Il ruolo dell'alimentazione e del microbiota nella sindrome dell'intestino irritabile
La sindrome dell'intestino irritabile (IBS) è un disturbo gastrointestinale funzionale molto comune di cui si registra un aumento di incidenza man mano che i paesi si industrializzano. Ha un impatto negativo sulla qualità della vita al pari delle malattie croniche e la gestione richiede costi sanitari molto elevati.
La fisiopatologia non è completamente nota, sebbene sia stato dimostrato che svariati fattori sono implicati nel suo sviluppo, quali fattori genetici, sociali, dieta, infezioni, microbiota intestinale e infiammazione intestinale di basso grado.
Difatti, la predisposizione genetica, la cattiva comunicazione tra immunità innata e adattativa, l'esposizione a fattori scatenanti ambientali e la perdita della funzione di barriera intestinale secondaria all'attivazione della via della zonulina da parte di fattori scatenanti ambientali di origine alimentare o cambiamenti nel microbiota intestinale, sono tutti elementi chiave coinvolti nella patogenesi dell'infiammazione, dell'autoimmunità e delle malattie croniche intestinali.
La dieta emerge come un determinante fondamentale della struttura e della funzione della comunità del microbiota perché modula la ricchezza di specifici colonizzatori e le loro funzioni individuali e collettive. I cambiamenti della comunità microbica indotti dalla dieta potrebbero avere un effetto benefico oppure dannoso per la salute dell'ospite, a seconda che la modifica sia funzionale o meno per la regolazione della fisiologia dell'ospite. Ci sono numerose prove a sostegno del ruolo chiave dell'alimentazione in grado di influenzare il microbiota gastrointestinale che nei soggetti con IBS mostra diverse alterazioni qualitative e quantitative.
Numerosi studi hanno dimostrato che regimi dietetici specifici come una dieta a basso introito di alimenti fermentabili oligo-, di-, monosaccaridi e polioli (FODMAP), o la dieta modificata del National Institute for Health and Care Excellence (NICE) o una dieta senza glutine, migliorano sia i sintomi che la qualità della vita in una percentuale considerevole di IBS.
Il trattamento dell'IBS si basa su approcci multifattoriali basati principalmente sul trattamento dei sintomi e a seconda che il paziente rientri nella categoria IBS-C, IBS-M o IBS-D potrà richiedere diverse modalità di trattamento. Fondamentale risulta essere un approccio personalizzato guidato da un team multidisciplinare di professionisti sanitari che includa gastroenterologi, dietologi, microbiologi clinici ed esperti di genomica molecolare necessario per la diagnosi e la gestione efficace dell'IBS.
Nel presente lavoro di ricerca analizzo il ruolo della dieta nella fisiopatologia dell'IBS, l'uso di varie strategie dietetiche e interventi sul microbiota per valutare il loro effetto sulla sintomatologia della sindrome.
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Informazioni tesi
Autore: | Cristina Sicilia |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2020-21 |
Università: | Università Telematica San Raffaele Roma |
Corso: | Scienze della nutrizione umana |
Relatore: | Caterina Conte |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 74 |
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