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La tesi del giorno

Genitori e figli: educare all'amicizia

Genitori e figli: educare all'amiciziaSecondo Save The Children, Ong impegnata nel migliorare le condizioni di vita dei bambini in Italia e nel mondo, con punizione corporale si intende "qualsiasi punizione per la quale viene utilizzata la forza fisica, allo scopo di infliggere un certo livello di dolore o di afflizione, non importa quanto lieve". Ma una 'sculacciata' ogni tanto può davvero far così male?
In molti studi psicologici e sociali si tende a sottolineare l’impatto, anche a lungo termine, che la condotta dei genitori ha sui figli: nell'ambito dell'educazione infatti non esiste il concetto di neutralità, in quanto le reazioni e i gesti degli adulti sono sempre assorbiti e reinterpretati autonomamente dai bambini.

I genitori in particolar modo contribuiscono a plasmarne il mondo biologico e sociale in forme che riflettono la storia culturale e filogenetica dei loro antenati.
La dott.ssa Viviana Testa spiega all'interno della sua tesi che con il termine Parenting (spesso utilizzato nella letteratura psicologica) ci si riferisce a quelle pratiche genitoriali attuate per "rispondere alle richieste [del figlio] di cure fisiche come l’alimentazione e la salute, a organizzare un ambiente accogliente e sicuro, promuovere le relazioni interpersonali e favorire la comprensione del mondo circostante in modo che il figlio diventi un adulto autonomo e competente".

La dott.ssa Testa esplicita il rapporto stretto che esiste tra la maturazione emotiva e intellettiva del bambino e il "bagaglio di esperienze e insegnamenti interiorizzati che provengono dalla famiglia", analizzando il modo in cui bambini provenienti da diverse cultura sanno stare con i loro compagni.
"Sin dal primo giorno di scuola il bambino dovrà imparare come comportarsi, come entrare in un gruppo e negoziare le regole di un gioco. Si troverà, inoltre, ad affrontare nuove relazioni simmetriche e asimmetriche senza la mediazione dei genitori. […] Per la maggior parte dei bambini l’amicizia è una delle principali componenti della vita; essa occupa, sia nel mondo reale che in quello della fantasia, una gran parte della giornata del bambino. […] All’interno di questa gamma di situazioni esistono comportamenti giudicati dalla società e dai genitori come prosociali, quindi positivi, o, all’opposto, negativi. Esiste infatti un insieme di regole sociali condivise che la società giudica accettabili, auspicabili oppure no, trasmessi dalla famiglia attraverso le pratiche educative e di socializzazione dei propri figli".

Ovviamente non tutte le culture hanno gli stessi valori e le stesse regole nella socializzazione: i recenti flussi migratori in Italia hanno reso l'interazione tra i bambini molo più complessa: insieme ai genitori infatti devono confrontarsi con modi diversi di fare amicizia.
La dott.ssa Testa ha analizzato e confrontato i diversi stili genitoriali e i gradi di competenza sociale dei bambini presenti nelle comunità culturali più numerose in Italia, attraverso un lavoro di ricerca su un campione di 89 bambini (19 italiani, 19 romeni, 18 sud americani, 17 cinesi, 16 nigeriani), frequentanti le classi elementari, di età compresa tra i sette e i dodici anni, e da 91 genitori.
"L’obiettivo è stato valutare i valori che i diversi tipi di rapporti genitoriali promuovono, come questi vengano trasmessi alla prole e come influiscano sulla sua capacità di stringere relazioni sociali extra familiari e sul suo modo di intendere l’amicizia. Tali concezioni sono state messe a confronto con la cultura di riferimento italiana al fine di rilevare eventuali differenze o punti in comune".

I risultati ottenuti offrono spunti interessanti per nuovi approcci educativi anche nelle strutture scolastiche. Qui in sintesi alcune delle riflessioni della dott.ssa Testa sulla base dei dati raccolti:
"I genitori latinoamericani siano affettuosi e responsivi nei confronti dei figli e li incoraggiano a fare altrettanto con i loro amici. Come mettono in luce, i questionari danno importanza alla creatività e all’immaginazione in maniera più accentuata rispetto alle altre culture […]. Ciò crea nei bambini un alto livello di comportamenti pro-sociali. […]
I genitori cinesi, per contro, improntano le pratiche genitoriali sull’obbedienza e sulle buone maniere. Non avvengono molti momenti di tenerezza tra di loro […]. Anche nei disegni relativi agli amici [i bambini] mostrano una bassa coesione rispetto alle altre culture; tuttavia, i valori relativi all’aggressività sono bassi. […]
I genitori nigeriani, invece, mostrano un parenting severo, ma responsivo. Sono frequenti, soprattutto con i bambini più piccoli, momenti di tenerezza e affetto. […] I bambini mostrano nei questionari un buon livello di comportamento pro-sociale, ma anche elevati livelli di aggressività fisica. La coesione [con il "non amico"] è elevata; ciò potrebbe dipendere dall’educazione trasmessa dai genitori riguardo all’importanza di essere generosi e disponibili verso tutti.[…]
Italia e Romania mostrano molti tratti in comune. I genitori di entrambe le culture si dimostrano disponibili, affettuosi e attenti nei confronti dei figli, preferiscono il dialogo e la comunicazione alle punizioni fisiche. Spesso attuano uno stile genitoriale a tratti permissivo, cedendo ai capricci dei propri figli".

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Per approfondire il rapporto genitori-figli nel periodo dell'adolescenza leggi l'articolo della dott.ssa Mariolina Gaggianesi La ricerca dell'identità nell'adolescenza

Visita la tesi:

Parenting e competenza sociale in diverse culture. Una ricerca con bambini in età scolare
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