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Il t.u. delle pari opportunità tra uomini e donne

IL T.U. DELLE PARI OPPORTUNITÀ TRA UOMINI E DONNE


Il t.u. delle pari opportunità tra uomini e donne (d. lgs. 198/2006) ha sistematizzato una pluralità di discipline riguardo la tutela anti discriminatoria.
La tutela anti discriminatoria è uno dei tratti qualificanti del diritto del lavoro, il quale inizia a sviluppare questa tutela in particolare nel contesto della l. n. 604/1966 in relazione alle appartenenze sindacali. Elemento temuto: esclusioni per ragioni di appartenenza ad un sindacato.
Dagli anni 07’ con la legge 903/1977 (attuativa della legge comunitaria n. 207 del 1976) viene introdotta la tutela antidisciminatoria per le ragioni di sesso.
L. n. 125/1991 sulle pari opportunità sui rapporti di lavoro (ragioni di sesso).
Provenienza geografica, nazionalità, religione: t.u. 286/1996 in materia di stranieri extracomunitari.
Dagli anni 2000 la disciplina antidiscriminatoria si arricchisce includendo altri elementi per mano del legislatore europeo: serie di direttive con le quali si assiste ad un ampliamento dei fattori di rischio (orientamento sessuale, appartenenza di genere – ipotesi di transizione da un genere all’altro).
Il legislatore italiano adempie alla delega in modo parziale, perché per redigere il d. lgs. 198/1996 anziché tutelare questi fattori di rischio limita la regolamentazione al fattore di rischio rappresentato dalle differenze di genere.
Oggi, quindi, anziché contenere tutte queste norme che offrono una tutela nel rapporto di lavoro, limita la regolamentazione unicamente alle differenze di genere.

La nozione di discriminazione è oggettiva, si va a guardare all’effetto di quel comportamento.
Il diritto antidisciminatorio è bidirezionale: viene riconosciuto sia ai lavoratori che alle lavoratrici.

Tratto da DIRITTO DEL LAVORO di Francesca Morandi
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