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Velasco prende il potere in Perù con un colpo di stato

3 ottobre 1968

Nel cuore della notte, un gruppo di cospiratori militari agli ordini del Generale Juan Velasco Alvarado, appoggiato da trenta carri armati, occupa il Palazzo Presidenziale, cattura il Presidente della Repubblica, Fernando Belaunde Terry, e con la forza lo imbarca su un aereo diretto a Buenos Aires. Per il Presidente del Perù, eletto democraticamente nel 1963, inizia un esilio che avrà una durata di 12 anni.
Si tratta del ventisettesimo colpo di stato verificatosi nel XX secolo. Il primo proclama del Governo Rivoluzionario delle Forze Armate, capeggiato dallo stesso Juan Velasco, cerca di giustificare il golpe accusando il governo di Belaunde della corruzione morale del Paese, che è giunta a livelli di tale gravità da non potersene prevedere le conseguenze. Sul piano ideologico i golpisti sostengono che c'è bisogno di trasformare l'organizzazione dello Stato, le strutture sociali, economiche e culturali; di mantenere un deciso atteggiamento nazionalistico e una ferma difesa della sovranità; di ristabilire pienamente il principio dell'autorità, il rispetto e l'osservanza della legge, il predominio della giustizia e della moralità in tutti i campi dell'attività nazionale. Si aggiunge altresì, da parte dei militari, che il nuovo governo dovrà rispettare i trattati internazionali, mantenere fede ai principi della tradizione cristiana e occidentale e inoltre incentivare l'investimento estero qualora gli stranieri siano disposti a rispettare gli interessi e le leggi peruviane.

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