Il d. lgs. 198/2006: discriminazione indiretta
IL D. LGS. 198/2006: DISCRIMINAZIONE INDIRETTA
Comportamenti apparentemente neutri [..] i lavoratori di un determinato sesso si trovano in una posizione di particolare svantaggio rispetto ai lavoratori dell’altro sesso, salvo che riguardino requisiti essenziali allo svolgimento dell’attività lavorativa, purché l’obiettivo sia legittimo e i mezzi impiegati per il suo conseguimento siano appropriati e necessari.
Si ha discriminazione indiretta nel momento in cui l’agire datoriale è neutro.
Caratteristiche: il comportamento ad oggetto può portare ad un’ampiezza di riferimenti, discriminazione anche nel momento in cui l’agire datoriale non si fonda sul fattore rispetto al quale viene vietata la discriminazione.
Esemplificazione che ha costituito oggetto di un’importante sentenza del Tribunale di Milano: il bando è stato impugnato perché il criterio di selezione altezza avrebbe portato ad una discriminazione (lavoratrici vs lavoratori, perché le donne tendenzialmente sono meno alte di 173 cm). Quindi il criterio era apparentemente neutro, ma le lavoratrici erano in una posizione di svantaggio rispetto ai lavoratori dell’altro sesso.
Bando pubblico in cui si dovevano dimostrare abilità particolari nella conduzione di una moto: natura discriminatoria.
Mobilità territoriale, flessibilità oraria: avrebbe natura di discriminazione indiretta (soprattutto per le donne, che sono più gravate da obblighi familiari).
Tutela promozionale per quanto concerne il genere ed altri fattori di rischio (credenza religiosa, provenienza geografica). Quindi in rapporto ad alcuni elementi dovrebbero essere sviluppate tutele promozionali (per es. quella delle pari opportunità: valorizza l’appartenenza di genere con norme promozionali – no natura bidirezionale+).
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Dettagli appunto:
- Autore: Francesca Morandi
- Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
- Facoltà: Giurisprudenza
- Corso: Giurisprudenza
- Esame: Diritto del lavoro
- Docente: Prof.ssa Tiziana Vettor
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