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I Carabinieri arrestano il brigatista Giorgio Semeria
A Torino alcune molotov vengono lanciate contro la caserma dei Carabinieri delle Vallette. Lo stesso giorno, con il treno rapido da Venezia, arriva a Milano Giorgio Semeria. Si dice che abbia preso il posto di Curcio alla guida delle Brigate Rosse e sia lui a disporre gli attentati ai carabinieri previsti dalla nuova strategia dell'organizzazione, che abbia deciso di preferire per i trasferimenti i treni alle auto rubate. Ad aspettarlo ci sono un centinaio di carabinieri. Prima che il convoglio s'arresti, Semeria se n'accorge, apre uno sportello e tenta di fuggire. Gli balzano addosso il capitano Francesco Delfino e il brigadiere Atzori. Semeria si divincola, tenta di scappare, l'ufficiale spara e lo ferisce al torace. Era armato, Semeria: aveva una pistola alla cintola. Ma un'altra pistola viene rinvenuta tra i binari del marciapiede. Con lui, probabilmente, viaggiava un altro brigatista, che è riuscito a dileguarsi.
Con l'arresto di Giorgio Semeria, ultimo dei capi storici in grado di contrastare la nuova leadership, che ormai è nelle mani di Mario Moretti, Lauro Azzolini e Franco Bonisoli, i capi dall'interno del carcere continuano a vivere il proprio carisma, ma ormai non influenzano più scelte e strategie delle Br, guidate ormai definitivamente dalle idee e dalle scelte di Mario Moretti.
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