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Sostenibilità in campagna: il caso Acerra

Questione rifiuti ad Acerra

Quando nacque il problema rifiuti nel lontano 1994 si iniziò a parlare di raccolta differenziata anche ad Acerra. Vennero affissi manifesti per le strade, distribuiti casa per casa depliant informativi e buste di colore diverso per i diversi tipi di rifiuti. La cittadinanza si era molto interessata alla questione, anche perché associazioni come Legambiente organizzavano eventi con distribuzione di gadget con slogan ecologici (magliette, cappelli,ecc..) e per le strade si discuteva della novità, delle buste dell’immondizia colorate.

Non solo se ne parlava, ma una buona parte della cittadinanza concretizzava il tutto differenziando, fuori il balcone di casa o nel ripostiglio, i diversi rifiuti nelle diverse buste, alcunecasalinghe la trovavano una cosa simpatica, diversa. I bidoni indifferenziati scomparvero e i giorni della settimana divennero il giorno della carta, della plastica, del vetro e via dicendo. La situazione quasi idilliaca si mutò col passare del tempo, la gente di Acerra si rese conto quasi da subito che mentre loro facevano a dovere il loro lavoro, dall’altra parte coloro che sarebbero dovuti passare giorno per giorno a ritirare i rifiuti differenziati, passavano arbitrariamente e buttavano nel camion i sacchetti di colore diverso tutti insieme, rimescolando così ciò che le casalinghe avevano con cura separato e conservato.

Ad Acerra si parla per strada e la notizia ci mise poco a raggiungere l’intera cittadinanza, così che, per una sorta di protesta, ad Acerra finì la raccolta differenziata e ritornarono i vecchi bidoni dei rifiuti, preventivamente conservati. Parlando con cittadini dei paesi vicini, sembra che questa storiella si possa generalizzare un po' a tutta la Campania, o per lo meno alle province di Napoli e Caserta. Così in questi anni di commissariato straordinario si sono accumulate tonnellate e tonnellate di rifiuti indifferenziati, prontamente confezionati sotto forma di “eco-balle”, che il procuratore di Nola ha definito giustamente “balle ecologiche”. Adesso si costruisce l’inceneritore che per più di 30 anni ha già pronto il suo combustibile da bruciare 365 giorni all’anno 24 ore su 24, il problema è che non lo potrà bruciare così com’è, proprio perché al suo interno si trova rifiuto “tal quale”, e così per il momento le eco-balle giacciono in aree di stoccaggio, poste sotto sequestro dalla magistratura.

Nel bilancio FIBE, un ricavo atteso di 400 milioni di euro, corrispondente al valore dell’energia ottenibile dalla combustione delle ecoballe, si è trasformato all’improvviso in un costo imprevisto di almeno 150 milioni, la spesa che bisognerà affrontare per conferirle invece ad impianti in grado di trattare il rifiuto tal quale (quali?). Ad Acerra ci si è fatta tutta un’altra idea dell’ emergenza rifiuti in Campania, totalmente diversa da quella che trasmettono i mass-media. Riflettiamo insieme, si dice sempre che “l’inceneritore ad Acerra è necessario per risolvere l’emergenza, in quanto brucerebbe i rifiuti liberando discariche legali e non”.

Partendo dal presupposto che l’emergenza è stata causata da chi gestiva lo smaltimento dei rifiuti (ed ancora lo gestisce) e non dai cittadini, non si tiene in considerazione che i “termovalorizzatori” non eliminano i rifiuti, ma li trasformano in un 70%circa di fumi e gas (ricchi di inquinanti) che vengono dispersi nell’aria ed un 30%circa di ceneri da combustione che, essendo altamente tossiche e nocive, necessitano di discariche speciali simili a quelle per le scorie nucleari. Quindi si eliminano le discariche comuni, ma nel frattempo se ne alimentano altre che una volta piene non potranno essere a loro volta svuotate. C’è poi da considerare i danni arrecati dai fumi ricchi di sostanze tossiche come le diossine ed i furani, che si depositano sul suolo ed entrano, tramite i prodotti della terra, nel ciclo alimentare.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Sostenibilità in campagna: il caso Acerra

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Informazioni tesi

  Autore: Vincenzo Puzone
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2005-06
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Scienze della Comunicazione
  Corso: Comunicazione d'impresa
  Relatore: Anna Rosa Montani
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 182

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Parole chiave

sviluppo sostenibile
turismo enogastronomico
sostenibilità ambientale
sviluppo endogeno
economia sostenibile
acerra
economia etica
ritorno all'agricoltura
marketing territoriale
turismo in campania

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