Schede degli autori ellenistici più famosi e riassunto delle principali opere dell'età ellenistica-romana e dei generi letterari.
Letteratura greca ellenistica: autori principali e trame delle opere
di Carmine Ferrara
Schede degli autori ellenistici più famosi e riassunto delle principali opere
dell'età ellenistica-romana e dei generi letterari.
Università: Università degli Studi di Salerno
Facoltà: Lettere e Filosofia
Corso: Filosofia
Esame: Letteratura greca
Docente: Paola Volpe Cacciatore1. Menadro
Menandro (Atene 342 – 291 a.C.)
Commediografo
Autore di confine tra cultura post-classica ed ellenismo
Lingua usata: coiné dialectos
Compose circa 100 commedie
Trame delle più importanti:
Il Misantropo
Cnemone, uomo asociale e misantropo, dopo aver costretto la moglie ad andarsene presso il figlio di primo
letto di nome Gorgia, vive con la sola compagnia della figlia e di una vecchia serva. Il giovane Sostrato si
innamora della figlia e vuole chiederla in moglie, ma Cnemone caccia a male parole e a sassate il
messaggero del giovane. La sorte vuole tuttavia che Cnemone precipiti in fondo al pozzo mentre tenta di
recuperare un’anfora e una zappa cadute alla sua serva. Sostrato ne approfitta e, insieme a Gorgia, lo porta in
salvo. Per gratitudine Cnemone adotta Gorgia e gli affida il compito di trovare un marito a sua figlia; Gorgia
concede così a Sostrato di sposare la propria sorellastra, ottenendo a sua volta in cambio la sorella di lui.
Alle doppie nozze, pur riluttante, viene trascinato anche il misantropo Cnemone.
La ragazza tosata
Moschione e Glicera, abbandonati in fasce dai genitori, crescono separati. Mentre Glicera è al corrente del
fatto che Moschione è suo fratello, Moschione è all’oscuro di tutto e si innamora di lei. I due suscitano la
gelosia di Polemone, soldato di cui Glicera era concubina, che si vendica di lei tosandole i capelli per
mortificarne la bellezza. Glicera si rifugia presso la casa di Marrina, matrigna di Moschione, e le racconta la
verità. Dopo una serie di peripezie, la situazione si avvia allo scioglimento grazie all’intervento di Pateco, un
vicino di casa che, intervenuto come paciere, scopre di essere il padre dei due ragazzi. Glicera e Polemone
possono così rappacificarsi e convolare a nozze, mentre Moschione, ritrovata la sorella, ottiene a sua volta
una sposa grazie al padre Pateco.
L’arbitrato
Carisio ha abbandonato la moglie Panfile dopo aver appreso che lei aveva avuto un figlio da un altro uomo.
Segue una scena in cui il carbonaio Sirisco e il pastore Davo ricorrono a un giudizio d’arbitrato per dirimere
una controversia privata: Davo aveva trovato un bambino abbandonato e lo aveva ceduto a Sirisco, il quale
ora pretende che l’altro gli consegni anche gli oggetti rinvenuti col trovatello. Ottenuta ragione, Sirisco
mostra tali oggetti al cuoco Onesimo che riconosce fra essi l’anello che il suo padrone Carisio aveva perso
durante la celebrazione delle Tauropolie, quando, ubriaco, violentò una fanciulla. La flautista Abrotono
finge in un primo momento di essere la vittima dello stupro. Alla fine, però, Carisio riflette sull’amore che lo
lega a Panfile e, dopo che quest’ultima scopre che era stato proprio Carisio a violentarla quella notte, la
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Letteratura greca ellenistica: autori principali e trame delle opere vicenda si conclude.
Lo scudo
Il pedagogo Davo comunica che il giovane Cleostrato è morto in battaglia e ne porta in scena lo scudo. Lo
zio di Cleostrato, l’avaro Smicrine, fiuta immediatamente l’opportunità di arricchirsi e vuole sposare sua
nipote, la sorella ed unica erede di Cleostrato. Tuttavia, lei è già sta promessa a Cherea, figliastro del fratello
di Smicrine. Ma ecco che entra in scena Davo: costui intende far credere che Cherestrato sia morto di dolore
per la perdita di Cleostrato e che la figlia abbia ereditato il suo ingente patrimonio. In questo modo Smicrine
avrebbe cercato di combinare un matrimonio con la figlia di Cherestrato, che avrebbe ricevuto un
patrimonio molto più consistente della sorella di Cleostrato. […] Cleostrato ritorna a casa inaspettatamente
vivo e sposa la figlia di Cherestrato, mentre la sorella sposa Cherea. Smicrine rimane beffato dall’astuzia del
pedagogo Davo.
La ragazza di Samo
Durante una festività religiosa, Moschione, figlio adottivo di Demea, violenta Plangone, figlia di Nicerato,
che dà alla luce un bambino. Moschione vuole sposare la ragazza, ma non vuole rivelare la sua paternità:
affida dunque il piccolo a Criside, concubina di Demea, che finge di essere sua madre. Demea, già irritato in
quanto teme che con la nascita del bambino Criside gli avrebbe chiesto di sposarla, sente dire che il figlio è
di Moschione. Sospettando un tradimento, caccia via Criside che si rifugia da Nicerato. Moschione racconta
la verità al padre e, chiarito l’equivoco, fa l’offeso per i sospetti di cui è stato fatto oggetto minacciando di
partire come soldato di ventura, ma viene convinto dal padre e da Nicerato a restare. Si celebrano quindi le
nozze.
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Letteratura greca ellenistica: autori principali e trame delle opere 2. Callimaco
Callimaco (Cirene 305 – 240 a.C.)
Primo vero autore ellenistico
Poeta – filologo: conciliava l’attività di poeta a quella di erudito nell’ambito della Biblioteca di Alessandria
[Filita di Cos (IV – III secolo): precursore della stagione dei poeti – filologi. “Glosse Miscellanee”]
Editore di se stesso
Poeta di corte dei re alessandrini per i quali scriveva anche su commissione
Caratteristiche della sua poesia:
1. Poesia libera: prima vera manifestazione del principio dell’art pour l’art, in cui il poeta è svicolato da ogni
considerazione che non sia intrinseca al poetare stesso.
2. Poesia elaborata e colta negli aspetti formali.
3. Oligostikia: scrittura in pochi versi.
Critico nei confronti dell’opera omerica (<< Un grande libro, un grande danno >>)
Produzione letteraria
È considerato l’ideatore dell’epillio (poemetto mitologico in esametri), un genere letterario che, per la sua
brevità, egli opponeva al tradizionale poema epico di ampia estensione
Ecale
Viene narrato un mito locale ateniese: il giovane Teseo, inviato a catturare il selvaggio toro di Maratona che
devasta la regione, viene ospitato da una vecchietta, Ecale, che lo intrattiene amichevolmente. I due
condividono una povera cena durante la quale Ecale racconta all’eroe la sua vita, un tempo felice e ora
misera e solitaria. Al mattino Teseo parte per catturare il toro e promette di ritornare dalla sua ospite dopo
l’impresa; il toro viene soggiogato e condotto ad Atene, ma quel giorno stesso Ecale muore, forse di
crepacuore, temendo che Teseo fosse stato ucciso. Allora Teseo, commosso, onora la vecchia istituendo una
festa e dando il suo nome a un villaggio dell’Attica.
Il capolavoro di Callimaco, nell’antichità erano considerati gli Aitia, una raccolta di elegie in 4 libri
Aitia
Sono il primo esempio di poesia eziologica che ricerca le “cause” (aitia significa proprio questo) mitiche o
semi – mitiche di riti religiosi, feste, nomi di luoghi, ecc.. Importante è l’elemento del “sogno” (elemento
mutuato da Esiodo) in cui le Muse soddisfano cortesemente la curiosità erudita di Callimaco e gli spiegano
via via le ragioni di usi e abitudini insolite e rare. Gli Aitia cominciano con un prologo (aggiunto nella
seconda edizione) in cui Callimaco si difende dalle accuse dei suoi avversari (che definisce “Telchini”, con
allusione ai demoni invidiosi e maligni della tradizione mitologica) di non saper scrivere, dovute al fatto che
Callimaco scriveva utilizzando sempre metri diversi.
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Letteratura greca ellenistica: autori principali e trame delle opere