Ambiente, eccentricità e nuovi spazi antropologici
Nella prima parte di questa tesi si è seguito da vicino la ricerca di Helmuth Plessner sulle “modalità di esistenza” della vita, in cui si rinvengono i motivi strutturali della differenziazione della sfera animale da quella dell’uomo, le ragioni per cui l’uomo è in grado di distanziarsi da se stesso, rendendo possibile la “totale riflessività del sistema di vita”, e i motivi per cui, invece, l’animale resta concentrato sulla propria attualità. La posizionalità eccentrica dell’uomo risulterà fondamentale per interpretare la complessità del comportamento umano, inoltre, nel lavoro svolto si sono messi in evidenza gli apporti del biologo e filosofo estone Jakob von Uexküll che, grazie a un’articolata teoria dell’ambiente (Umwelt), consentì una migliore comprensione delle relazioni di scambio ma anche di conflitto tra organismo e mondo, fornendo alcune importanti basi concettuali per la maturazione dell’antropologia filosofica nei primi anni del Novecento. Nella seconda parte della tesi ci siamo poi soffermati sugli aspetti politici dell’antropologia di Plessner, misuratosi perlopiù con Schmitt con l’opera del 1931 Potere e natura umana. Se Schmitt considerava la politica come il momento dell'intensificazione del conflitto, per cui bisognerebbe per la “serietà” (Ernst) del caso estremo determinare nettamente i confini tra chi è “amico” e chi è “nemico”, Plessner rende meno rigida la distinzione della “relazione” in seguito all'introduzione del concetto freudiano di “perturbante” (Unheimilich). Le tesi del sociologo Pierre Lévy, conosciuto soprattutto per aver articolato una riflessione sui nuovi mezzi di comunicazione in grado di produrre inediti spazi antropologici (Cyberspazio), sembrano voler riproporre la questione dell'alterità affrontata da Plessner in Potere e natura umana, ma da un punto di vista del tutto originale, l'altro è “qualcuno che sa”, e non necessariamente un possibile nemico. In conclusione, ciò che si è voluto dimostrare nelle ultime pagine della presente tesi di laurea è che Lévy sembrerebbe essere consapevole dei risultati a cui i fondatori dell’antropologia filosofica sono giunti. In particolare, il “cyberspazio” non rappresenta certamente la soluzione definitiva ai problemi di ordine sociale e politico tipici dell’uomo, ma il luogo virtuale in cui si evidenzia maggiormente la complessità di un essere alla ricerca permanente di soluzioni e conoscenze.
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Informazioni tesi
Autore: | Daniele Varrella |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Salerno |
Facoltà: | Filosofia |
Corso: | Filosofia |
Relatore: | marco Russo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 98 |
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