Appunti per l'esame di "Tecniche di Valutazione e Intervento Nella Famiglia". Vengono analizzate le principali tecniche di osservazione in ambito clinico, secondo l'orientamento teorico sistemico-relazionale. Vengono approfonditi diversi strumenti di osservazione comportamentale, in particolare il Lausanne Trilogue Play, che studia le interazioni tra la triade genitori-bambino creando un setting ludico diadico.
Osservare, valutare e sostenere la relazione genitori figli
di Antonino Cascione
Appunti per l'esame di "Tecniche di Valutazione e Intervento Nella Famiglia".
Vengono analizzate le principali tecniche di osservazione in ambito clinico,
secondo l'orientamento teorico sistemico-relazionale. Vengono approfonditi
diversi strumenti di osservazione comportamentale, in particolare il Lausanne
Trilogue Play, che studia le interazioni tra la triade genitori-bambino creando un
setting ludico diadico.
Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
Facoltà: Psicologia
Corso: Psicologia
Esame: Tecniche di Valutazione e Intervento Nella
Famiglia
Docente: Malagoli Togliatti
Titolo del libro: Osservare, valutare e sostenere la relazione
genitori figli
Autore del libro: Malagoli Togliatti M., Mazzoni S.
Editore: Cortina Raffaello
Anno pubblicazione: 20061. Osservare e valutare le relazioni familiari: questioni teoriche
Negli ultimi vent’anni gli studiosi hanno dato importanza al contesto relazionale per comprendere lo
sviluppo del bambino e si sono impegnati nello studio della dinamica del gruppo familiare a livello
multipersonale. Si possono distinguere:
Studi che hanno osservato i modelli di interazione a livello comportamentale, individuando i processi di
regolazione delle relazioni;
Studi che hanno tentato di individuare i processi di interiorizzazione delle relazioni.
Anche Reiss ha proposto una simile classificazione denominando PRACTICING FAMILY (famiglia
praticante) i processi di regolazione delle relazioni e con REPRESENTED FAMILY (famiglia
rappresentata) ha definito i processi di costruzione di immagini mentali dell’esperienza relazionale,
condivise o meno con gli altri componenti del gruppo. Reiss sostiene che per studiare e osservare le
relazioni familiari è necessario integrare l’interesse per il livello comportamentale con quello per il livello
delle rappresentazioni. Gli studi sui processi di regolazione sono stati focalizzati sulla codifica degli
indicatori comportamentali che influiscono sui modelli comunicativi costruiti attraverso l’interazione. Il
neonato ha una facoltà innata di separare la propria mente da quella degli altri e realizza che queste primitive
esperienze soggettive sono potenzialmente condivisibili con qualcun altro (intersoggettività primaria).
Attualmente il neonato è considerato come una persona inclusa in un sistema regolatore del Sé in cui ha
meno influenza dell’adulto, ma ha pari opportunità di condizionare quest’ultimo partecipando a modelli
d’interazione caratterizzati da circolarità e crescente complessità. Vi sono dei costrutti teorici per definire
l’influenza della relazione adulto-bambino sullo sviluppo umano:
La responsività (capacità dell’adulto nel cogliere i segnali del bambino);
L’attenzione focale (considerata un precursore della costruzione di una teoria della mente del bambino);
Il riferimento sociale (favorito dall’espressione di affetti positivi, serve a orientare il bambino verso i suoi
obiettivi e a condividere l’esperienza anche a livello dei significati attraverso la sintonizzazione affettiva e
l’intersoggettività primaria e secondaria).
Inoltre è stato possibile osservare l’influenza che la famiglia esercita definendo propri stili affettivi e
comunicativi che si esprimono nelle strategie di problem solving e nell’organizzazione della famiglia che
rappresentano una risorsa o un fattore di stress per lo sviluppo del singolo e del gruppo. La famiglia è
osservata come un sistema gerarchicamente strutturato in sottosistemi definiti in base a funzioni diverse
quali la coniugalità, la genitorialità o la co-genitorialità. Sono stati studiati anche gli effetti del conflitto
coniugale sull’adattamento dei figli, i fattori di rischio predittori di comportamento disadattivo
(esternalizzati e internalizzati) e i processi familiari sia distruttivi (ostilità/competitività nel sistema co-
parentale, coinvolgimento genitoriale sbilanciato) che costruttivi (calore familiare e cooperazione). Si è
definita la genesi di una teoria della co-genitorialità che ha stimolato nuove ricerche sui diversi modelli che i
partner costruiscono sia per prepararsi alla nascita di un figlio sia per includerlo nel nucleo familiare. Il
modello più utilizzato per studiare la relazione è quello diadico. Questo però rischia una parcellizzazione del
sistema e una perdita del senso totale della relazione, dunque della complessità interazionale del sistema,
riducendolo a una semplice somma delle diadi. È fondamentale considerare la complessità delle relazioni tra
tutti gli elementi in gioco in un certo contesto interpersonale: il “triangolo” è stato fin dalle prime fasi l’unità
minima di osservazione.
Antonino Cascione Sezione Appunti
Osservare, valutare e sostenere la relazione genitori figli 2. Posizione di Haley
HALEY--> osserva le triadi individuando al loro interno le “coalizioni”. Notò che nelle famiglie con un
componente portatore di sintomi, la triangolazione che affiorava era formata da una coalizione fra due
persone, solitamente appartenenti a generazioni diverse, a danno di una terza. Una madre/padre si coalizzava
con il figlio contro il padre/madre e contemporaneamente questa coalizione era negata o squalificata
(modalità interattiva chiamata TRIANGOLO PERVERSO). L’esistenza di una coalizione può favorire
l’emergere di “conflitti di lealtà” nei membri della coalizione stessa qualora debbano ottemperare a obblighi
diversi a diversi livelli del sistema. Il manifestare un comportamento bizzarro o folle rappresenta un
tentativo di non scegliere, di non prendere decisione, di non definire le relazioni in un triangolo in conflitto.
Antonino Cascione Sezione Appunti
Osservare, valutare e sostenere la relazione genitori figli 3. Posizione di Minuchin
MINUCHIN--> famiglia come sistema interpersonale con una struttura definita. La struttura della famiglia è
“l’invisibile insieme di richieste funzionali che determina i modi cui i componenti della famiglia
interagiscono”. Le dimensioni strutturali fondamentali sono: la gerarchia (esistenza di differenze
generazionali e presenza di sottosistemi), i confini (regole che determinano il passaggio dell’informazione
tra i membri) e gli schieramenti (configurazioni relazionali triadiche, triadi o triangoli). Il sistema familiare
si differenzia e svolge le sue funzioni grazie ai sottosistemi che lo compongono, l’individuo rappresenta uno
di questi sottosistemi e può appartenere a più sottosistemi (coniugale, genitoriale, filiale) in cui ha ruoli
diversi. Per valutare il funzionamento di una famiglia è fondamentale la valutazione dei confini. Si parla di
confini chiari quando le informazioni scambiate sono adeguate per quantità e pertinenza rispetto alla
relazione e alla fase del ciclo vitale. I confini diffusi se si ha il passaggio di informazioni quantitativamente
eccessive e qualitativamente non pertinenti. Se una persona riceve una quantità insufficiente di informazioni
o viene privata di alcune che gli competerebbero si parla di confini rigidi. Sia quelli diffusi (famiglie
invischiate) che quelli rigidi (famiglie disimpegnate) risultano disfunzionali. Minuchin definisce triade
rigida una struttura triadica in cui il confine tra il sottosistema genitoriale e il figlio è diffuso, mentre il
confine intorno alla triade genitori-figlio è rigido. Le triadi rigide sono classificate in:
Triangolazione: due genitori in conflitto tentano di portare il figlio dalla loro parte mettendolo contro l’altro
genitore;
Coalizione: conflitto genitoriale intenso anche quando la famiglia formula una richiesta d’aiuto per un
problema del bambino.
Deviazione: triade deviazione-attacco è quella in cui i genitori fanno del figlio il capro espiatorio. Il
comportamento del bambino è cattivo e i genitori si associano per controllarlo.
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Osservare, valutare e sostenere la relazione genitori figli 4. Linee guida per l’osservazione delle relazioni delle relazioni
familiari
Le procedure self report e le interviste, confrontate con i risultati ottenuti con l’osservazione diretta
(procedure multimetodo) evidenziano a volte delle discrepanze, motivo per cui si è data un’attenzione nuova
alle procedure di osservazione diretta e alla definizione di nuovi sistemi di codifica per le relazioni familiari.
L’osservazione diretta permette a) di “dar voce” anche a bambini molto piccoli; b) di rilevare caratteristiche
del funzionamento della famiglia come insieme non ricorrendo a un sistema sommatorio delle valutazioni
effettuate sui singoli. Tra i metodi di osservazione diretta ci sono le procedure basate su compiti strutturati:
la famiglia deve svolgere un determinato compito o in contesto clinico o nel proprio ambiente naturale.
Questa permette sia di utilizzare il processo stesso della valutazione come strategia per promuovere un
cambiamento nel contesto clinico sia di coinvolgere la famiglia nel processo di valutazione promuovendo la
consapevolezza internazionale e minimizzando le resistenze a collaborare con i clinici per difendersi dal
giudizio negativo sulla propria funzione genitoriale. Interesse sempre maggiore per l’osservazione diretta dei
modelli interattivi (possibilità dell’osservatore esterno di concatenare fra loro sequenze di comportamenti
ridondanti, individuare cioè le regole che la famiglia inconsapevolmente rispetta). L’osservazione diretta
sembra essere la tecnica ideale per studiare la famiglia come insieme mentre si attivano i modelli interattivi
che più la caratterizzano. Studiare la famiglia come insieme significa rispettare la proprietà in base alla quale
la somma delle parti non corrisponde al tutto. Le due relazioni genitore-figlio (relazione parentale) sono
influenzate dai comportamenti di ciascun genitore, ma anche la relazione dalla qualità della relazione fra i
partner adulti (relazione co-parentale). Nell’osservare una famiglia bisogna distinguere tra due concetti:
1. FAMIGLIA COME INSIEME: descrive le caratteristiche della gestalt familiare che sono globali, astratte
e di difficile accesso;
2. LIVELLI FAMILIARI: descrive i processi in atto quando la famiglia è insieme come gruppo e sono più
specifici, operazionalizzabili e accessibili all’osservazione.
3. PROCESSI DINAMICI-FAMILIARI: includono le interazioni che hanno implicazioni sul funzionamento
dei livelli familiari anche quando essi non si verificano in presenza di tutti i membri e sono dunque
sovraordinati rispetto alle altre dimensioni osservate.
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Osservare, valutare e sostenere la relazione genitori figli