Callimaco
Callimaco (Cirene 305 – 240 a.C.)
Primo vero autore ellenistico
Poeta – filologo: conciliava l’attività di poeta a quella di erudito nell’ambito della Biblioteca di Alessandria
[Filita di Cos (IV – III secolo): precursore della stagione dei poeti – filologi. “Glosse Miscellanee”]
Editore di se stesso
Poeta di corte dei re alessandrini per i quali scriveva anche su commissione
Caratteristiche della sua poesia:
1. Poesia libera: prima vera manifestazione del principio dell’art pour l’art, in cui il poeta è svicolato da ogni considerazione che non sia intrinseca al poetare stesso.
2. Poesia elaborata e colta negli aspetti formali.
3. Oligostikia: scrittura in pochi versi.
Critico nei confronti dell’opera omerica (<< Un grande libro, un grande danno >>)
Produzione letteraria
È considerato l’ideatore dell’epillio (poemetto mitologico in esametri), un genere letterario che, per la sua brevità, egli opponeva al tradizionale poema epico di ampia estensione
Ecale
Viene narrato un mito locale ateniese: il giovane Teseo, inviato a catturare il selvaggio toro di Maratona che devasta la regione, viene ospitato da una vecchietta, Ecale, che lo intrattiene amichevolmente. I due condividono una povera cena durante la quale Ecale racconta all’eroe la sua vita, un tempo felice e ora misera e solitaria. Al mattino Teseo parte per catturare il toro e promette di ritornare dalla sua ospite dopo l’impresa; il toro viene soggiogato e condotto ad Atene, ma quel giorno stesso Ecale muore, forse di crepacuore, temendo che Teseo fosse stato ucciso. Allora Teseo, commosso, onora la vecchia istituendo una festa e dando il suo nome a un villaggio dell’Attica.
Il capolavoro di Callimaco, nell’antichità erano considerati gli Aitia, una raccolta di elegie in 4 libri
Aitia
Sono il primo esempio di poesia eziologica che ricerca le “cause” (aitia significa proprio questo) mitiche o semi – mitiche di riti religiosi, feste, nomi di luoghi, ecc.. Importante è l’elemento del “sogno” (elemento mutuato da Esiodo) in cui le Muse soddisfano cortesemente la curiosità erudita di Callimaco e gli spiegano via via le ragioni di usi e abitudini insolite e rare. Gli Aitia cominciano con un prologo (aggiunto nella seconda edizione) in cui Callimaco si difende dalle accuse dei suoi avversari (che definisce “Telchini”, con allusione ai demoni invidiosi e maligni della tradizione mitologica) di non saper scrivere, dovute al fatto che Callimaco scriveva utilizzando sempre metri diversi.
Compone 13 Giambi in dialetto ionico. Il Giambo di Archiloco e Ipponatte (che si possono considerare i precursori di questo genere letterario) è lo strumento per eccellenza della “poesia del biasimo”, fatta di contenuti aggressivi e violenti, ed è destinato alla recitazione. I Giambi di Callimaco sono invece concepiti per la divulgazione scritta e non possiedono il carattere aggressivo dei modelli arcaici.
Compone 6 Inni. Tutti, tranne Per i lavacri di Pallade, sono in distici elegiaci (esametro + pentametro) :
1. Inno a Zeus
Descrive il parto della madre Rea che salva suo figlio dagli impulsi cannibalici del padre generandolo al riparo di una grotta situata in Arcadia.
2. Inno ad Apollo
Loda il dio attraverso una serie di riferimenti eruditi a riti e luoghi di culto. L’inno termina con l’immagine di Apollo che elogia l’estetica callimachea della poesia breve e raffinata.
3. Inno ad Artemide
Viene descritta un’Artemide bambina che chiede al padre Zeus i suoi privilegi, quasi fossero dei giochi. L’inno contiene una serie di erudite digressioni sui luoghi e i culti cari alla dea.
4. Inno a Delo
Celebra l’isola sacra ad Apollo e descrive le peregrinazioni di Latona che vaga per il mondo perseguitata da Era, alla ricerca di una terra disposta ad ospitare il suo parto; infine è Delo ad ospitarla e qui dà alla luce i gemelli divini Apollo e Artemide.
5. Per i lavacri di Pallade
Prende spunto da una cerimonia religiosa argiva in cui ogni anno si lavava nel fiume la statua della dea. Si narra la vicenda dell’accecamento di Tiresia che, un tempo giovinetto, stava cacciando sui monti ed ebbe la sventura di sorprendere Atena nuda ad una fonte mentre si stava lavando. Perse così l’uso degli occhi, ma ebbe in cambio dalla dea il dono della profezia.
6. Inno a Demetra
Si collega ad una cerimonia dedicata a Demetra che si svolge a Cirene. Tratta del sacrilego Eristottene che osò abbattere il bosco sacro della dea e fu punito per questo con una fame insaziabile.
Compone anche degli epigrammi (circa 60). I contenuti sono:
1. Avventure amorose e colloqui intellettuali nell’ambito del simposio
2. Di natura funeraria
3. Di polemica letteraria
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Dettagli appunto:
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Autore:
Carmine Ferrara
[Visita la sua tesi: "Il problema del male e del nulla nel ''De casu diaboli'' di Anselmo d'Aosta"]
- Università: Università degli Studi di Salerno
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Corso: Filosofia
- Esame: Letteratura greca
- Docente: Paola Volpe Cacciatore
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