Organizzazione d'impresa e mobbing: un'indagine nel settore bancario in Toscana
Questo lavoro vuol essere un'analisi, seppur non esaustiva, di un fenomeno recente ma antico al tempo stesso. Recente perché la parola mobbing comincia ad essere utilizzata solo da alcuni anni (inizialmente in ambiti scientifici extragiuridici, poi, grazie alla presa di coscienza dei lavoratori e del mondo sindacale, è trasmigrato nel linguaggio giuridico e giurisprudenziale); antico perché i comportamenti riscontrabili all'interno del fenomeno risultano in gran parte già analizzati, elaborati e risolti dalla giurisprudenza degli ultimi decenni. Allora perché tutto questo clamore, anche mass-mediatico, intorno al fenomeno mobbing? La risposta può essere ricercata nella richiesta di apportare sempre maggiore tutela a quelle situazioni vessatorie e discriminatorie che sempre più spesso caratterizzano il mondo del lavoro. Mi riferisco esplicitamente a quei comportamenti, di per sé ed autonomamente considerati, i quali non necessariamente vengono identificati come illeciti; ad esempio: incarichi inutili e ripetitivi, revoche o mancate concessioni di benefici anche se promessi, isolamento verbale e fattuale da parte dei colleghi, molestie morali implicitamente intese. Dal punto di vista sociologico e medico-legale, il mobbing può essere identificato come una forma di aggressione psicologica che si realizza attraverso sistematici e prolungati comportamenti ostili e vessatori che produce effetti dannosi: dalla lesione della vita di relazione della vittima a quella della personalità, della dignità, della professionalità; poi ancora, quasi sempre, malessere e scompiglio nella vita del malcapitato, con ripercussioni anche gravi sulla sua salute psicofisica. Tali comportamenti poi sono rivolti intenzionalmente a emarginare e isolare il soggetto passivo nell'ambiente di lavoro, e spesso sono finalizzati a ottenerne l'estromissione dall'azienda. Pertanto il mobbing, essendo un fenomeno multiforme, non ha una precisa connotazione giuridica e neppure certi o determinati confini sul piano delle forme e delle modalità attuative. Ciò premesso, il primo capitolo di questo lavoro vuole evidenziare l?importanza dell?organizzazione, della comunicazione e quindi della sicurezza nelle imprese - in modo da creare un ambiente più sereno che porterà l?azienda ad ottenere buoni risultati senza dover fare i conti con fenomeni rischiosi, come ad esempio il mobbing - in uno scenario aziendale che negli ultimi anni ha subìto e sta subendo molti cambiamenti. Il secondo capitolo ripercorre gli studi e le analisi empiriche effettuate negli ultimi decenni, soprattutto in ambito straniero, da alcuni studiosi sul fenomeno mobbing, grazie ai quali questo viene oggi considerato come una branca di studio indipendente. Ricostruzione necessaria al fine di inquadrare giuridicamente il mobbing e di individuare gli aspetti peculiari e salienti che potrebbero caratterizzare un futuro intervento legislativo. Nel terzo capitolo, invece, viene esposta un?indagine esplorativa condotta su un campione della regione Toscana costituito da 55 soggetti impiegati presso due istituzioni bancarie, 13 rappresentanti sindacali e due direttori. Lo scopo principale di questo lavoro è quello di verificare la presenza, o meno, di comportamenti vessatori nell?ambiente bancario causati da una cattiva comunicazione interna (e quindi anche esterna) e da un?inefficiente organizzazione che può creare un clima lavorativo instabile e insicuro.
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Informazioni tesi
Autore: | Tilde D'amico |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2003-04 |
Università: | Università degli Studi di Firenze |
Facoltà: | Scienze della Comunicazione |
Corso: | media e giornalismo |
Relatore: | Giovanni Bechelloni |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 100 |
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