaneo averne esperienza, avere visione e parlare di configurazi oni dell'esistenza come presenze psichiche. (Ibid, pp.47).
Da notare il riferimento agli universali fantastici e la mitopoietica di Vico e la coscienza mitica romantica... Hillman sottolinea come i sentieri mitologici portano a motivi detti "mitologemi"
che implicano genealogie di personaggi del "Piccolo popolo" che copioni azioni o "mitemi".

Per molti psicologi questi mitemi contenuti nei sogni rivelerebbero i conflitti per Hillman proprio attraverso i conflitti, come contenitore di desideri, idee, stili di personalità, ci si allontana dal complesso egoico verso un Un Teatro del dove sono gli attori attori-maschera del Sogno che criticano il complesso l'Io eroico. Per fare esperienza della realtà immaginale è necessario che sia attiva una funzione psichica, cioè la specifica funzione dell'anima immaginativa. Per vedere a fondo le cose c'è bisogno di spingere lo sguardo sempre più a fondo fino a vedere in trasparenza e oltre. Vedere in trasparenza è andare nel cuore delle cose per mezzo dell e idee che più che un operazione intellettuale è intuitiva.

Riferendosi al metodo Junghiano della chiarificazione Hillman ricerca una visione lucida per quello trasparente, in opposizione ad una oscurità che si rigenera incessantemente e che sempre richie de Re -visione e introspezione e un attraversamento dell'apparente sia per un paziente, un terapeuta che per qualsiasi ricercatore del Sé. Passando dalla prima fase dell'interiorizzazione a quella della psicologizzazione giustificata dove il movimento non dovrebbe riportare fuori il profondo ma trovare un senso in esso.

La fase successiva è la narrazione attraverso che attraverso l'uso di metafore crea un elaborato di fantasia che ricercandone una spiegazione crea una continua metamorfosi nel processo di mitologizzazione. Il quarto stadio sta nella scelta degli strumenti con cui operare e questi sono " le idee" senza le quali per l'anima è impossibile vedere in trasparenza e le donano "un potere di visione interiore".

Vedere in trasparenza richiede tutte e quattro le fasi che possono avvenire pure simultaneamente. Vedere attraverso " seeing through " è un opportunità e apertura, per scavare dentro e provare a "fare anima".

Hillman trae ispirazione dalle teorie sull'Anima del filosofo del rinascimento Marsili o Ficino per il quale era l'Anima il metro e l'unione di tutte le cose e in Ficino legge l'invito a vedere con gli occhi dell'anima l'anima delle cose (Ibid.pp.338).

Sempre in Ficino legge un invito a ritornare alla "Filosofia" come attività psicologica in quanto una rieducazione filosofica è rieducazione dell'anima e in questa " contro contro-educazione Ficiniana" verso una direzione introspettiva, Hillman ci trova una forma di psicoterapia.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il Viaggio e la trasformazione dell'eroe come cammino dell'anima: Anima, Mito e narrazione nel pensiero di James Hillman

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Informazioni tesi

  Autore: Diana Marcheschi
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Pisa
  Facoltà: Filosofia
  Corso: Filosofia
  Relatore: Paola Bora
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 53

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