Brevi appunti di due lezioni del corso "Elementi di Biologia Vegetale". Si danno accenni sul principio dell'omeostasi, sulla composizione di apparati e organi, sulla termoregolazione degli esseri viventi. Accenni agli ormoni, funzione e localizzazione.
Biologia Vegetale
di Stefano Oliviero
Brevi appunti di due lezioni del corso "Elementi di Biologia Vegetale". Si danno
accenni sul principio dell'omeostasi, sulla composizione di apparati e organi,
sulla termoregolazione degli esseri viventi. Accenni agli ormoni, funzione e
localizzazione.
Università: Università degli Studi Suor Orsola Benincasa -
Napoli
Facoltà: Lettere
Corso: Conservazione dei Beni Culturali
Esame: Biologia Vegetale
Docente: Vincenza Lafroglia1. L'omeostasi
Gli ambienti in cui gli animali vivono impongono prestazioni fisiologiche e comportamentali veramente
sorprendenti; si consideri che gli animali sono in grado di sopravvivere nelle condizioni ambientali estreme
del nostro pianeta. Pensiamo al ciclo riproduttivo del PINGUINO IMPERATORE che avviene nelle regioni
più fredde ed inospitali del nostro pianeta.
I pinguini sono uccelli atteri adatti all’ambiente marino, in grado di passare la maggior parte della loro
esistenza in acqua, salvo uscirne per la riproduzione. In inverno si raggruppano sulla piattaforma di ghiaccio
per accoppiarsi. Dopo aver sgravato la femmina torna all’acqua per alimentarsi e il maschio mantiene caldo
l’uovo e dopo la schiusa lo protegge e lo nutre per 4 mesi. Dopo ritorna la madre e il maschio torna
all’acqua per alimentarsi. Lo studio del comportamento dei pinguini implica conoscenze dall’anatomia alla
fisiologia e quindi alla biologia degli animali.
Lo scopo di questo studio è quello di far comprendere i meccanismi fondamentali che stanno alla base del
corretto funzionamento di organismi tanto diversi e quindi di analizzare i loro specifici adattamenti che
rendono possibile in taluni casi lo svolgimento di cicli vitali in condizioni estreme.
Gli organismi unicellulari soddisfano tutte le loro necessità mediante scambi diretti con l’AMBIENTE
ESTERNO. Anche alcuni animali pluricellulari di minime dimensioni risolvono le loro esigenze
metaboliche in questo modo. Tali organismi sia unicellulari che pluricellulari sono diffusi nel mare. L’acqua
marina contiene le sostanze alimentari, presenta un’adeguata composizione salina e concentrazione di soluti
adatta agli organismi; cioè l’ambiente fisico degli organismi marini risulta stabile e ottimale.
Gli organismi pluricellulari più complessi, a struttura pluricellulare, hanno portato alla formazione
dell’AMBIENTE INTERNO. Questo ambiente consiste prevalentemente di soluzioni la cui composizione
può variare rispetto a quella dell’ambiente esterno. Risulta evidente che se ogni cellula dell’organismo riesce
a far fronte a ogni sua esigenza mediante gli scambi con l’ambiente interno essa non ha nessuna necessità di
mettersi in contatto con l’ambiente esterno.
Tanto più organismo riesce a mantenere indipendente l’ambiente interno da quello esterno avrà sempre più
probabilità di sopravvivere in ambienti esterni estremi.
Un ambiente interno relativamente costante ha un effetto propulsivo nei confronti dell’evoluzione: esso
consente alle cellule di specializzarsi per funzioni correlate al mantenimento di condizioni stabili interne.
Dunque le CELLULE si aggregano a costituire TESSUTI, ORGANI, SISTEMI DI ORGANI (APPARATI)
; tutte queste strutture a loro volta mantengono su valori ottimali i parametri dell’ambiente interno.
Il complesso delle funzioni che consentono all’ambiente interno di mantenere costante la propria
composizione, nonostante i suoi continui cambiamenti, viene definito OMEOSTASI. L’omeostasi
rappresenta una fondamentale caratteristica funzionale degli animali complessi. Per mantenere l’omeostasi,
la cui perdita rappresenterebbe un problema serio, l’attività degli organi deve essere controllata e regolata in
risposta alle variazioni dell’ambiente interno. Il controllo e la regolazione richiedono efficienti dispositivi di
trasferimento di informazioni; tali sistemi sono due: il SISTEMA NERVOSO e il SISTEMA ENDOCRINO
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Biologia Vegetale 2. Gli organi
Gli organi sono costituiti da tessuti i quali a loro volta, consistono di associazioni di cellule caratterizzate da
struttura simile e da funzioni analoghe. Gli istologi, i biologi che studiano i tessuti, identificano i tessuti in
base alla loro struttura e la loro funzione.
Il TESSUTO EPITELIALE comprende diverse varietà di associazioni cellulari caratterizzate da rapporti di
adesione molto stretti. Le cellule epiteliali possono organizzarsi su un solo piano o su più piani, formare cioè
strutture pluristratificate, come quella che riveste il nostro corpo, o monostratificate che delimitano il lume
di vari organi (EPITELI DI RIVESTIMENTO).
Altri epiteli hanno funzione secernente, per esempio quelli che rivestono il corpo come quelle produttrici di
sebo o di sudore.
Il TESSUTO CONNETTIVALE costituisce un supporto meccanico in grado di stabilizzare e consolidare la
struttura degli altri tessuti. Diversamente dagli epiteli, che consistono di aggregati di cellule associate e
stabilmente connesse tra loro, i connettivi contengono cellule disperse in una matrice extracellulare.il
costituente principale di tale matrice è il COLLAGENE, una macromolecola proteica presente in tutti i
vertebrati. Due ulteriri categorie di tessuti connettivali specializzati : il SANGUE (A FUNZIONE
TROFICA) e il TESSUTO OSSEO (A FUNZIONE DI SOSTEGNO).
Il TESSUTO MUSCOLARE è costituito da singole cellule dotate di caratteristiche contrattili. I muscoli
rappresentano i principali effettori dell’organismo, le strutture che in ultima analisi consentono a un
individuo di operare attivamente nel suo ambiente. Esistono 3 tipi di tessuti muscolari: STRIATO
SCHELETRICO, LISCIO e STRIATO CARDIACO.
Il TESSUTO NERVOSO svolge un ruolo specializzato rispetto all’assunzione e all’uso delle informazioni
provenienti sia dall’ambiente interno che esterno. In tale tessuto si trovano due tipi cellulari : i neuroni e i
gliociti. I neuroni presentano una varietà di funzioni, tutte comunque legate alla caratteristica di generare
segnali elettrochimici. I gliociti non sono in grado di rispondere agli stimoli, essi però forniscono funzioni di
supporto ai neuroni.
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