Responsabilità sociale e obesità infantile
L’affollamento pubblicitario sta creando dei grossi danni nella crescita e nella salute dei bambini, che sono più vulnerabili agli attacchi del marketing. Inoltre porta ad accelerare il processo di crescita dei bambini che si sta verificando nella società attuale e lentamente tende ad accorciarsi il periodo dell’infanzia, proiettando i ragazzi in una dimensione dove gli uomini restano sempre bambini e i bambini nascono già uomini. In secondo luogo va a favorire uno stile di vita che comporta come rischio concreto l’obesità. All'età di 9 anni in città campione di Lombardia, Toscana, Emilia Romagna, Campania, Puglia e Calabria, il 23,9% dei bambini è in sovrappeso e il 13,6% è obeso. L’obesità può dipendere da tre fattori. Da fattori organici, cioè se un bambino presenta genitori obesi, è più facile che diventi obeso, fattori psicologici dovuti molto spesso ad alterazioni del sistema familiare, e fattori socio-ambientali, quali una cattiva alimentazione e praticare attivamente attività sedentarie, come lo star seduti davanti al televisore. La maggior parte dei bambini italiani, infatti, guarda la televisione in media dalle 2 alle 3 ore al giorno. Le ore di tv più viste dai bambini sono le ore che vanno dalle 16:00 alle 19:00, la cosiddetta fascia protetta. La fascia protetta è stata creata nel 1990 per proteggere i minori da immagini che possono essere lesive perché ritenute troppo violente od oscene. Le aziende la utilizzano come canale principale per intraprendere campagne di marketing rivolte al target dei bambini e degli adolescenti. Il marketing aggressivo rivolto ai minori sta lentamente conquistando anche la rete. Internet, infatti, è la nuova frontiera della pubblicità, perché permette l’interazione con l’utente e la personalizzazione dei contenuti. Le aziende produttrici di merendine o produttrici dei cosiddetti “junk food” (cibo spazzatura) promuovono uno stile di vita malsano e una comunità priva di valori, dove il cibo e il denaro sono mezzi per ottenere la felicità. Una cattiva alimentazione porta inevitabilmente al rischio effettivo dell’incremento di obesità, che ha effetti negativi sulla salute del bambino e può ripercuotersi anche in futuro quando diventerà adulto. L’obiettivo della tesi è di comprendere come le aziende produttrici dei cibi ad alto contenuto calorico possano limitare i danni causati dal rischio di obesità. Non esiste ancora una regolamentazione della pubblicità e della promozione di prodotti alimentari per i bambini nell’Unione Europea o a livello mondiale, però le cose stanno iniziando a cambiare. Le imprese dal canto loro possono adottare una condotta responsabile per limitare i danni provocati da un affollamento pubblicitario. Adottare un approccio responsabile nei confronti del mercato e dei consumatori èinfatti, oltre che un vantaggio per le imprese stesse, un modo efficace per limitare l’abuso di cibi spazzatura e, di conseguenza frenare l’aumento di obesità nei giovani.
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Informazioni tesi
Autore: | Massimo Serrajotto |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM) |
Facoltà: | Scienze della Comunicazione |
Corso: | Relazioni pubbliche e pubblicità |
Relatore: | Vincenzo Russo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 56 |
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