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Diritto romano: il collegio dei pontefici

DIRITTO ROMANO: IL COLLEGIO DEI PONTEFICI


Quindi sin dall'età più antica, spettava a gruppi specialisti, attraverso la loro posizione, ad esprimere la loro opinione autorevole. (responsum).
Il collegio dei pontefici si occupò dei problemi del diritto privato. La loro attività risale tutta ad un'età posteriore alle XII Tavole.
I loro pareri potevano avere ad oggetto le questioni più disparate.
Essi potevano avere natura cautelare, quindi l'ammissibilità e la forma di un atto ancora da compiere (matrimonio, compravendita....); o natura giudiziale, cioè decidere la liceità di un atto già compiuto e su cui vi fosse una controversia.
Questi responsa erano considerati necessari e vincolanti.
Il formalismo può essere considerato anche il risultato di un elevato grado di tecnicismo. Quindi, la realtà dei comportamenti viene filtrata attraverso una rappresentazione stilizzata, in cui la forma non rappresenta ancora l'involucro esteriore, ma costituisce la traduzione di schemi tecnico-giuridici dell'essenza dell'atto nel suo porsi concreto.
I responsi dei pontefici non stabiliscono solo il modo in cui redimere le controversie o il modo in cui interpretare le formule durante il processo, ma possono concernere anche la liceità o illiceità di detereminati comportamenti o atti.
Quindi da un punto di vista sostanziale, i pontefici affiancavano il rex o le parti, o da collegio giudicante. Le soluzioni delle sentenze venivano semplificate in una serie di regole in cui si sarebbero dovuto attingere per i successivi casi analoghi.

Tratto da ISTITUZIONI DI DIRITTO ROMANO di Sara Zauli da Baccagnano
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